La scienza in Cina: l'epoca Song-Yuan. L'agricoltura

Storia della Scienza (2001)

La scienza in Cina: l'epoca Song-Yuan. L'agricoltura

Francesca Bray

L'agricoltura

Nel periodo compreso tra le dinastie Han (206 a.C.-220 d.C.) e Tang (618-907) le regioni settentrionali della Cina formavano il cuore dell'economia del paese, basata in larga misura sull'agricoltura. Così, nonostante il fatto che l'uso di sofisticate tecniche di coltivazione del riso e il raggiungimento di alti livelli di produttività siano documentati nelle regioni meridionali già a partire dall'epoca Han, non soltanto nei territori lungo il corso inferiore dello Yangzi (Jiangnan), che sarebbero divenuti in seguito per questo le più ricche province della Cina, ma anche nel Sichuan e nel delta di Canton, all'inizio della dinastia Song (960-1279) i territori situati a sud delle montagne Qinling conservavano ancora un carattere esotico e marginale agli occhi dell'élite settentrionale, che continuava a considerarsi l'unica erede dell'autentica civiltà cinese. Benché non si possa escludere che alcuni manuali agricoli composti in questo periodo affrontassero anche i metodi e le condizioni di coltivazione tipici delle regioni meridionali, i documenti più interessanti che ci sono giunti trattano quasi esclusivamente i problemi dell'agricoltura nelle regioni settentrionali.

In realtà le province meridionali avevano iniziato a competere per importanza economica e fiscale con il Nord già dalla metà del periodo Tang e durante la dinastia Song la ricchezza e le risorse del Jiangnan erano tali che dopo la caduta di Kaifeng, avvenuta nel 1128, il governo fu in condizione di costruirsi in questa regione una nuova capitale ancora più splendida delle precedenti, Hangzhou. Anche se il territorio controllato dal governo dei Song meridionali (1127-1279) era ridotto alla metà di quello precedente, la capacità produttiva delle regioni meridionali era tale da consentirgli di assorbire un imponente e improvviso afflusso di rifugiati e di sostenere in seguito un secolo e mezzo di guerra difensiva. Lo Stato svolse un ruolo attivo nello sviluppo dell'agricoltura meridionale e, a partire dai Song meridionali, tutte le principali opere di agronomia furono incentrate sulle tecniche di coltivazione meridionali o furono comunque descritte da una prospettiva meridionale.

Una delle principali caratteristiche del periodo Song-Yuan fu dunque il rilievo assunto nella letteratura agronomica dalle tecniche e dalle coltivazioni tipiche dell'agricoltura meridionale, che sino ad allora erano state documentate soltanto marginalmente. Un'altra caratteristica fu il coinvolgimento attivo dello Stato nello sviluppo agricolo del paese, fenomeno non del tutto privo di precedenti storici, ma che probabilmente raggiunse in questo periodo la sua acme. Dalla prospettiva della storia della scienza, la caratteristica più importante di questo periodo è però rappresentata dalla diffusione della stampa e dalle sue conseguenze sulla produzione e sulla diffusione delle conoscenze agricole.

La stampa e la comunicazione delle conoscenze agricole

È probabile che, sin da un'epoca molto antica, numerosi proprietari terrieri avessero l'abitudine di raccogliere note e appunti, che formavano a volte interi libri, sulle forme di coltivazione diffuse nel loro territorio e sulle proprie esperienze agricole. Nell'era antecedente alla diffusione della stampa è presumibile che tali opere circolassero soltanto all'interno delle famiglie, dove erano trasmesse da una generazione all'altra arricchendosi di commenti successivi, come accadeva ancora nel tardo periodo imperiale; gli studiosi moderni hanno scoperto negli archivi familiari una fonte preziosa di manoscritti di agronomia, medicina, economia domestica e quasi ogni altro argomento immaginabile. Poche linee di discendenza erano però sufficientemente stabili da garantire la sopravvivenza di tali manoscritti per più di qualche generazione e, anche se poteva accadere che alcune di queste opere fossero copiate e diffuse tra i vicini, la loro circolazione non oltrepassò quasi mai l'ambito locale, se non nei casi in cui furono stampate. Il testo intitolato Tecniche essenziali per il popolo (Qimin yaoshu) di Jia Sixie, scritto intorno al 535 d.C., costituisce un'importante eccezione a questa regola, dato che sopravvisse in forma manoscritta per oltre quattro secoli, prima di essere affidato alle stampe e poter quindi circolare in tutta la Cina, conquistando l'immortalità.

