La centrale idroelettrica di Itaipu: tra Brasile e Paraguay

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

Itaipú è la più grande centrale idroelettrica al mondo per generazione di energia ed è considerata una delle sette meraviglie di ingegneria civile del 20° secolo. Costruita tra il 1975 e il 1991 lungo il fiume Paraná, sul confine tra Brasile e Paraguay, è gestita da una joint venture tra compagnie dei due paesi confinanti. La centrale, la cui realizzazione è costata 25 miliardi di dollari, è costituita da 20 generatori con una potenza totale di 14 Gigawatt e copre da sola il 90% del fabbisogno di energia elettrica paraguaiano e il 25% di quello brasiliano.

L’accordo tra Brasile e Paraguay per la costruzione della centrale è stato siglato nel 1973, anno in cui la leadership politica di entrambi i paesi era nelle mani di governi autoritari. Il trattato, la cui validità era fissata fino al 2023, stabiliva che il Paraguay avrebbe dovuto obbligatoriamente vendere la propria quota di energia inutilizzata al Brasile, a un prezzo fisso di 124 milioni di dollari annui.

Nel luglio 2009, dopo diversi tentativi falliti da parte dei governi paraguaiani di rinegoziare il trattato con il Brasile, Lugo ha convinto il presidente brasiliano Lula a firmare, ad Asunción, una nuova dichiarazione congiunta in 31 punti. Essa prevede che il Paraguay riceva 360 milioni di dollari all’anno a titolo di compensazione per la fornitura di energia elettrica al Brasile e che possa vendere il proprio surplus di energia direttamente sul mercato brasiliano, senza dover passare per il gruppo brasiliano Eletrobrás. Inoltre, sono state poste le basi per un piano di vendita di elettricità a paesi terzi ed è stato approvato un programma per migliorare il sistema di trasmissione elettrico paraguayano - la cui energia è in parte rubata e in parte persa nel corso della trasmissione - e in particolare per costruire la linea elettrica sino ad Asunción. Tuttavia l’accordo, anche a causa dell’avvicendamento alla presidenza del Brasile, non è ancora entrato in vigore ed è al vaglio del Congresso brasiliano.

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