A partire dalla dinastia Song l'editoria commerciale e quella pubblica diedero ciascuna il proprio contributo all'espansione del corpus delle opere agronomiche, tanto che l'attività di sostegno, di commissione e di pubblicazione dei testi di agricoltura divenne uno dei compiti istituzionali del governo imperiale. La più antica opera di agronomia commissionata dal governo, le Occupazioni fondamentali del popolo (Zhaoren benye), fu compilata intorno al 686 d.C., in epoca Tang, mentre, durante il regno dell'imperatore Zhenzong (998-1022) dei Song settentrionali, furono compilate le Annotazioni essenziali delle opere e dei giorni (Shoushi yaolu); entrambe queste opere sono andate perdute. Una terza commissione imperiale diede origine alla Raccolta dei principî di agricoltura e sericoltura (Nong sang jiyao). Nel 1271 il sovrano mongolo della Cina settentrionale, Shizu (Qubilay Khān), istituì una Commissione per l'agricoltura (Sinong si), incaricata esclusivamente di promuovere lo sviluppo e la trasmissione di conoscenze nel campo dell'agricoltura e della sericoltura. Tra i suoi compiti vi era quello di produrre un manuale di agricoltura in grado di essere utilizzato in tutto l'Impero Yuan (1279-1368), che sino al 1279 fu formato essenzialmente dalle province settentrionali della Cina e da parte del Sichuan. Probabilmente è per questa ragione che i compilatori si riferirono quasi esclusivamente alle opere degli agronomi settentrionali, ma esclusero il Trattato di agricoltura (Nongshu) di Chen Fu, pubblicato nel 1149. Nel 1273 la Commissione presentò all'imperatore la Raccolta dei principî di agricoltura e sericoltura, che fu immediatamente pubblicata e distribuita in tutto il paese; l'opera fu ristampata (e modificata) più di una volta, ed è sopravvissuta integralmente; la biblioteca di Shanghai ne possiede due edizioni di epoca Yuan, una del 1314 e l'altra del 1339.

Le prime due opere di agricoltura a essere stampate per volontà del governo furono il Compendio delle cose essenziali per le quattro stagioni (Sishi zuanyao), un calendario agricolo composto da Han E nel tardo periodo Tang, e le celebri Tecniche essenziali per il popolo, risalenti al VI secolo. La prima edizione imperiale di queste due pregevoli opere fu effettuata nel 1020 e le copie prodotte furono distribuite come manuali ai funzionari locali del governo. A quanto pare, però, a quel tempo gli editori commerciali producevano già da qualche anno opere di agricoltura per la vendita al pubblico; per esempio, verso il 1950 l'esame di una rara edizione coreana del 1590 del Compendio delle cose essenziali per le quattro stagioni, appartenente a una collezione giapponese, dimostrò che si trattava di una copia della prima edizione commerciale dell'opera, stampata nel 996 a Hangzhou. Le informazioni sulla produzione libraria di epoca Song in nostro possesso sono però troppo scarse per comprendere la reale dimensione del fenomeno delle edizioni commerciali, e purtroppo nessuna delle opere di agricoltura stampate in quel periodo è sopravvissuta, mentre esistono ancora numerose edizioni risalenti al periodo Yuan.

Non sappiamo se la crescita dell'editoria commerciale abbia prodotto un aumento del numero degli scrittori di agronomia, ma è certo che il nuovo mezzo offriva agli autori la possibilità di diffondere e di tramandare le proprie opere in modo molto più efficace del manoscritto. Per tutto il periodo che precede la dinastia Song sono ricordati soltanto 78 titoli di agricoltura, la grande maggioranza dei quali sopravvive soltanto sotto forma di citazioni sparse; le bibliografie elencano 105 titoli di agricoltura per i tre secoli della dinastia Song e 26 per il secolo del dominio Yuan (Wang Yuhu 1979). I libri a stampa prodotti durante queste due dinastie non erano a buon mercato, ma erano comunque alla portata dei membri dell'élite, compresi i proprietari terrieri. Il fatto che l'editoria commerciale fosse affermata principalmente nel Sud ‒ dove vi era abbondanza di bambù, utilizzato per produrre la carta ‒ favorì indubbiamente il progressivo prevalere delle opere meridionali all'interno della produzione dei titoli di agronomia. La stampa consentiva anche alcune forme di presentazione del contenuto, come il tu, che non si confacevano alla trasmissione manoscritta. Il termine tu ha un significato generico, e designa tavole, diagrammi o illustrazioni; nelle Tecniche essenziali per il popolo, redatte verso il 535, le informazioni sono a volte fornite in modo da far pensare alla presenza di tabelle, tuttavia se Jia Sixie si servì delle illustrazioni (tu), non ne è rimasta alcuna traccia e non vi è alcun indizio che possa far ritenere che il testo fosse illustrato; l'uso delle tavole iniziò a diffondersi soltanto dopo l'avvento della stampa.

L'agronomo Wang Zhen, vissuto durante il periodo degli Yuan e autore di un altro Trattato di agricoltura portato a termine e pubblicato nel 1313, fu il primo a sfruttare sino in fondo le possibilità offerte dall'uso delle illustrazioni per raggiungere il suo scopo, che era quello di realizzare un'opera che potesse essere compresa dai funzionari locali e da essi utilizzata per istruire i contadini nell'uso delle tecniche più avanzate. Anche se le edizioni Yuan sono andate interamente perdute, le illustrazioni contenute nell'edizione del periodo di Jiajing (1522-1566) sono da considerarsi molto simili a quelle originali. Wang fece un uso molto generoso di tavole (306 in totale), che sono a volte di grande effetto; per esempio, un bell'esemplare di tu inteso come diagramma è un magnifico calendario circolare, dove i Tronchi celesti, i Rami terrestri, le quattro stagioni, i dodici mesi, i ventiquattro qi nodali, tutte le sequenze dei lavori agricoli con i fenomeni naturali che ne segnalano la necessità, le configurazioni astrali, le stagioni, la fenologia e tutte le tappe della produzione agricola, sono abilmente e sinteticamente riuniti, in modo da fornire tutte le informazioni essenziali di un almanacco agricolo in un piccolo cerchio. Questa splendida applicazione dello yueling, o principio delle 'ordinanze mensili', fu riprodotta in molte opere successive.

Oltre a diagrammi di vario genere, Wang Zhen fu il primo a introdurre l'uso delle illustrazioni nei trattati di agronomia; a differenza degli autori di botanica dell'epoca, egli non ritenne necessario illustrare le sezioni dedicate ai diversi tipi di colture e così la prima opera di agronomia dotata d'illustrazioni delle piante fu in effetti il Compendio delle opere e dei giorni (Shoushi tongkao), commissionato dal governo imperiale e pubblicato nel 1742. Wang si serviva delle illustrazioni principalmente per sviluppare una materia quasi del tutto nuova, ossia la descrizione tecnica sistematica dei diversi tipi di campi e di attrezzature agricole, compresi i macchinari per produrre tessuti. La terza sezione del suo Trattato di agricoltura, che occupa 12 capitoli su un totale di 22, unisce testo e illustrazioni in un repertorio sistematico dei diversi tipi di campi, degli utensili e dei macchinari agricoli (dai mulini ad acqua ai sandali, dagli erpici ai filarelli), intitolato Registro illustrato degli strumenti agricoli (Nongqi tupu). Esso non rappresentava tuttavia una novità assoluta; benché molto rare, le opere dedicate alla descrizione di attrezzi agricoli esistevano già da tempo e tra esse ricordiamo il Canone dell'aratro (Leisi jing), scritto da Lu Guimeng (m. 881 ca.) nell'880 d.C., e il testo notoriamente criptico Annotazioni dell'artefice (Kaogong ji), una sezione dei Riti dei Zhou (Zhouli), che potrebbe risalire all'epoca degli Stati combattenti (480-221 a.C.). Le Annotazioni dell'artefice contenevano brevi descrizioni di utensili, molti dei quali erano divenuti da tempo obsoleti quando lo studioso Song, Lin Xiyi, tentò di ricostruirli nelle sue Annotazioni dell'artefice spiegate (Kaogong ji jie, 1235 ca.). Grazie alle possibilità offerte dalla stampa, Lin poté illustrare le sue interpretazioni; egli era un antiquario, e le illustrazioni che accompagnano il suo testo sono più simili a diagrammi schematici che a disegni realistici, come quelli di Wang Zhen, ma non si può escludere che quest'ultimo abbia tratto ispirazione dall'opera di Lin per il suo Registro illustrato degli strumenti agricoli. Il Canone dell'aratro, d'altra parte, fornì a Wang Zhen il modello testuale per le sue descrizioni tecniche, tanto è vero che la voce 'aratro' della sua opera è quasi interamente ricalcata sul testo di Lu Guimeng. Quest'ultimo dichiarava di aver ignorato del tutto la tecnica di costruzione dell'aratro sino al giorno in cui aveva chiesto a un vecchio contadino di dirgli i nomi delle differenti parti che lo componevano, e di essere quindi rimasto stupefatto, quasi fosse entrato nella capanna del Divino Agricoltore, per aver ricevuto istruzioni sull'agricoltura. Servendosi di uno stile preciso e scarno, adottato in seguito da Wang Zhen nelle sue descrizioni, il Canone dell'aratro elenca le undici parti di questo modello particolare di aratro, descrivendo la forma e la funzione di ciascuna di esse e il modo in cui erano connesse tra loro. Per esempio:

Il pezzo che parte dalla base, alla quale è unito da una mortasa ad angoli retti, è chiamato 'montante' o 'freccia' […]. Una parte del montante si estende sopra il bure e può essere stretta o allentata; sulla parte superiore del bure vi è una scanalatura che corrisponde [a una fessura praticata] nel montante, [in cui s'inserisce] un pezzo tagliato a scalini, alto davanti e basso dietro, che può essere spinto in avanti o indietro [a seconda delle necessità]; questo pezzo è chiamato 'zeppa' o 'regolatore'. Quando è spinto in avanti, il montante si allenta e l'aratro affonda maggiormente nel terreno; quando è spinto indietro, il montante rimane alzato e l'aratro produce un solco più superficiale. Il montante è chiamato 'freccia' perché è possibile regolarne l'altezza come quella di [una freccia in] una balestra; la zeppa è chiamata 'regolatore' perché è regolata esattamente nella giusta posizione. (Leisi jing, p. 182)

Per compilare il suo Registro illustrato degli strumenti agricoli, che fornì un eccezionale contributo all'agronomia cinese, Wang Zhen deve aver interrogato molti contadini; per comprendere meglio l'abilità di Wang nel mettere a frutto ogni risorsa per trasmettere le sue conoscenze ai lettori, può essere utile confrontare la sua opera con quella intitolata Agricoltura e sericoltura illustrata (Gengzhi tu). Questo confronto fornisce l'occasione di registrare un importante cambiamento nella concezione di ciò che costituiva la conoscenza agronomica. Nell'Agricoltura e sericoltura illustrata, opera scritta nel 1145, nel Trattato di agricoltura di Chen Fu del 1149 e nel Trattato di agricoltura di Wang Zhen la produzione di cereali e quella di tessuti sono considerate aspetti inseparabili della produzione agricola, corrispondenti all'ideale e alla realtà dei contributi complementari forniti all'economia domestica dai membri maschili e femminili delle famiglie rurali. Questa complementarità dei ruoli rispecchiava un ideale molto antico e si rifletteva concretamente sul sistema fiscale, che imponeva ai nuclei domestici contributi di cereali e di tessuti di uguale valore. Tuttavia, le prime opere agronomiche, come le Tecniche essenziali per il popolo, s'interessavano alla produzione maschile delle materie prime necessarie per filare e tessere, ma non dedicavano alcuno spazio alla fabbricazione del filo e delle stoffe, svolta in gran parte dalle donne; nell'Agricoltura e sericoltura illustrata, invece, il lavoro femminile è esplicitamente affiancato a quello maschile.

Il trattato Agricoltura e sericoltura illustrata era formato da una serie di dipinti su rotolo, eseguiti da Lou Shou, di cui dodici erano dedicati alle diverse fasi della coltivazione del riso e altrettanti alla sericoltura; ogni dipinto era accompagnato da una poesia sullo stesso tema. Lou Shou presentò la sua opera all'imperatore Gaozong (1127-1162) intorno al 1145, cioè meno di venti anni dopo la perdita delle province settentrionali, in un momento in cui l'imperatore e i suoi ministri erano fortemente impegnati a promuovere lo sviluppo dell'agricoltura. Gaozong e la sua consorte, entrambi esperti calligrafi, furono deliziati dall'opera e scrissero personalmente dei commenti ad alcune poesie. Le due serie furono incise su pietra da due nipoti di Lou verso il 1210. L'opera ebbe anche una lunga serie di edizioni a stampa, raggiungendo la massima celebrità durante l'epoca della dinastia mancese, quando ben quattro imperatori, Kangxi (1662-1722), Yongzheng (1723-1735), Qianlong (1736-1795) e Jiaqing (1796-1820), composero altre poesie destinate ad accompagnarne le immagini, ordinando di dare alle stampe le nuove versioni. Nel frattempo le pitture furono adattate, sia con le poesie originali sia con quelle composte successivamente, da numerosi autori Ming (1368-1644) e Qing (ma non da Wang Zhen), in genere per essere usate come introduzione convenzionale ai trattati di agronomia o alle sezioni delle enciclopedie dedicate all'agricoltura e alla produzione tessile.

Dal punto di vista didattico l'opera di Lou Shou riassume le tappe principali della coltivazione sommersa del riso, dell'allevamento dei bachi da seta e della produzione del filato di seta. I procedimenti descritti in Agricoltura e sericoltura illustrata si basano sulle tecniche più raffinate del tempo; l'opera poteva quindi essere utilizzata per introdurre le tecniche più avanzate nelle regioni arretrate del paese, e in effetti un certo numero di copie fu distribuito a questo scopo. Le immagini di Lou Shou sono però più simili a eleganti scene di genere che a disegni tecnici e, benché abbiano rappresentato un'importante fonte d'informazioni per gli studiosi di agronomia, non raffigurano sistematicamente i dettagli; per esempio, nell'immagine dedicata all'aratura il vomere e il versoio sono nascosti dal fango. Le poesie che accompagnano le immagini ricostruiscono in modo affascinante le atmosfere, i gesti, i benefici dell'agricoltura e, più che a fornire indicazioni pratiche, sembrano interessate a tessere le lodi della vita campestre. Del resto, gli autori di raccolte di precetti morali o di prescrizioni mediche si servivano spesso della forma poetica della ballata per trasmettere informazioni di carattere tecnico al pubblico incolto; anche i contadini analfabeti, le donne e i bambini potevano imparare a memoria i versi e il messaggio pratico in essi contenuto. Inoltre, spesso i letterati annotavano in forma poetica gli spettacoli interessanti o le pratiche insolite cui gli capitava di assistere (come nel caso dei 'campi galleggianti', dei quali si parlerà più avanti, descritti da Su Shi, il famoso poeta e statista dei Song settentrionali vissuto tra il 1037 e il 1101). Le poesie che accompagnano le immagini di Lou Shou erano componimenti letterari, più che didattici; come quelle composte da Song Boren per la sua serie di 'ritratti dei fiori di prugno', pubblicata nel 1231, miravano a evocare un'atmosfera e un'emozione particolari. Anche Wang Zhen aggiunse componimenti di questo genere, suoi o di altri autori, alle voci del suo Registro illustrato degli strumenti agricoli. Ecco, per esempio, alcuni versi tratti da Agricoltura e sericoltura illustrata: "Una limpida giornata di gelo/ quando un forte vento strappa le foglie dagli alberi/ è il momento migliore per trebbiare./ Il battito irregolare dei correggiati risuona/ le chiocce brune beccano il grano caduto/ mentre le cornacchie ciarlano allegramente" (Nongshu, 14, p. 29a).

Lo scopo principale perseguito da Wang Zhen nel suo Trattato di agricoltura, tuttavia, non era quello di evocare le virtù della vita campestre, ma di fornire accurate descrizioni funzionali delle tecniche di produzione agricola. Pur prendendo in prestito alcune poesie dall'opera di Lou Shou, Wang Zhen non adottò né i soggetti né il formato delle sue illustrazioni; i disegni di quasi tutti gli utensili descritti nel suo Registro illustrato degli strumenti agricoli hanno ben poco a che vedere con le immagini di Agricoltura e sericoltura illustrata, essendo stati concepiti come disegni esplicativi destinati a illustrare un testo di carattere tecnico. Tutte le parti che compongono ciascun utensile sono chiaramente visibili; in molti casi l'utensile o la macchina sono raffigurati da soli e, quando a essi sono affiancate immagini di persone o animali, questo avviene sempre allo scopo di mostrarne il funzionamento. Solamente nel caso delle raffigurazioni dei diversi tipi di campi è rappresentato anche il paesaggio circostante, completo di figurine che si affrettano lungo gli argini e di casette seminascoste da ciuffi di bambù. Con il suo Registro illustrato degli strumenti agricoli l'autore non si proponeva soltanto di fornire ai lettori un repertorio delle attrezzature più diffuse; nativo dello Shandong, Wang aveva svolto compiti di funzionario nelle regioni dello Anhui e del Jiangxi. Esperto sia del sistema agricolo settentrionale sia di quello meridionale, pensava che questa forma di documentazione avrebbe convinto gli agricoltori ad adottare i nuovi utensili o le nuove tecnologie, provenienti dalle altre regioni del paese. Quest'ambizione emerge con evidenza dal seguente brano:

Lo yundang ['remo sarchiatore'] è un nuovo attrezzo inventato nel Jiangnan. Ha la forma di uno zoccolo di legno, lungo circa un chi [35 cm ca.] e largo tre cun [10,5 cm ca.], con una dozzina di chiodi sporgenti dal fondo. In cima vi è una traversa, che serve a fissare il manico di bambù, lungo circa cinque chi [1,75 m ca.]. Al tempo della sarchiatura, il contadino mescola insieme il fango e le erbacce tra le file di spighe, in modo da seppellire le erbacce sottoterra e da ottenere un campo pulito e ben lavorato al tempo stesso […]. Nelle province a est dello Yangzi ho visto i contadini sarchiare a mano i loro campi, avanzando carponi tra le messi con il sole che gli arrostiva la schiena e le estremità immerse nel fango, uno spettacolo veramente pietoso […], così ho deciso di descrivere lo yundang nella speranza che qualche filantropo ne diffonda l'uso. (Nongshu, 13, p. 28a)

Il testo e l'illustrazione si completano a vicenda e nella maggior parte dei casi sono stati pensati per permettere la costruzione e un corretto uso dello strumento:

La lunghezza della traversa dell'erpice piatto [ba] dovrebbe essere cinque chi [1,75 m ca.], la sua larghezza quattro cun [14 cm ca.]; le due barre dovrebbero distare l'una dall'altra almeno cinque cun [17,5 cm ca.]. Nelle barre sono stati praticati dei buchi quadrati, dove sono stati inseriti dei denti di legno lunghi circa sei cun [21 cm ca.] o più. A ogni estremità della barra vi è una trave di legno lunga circa tre chi [1 m ca.], incurvata leggermente verso l'alto sul lato anteriore e trapassata da pioli di legno, ai quali vengono fissate le tirelle del bue; questo è il cosiddetto erpice quadrato. Esiste anche un altro tipo di erpice, a forma di V, fornito di denti di ghisa […]. Quando si usa questo erpice, un uomo vi sale sopra in piedi per farlo penetrare più in profondità nel terreno. L'uomo deve anche scendere spesso a terra per liberare [i denti] dalle erbacce che vi sono rimaste impigliate. Questo strumento è particolarmente adatto ai terreni umidi.

[…] Il changchan [lett. 'lungo vomere'] è uno strumento utilizzato per vangare i campi. È notevolmente più stretto di un vomere ed è fissato a un'asta lunga più di tre chi [1 m ca.] e incurvata all'indietro; in cima vi è una traversa che si afferra con entrambe le mani. Premendo il piede sul 'tallone' sporgente dalla parte posteriore dell'asta, si affonda la punta nel terreno, quindi si tira con uno strappo l'asta all'indietro per sollevare la zolla. Questo strumento può essere utilizzato al posto dell'aratro negli orti o nei terreni infossati. Richiede meno forza di una zappa e agisce su un'estensione maggiore di terreno. (ibidem, 12, p. 8a; 13, p. 6a-b)

Il primo caso è indicativo del metodo seguito da Wang Zhen per trasmettere i principî di costruzione di un dato strumento: spesso le dimensioni sono indicate in termini approssimativi, per consentire le variazioni dettate dalle pratiche locali o dai materiali a disposizione: "una trave di legno lunga circa tre chi [1 m ca.]"; tuttavia a volte sono indicati dei limiti di tolleranza: "le due sbarre dovrebbero distare l'una dall'altra almeno cinque cun [17,5 cm ca.]", per impedire che l'erpice sia intasato troppo rapidamente dalle erbacce. Il secondo esempio, relativo al changchan, contiene una precisa descrizione dei gesti necessari all'uso di uno strumento con cui la maggior parte dei Cinesi aveva poca familiarità; Wang non perde tempo a descrivere il modo in cui bisogna usare l'onnipresente zappa.

Nella maggior parte dei casi, nel Registro illustrato degli strumenti agricoli testo e illustrazioni si completano dunque a vicenda, ma a volte sembra che l'artista non abbia compreso bene la forma dell'utensile che doveva disegnare. Il 'lungo vomere' (changchan) era uno strumento utile, di cui Wang avrebbe voluto diffondere i vantaggi nel modo più ampio, in questo caso però l'illustrazione appare molto poco convincente: l'azione dell'utensile descritto da Wang avrebbe richiesto una lama metallica piatta o incurvata verso l'alto, qualcosa di simile a una vanga insomma, e non l'oggetto a forma di becco dalla punta metallica raffigurato dall'artista; in effetti, questa immagine non è tratta dalla realtà, ma appartiene a una lunga tradizione di fantasiose rappresentazioni di strumenti agricoli arcaici e dei loro presunti discendenti. Un altro esempio di scarsa accuratezza nelle illustrazioni del Registro illustrato degli strumenti agricoli è quello del 'remo sarchiatore' (yundang), raffigurato come una specie di rastrello, mentre Wang lo descrive come un attrezzo a forma di zoccolo, ossia molto simile allo strumento moderno, chiamato 'erpice a mano' da R.P. Hommel (Hommel 1937). La presenza di questi errori e discrepanze ci permette di concludere che Wang non sempre preparava o correggeva le illustrazioni di persona, e che in alcuni casi egli non avesse mai visto un particolare strumento, ma si basava sulla descrizione fattane da altri. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le immagini contenute nel Registro illustrato degli strumenti agricoli sono ragionevolmente accurate ‒ a volte sorprendentemente precise nei dettagli ‒ e sono state un'importante fonte d'informazioni non soltanto per gli storici dell'agricoltura, ma anche per quelli della tecnologia tessile e dell'ingegneria meccanica.

L'opera di Wang Zhen era così completa e ben fatta che molti scrittori o compilatori di trattati agricoli o di sezioni enciclopediche successive, piuttosto che iniziare da capo a descrivere o raffigurare gli strumenti in uso nella loro epoca, preferirono copiare in parte o interamente il Registro illustrato degli strumenti agricoli, con diverse sfumature di licenza artistica. La sezione dedicata alle attrezzature agricole del Trattato completo di amministrazione agricola (Nongzheng quanshu), di Xu Guangqi (1562-1633) pubblicata nel 1639, si basava quasi esclusivamente su adattamenti delle illustrazioni di Wang, con l'aggiunta di qualche figura supplementare, come quelle della vite di Archimede e di altri congegni idraulici di origine europea che Xu sperava d'introdurre in Cina. In generale, la produzione di nuove illustrazioni era legata alla necessità di comunicare nuove informazioni. Ogni contadino sapeva che aspetto avevano le diverse specie coltivate, e di conseguenza Wang Zhen non ritenne necessario includerne le immagini nel suo Trattato di agricoltura. Il Trattato completo di amministrazione agricola del 1639 dedica invece un'illustrazione a ciascuna delle quasi cinquecento piante elencate nell'ultima sezione come cibo di emergenza, per facilitarne la ricerca e il riconoscimento in tempi di carestia.

Lo sviluppo dell'agricoltura meridionale

Durante le dinastie Song e Yuan furono prodotti numerosi testi dedicati all'agricoltura settentrionale, ma da quanto si è conservato sembra che non aggiungessero molto di nuovo ai metodi e alle tecniche descritti da Jia Sixie già nel VI secolo. In questo periodo si registrarono tuttavia nel Nord significativi progressi nella sericoltura e nella tecnologia tessile e nuove colture, come quella del cotone, iniziarono ad acquistare maggiore importanza. Molte delle opere scritte nel periodo Song andarono perdute o non furono più utilizzate alla caduta della dinastia. Durante la dinastia dei Song settentrionali, per esempio, un letterato dello Shandong, di nome Deng Yufu, scrisse un'opera in 120 capitoli, intitolata Storia dell'agricoltura (Nongli). L'epitaffio di Deng lo descrive come un appassionato ed esperto agricoltore, convinto di aver scritto un'opera molto più completa delle Tecniche essenziali per il popolo; affermazione, questa, piuttosto ovvia, visto che la sua opera era anche dieci volte più lunga. La perdita delle regioni settentrionali produsse effetti devastanti anche per quest'opera; durante il periodo di regno di Gaozong (1127-1162), della dinastia dei Song meridionali, un bibliofilo annotò di aver domandato sue notizie, ma che soltanto pochi collezionisti ricordavano di averla vista; poco dopo essa andò totalmente perduta. La Raccolta dei principî di agricoltura e sericoltura del 1273, che s'interessa quasi esclusivamente del sistema agricolo settentrionale, ebbe maggiore fortuna. Pur essendo stata compilata dalla Commissione per l'agricoltura nominata dagli imperatori Yuan prima della conquista del Sud, essa non perse d'interesse agli occhi del governo neppure dopo la riunificazione del paese. A questo si deve aggiungere che la Raccolta dei principî di agricoltura e sericoltura, insieme ad altre opere di questo periodo, orientate prevalentemente verso l'agricoltura settentrionale, come il Discorso diretto sulla coltivazione (Zhongshi zhishuo) e il Discorso diretto del maestro Han (Hanshi zhishuo), riscosse un grande successo in Corea tanto da essere inserita nella tradizione agronomica di quel paese.

Dopo la caduta dei Song settentrionali, nel 1127, la supremazia agricola ed economica delle regioni risicole della Cina meridionale si affermò in modo definitivo. La catena dei monti Qinling separa le province settentrionali, dal clima secco e continentale, da quelle più umide e semitropicali del Sud; la base del sistema agricolo settentrionale era rappresentata dalla coltivazione del miglio, del frumento e di altri cereali resistenti alla siccità, mentre i sistemi meridionali erano organizzati intorno alla coltivazione sommersa del riso. Le tracce più antiche di riso domestico sono state ritrovate in un sito neolitico nei pressi di Ningbo, alla foce dello Yangzi, databile intorno al 5000 a.C., e altri resti di riso sono stati rinvenuti in diversi siti neolitici sparsi in tutta la Cina meridionale e l'Asia sudorientale. Inizialmente il riso era coltivato negli acquitrini naturali, ma ben presto furono realizzati i primi argini e la tecnica del trapianto, alla base della coltivazione sommersa del riso, era già utilizzata al tempo degli Han.

I diversi metodi di coltivazione del riso erano descritti in opere precedenti l'avvento dei Song, per esempio in un capitolo delle Tecniche essenziali per il popolo, dove sono esposti due metodi di risicoltura sommersa, per semina alla volata e per trapianto (Qimin yaoshu, 12.2, 12.3). La prima opera che documenta in modo sistematico il metodo di coltivazione intensiva del riso, che sarebbe divenuto la coltura dominante in gran parte della Cina meridionale, è il Trattato di agricoltura, composto da Chen Fu nel 1149. Questo breve scritto descrive i diversi aspetti dell'agricoltura nel Jiangnan ed è diviso in tre sezioni: la prima dedicata alla coltivazione dei vegetali (e in particolare alla risicoltura sommersa), la seconda all'allevamento del bufalo indiano (il principale animale da tiro della Cina meridionale) e la terza alla sericoltura. Chen Fu afferma nella sua introduzione di aver scritto questo libro per confutare le 'parole vuote' e le 'divagazioni' delle due bibbie agronomiche del tempo, le Tecniche essenziali per il popolo, del 535 ca., e il Compendio delle cose essenziali per le quattro stagioni (Sishi zuanyao), composto nel tardo periodo Tang, ambedue scritte da autori settentrionali. Chen non si dilunga in citazioni degli autori più antichi, in considerazioni sulla santità dell'agricoltura o in spiegazioni cosmologiche dei processi che descrive. Ogni parola ha un suo preciso significato in un testo denso di dettagli pratici, come nel seguente brano tratto dal capitolo dedicato alla coltivazione delle pianticelle di riso destinate al trapianto, intitolato Prendersi cura delle radici e dei germogli (Shan qi gen miao pian):

Quando si coltiva un campo, la prima cosa da fare è prendersi cura delle radici e dei germogli, in modo da consentire alle piante di partire nel modo migliore, perché è molto raro che un campo iniziato male finisca bene. Se vuoi radici sane e germogli robusti, devi seminare al momento giusto, tenere conto delle esigenze del terreno prescelto e non essere avaro con il fertilizzante. Se osserverai queste tre condizioni e manterrai anche in seguito una scrupolosa attenzione, ti risparmierai molti problemi e, salvo qualche catastrofe naturale, otterrai sempre un buon raccolto.

La prima cosa da fare quando si coltiva il riso è preparare un semenzaio [un piccolo appezzamento in cui il riso è seminato e coltivato sino al momento di trapiantarlo nel campo vero e proprio]. Aralo a fondo due o tre volte durante l'autunno e l'inverno, in modo che il terreno sia ben ghiacciato dalla neve e dal gelo e ben sbriciolato. Coprilo di paglia marcita, foglie morte, erbacce estirpate e stoppie essiccate, poi dagli fuoco, in modo da scaldare il terreno e renderlo più produttivo. All'inizio della primavera ara ancora due o tre volte, per frantumare e rivoltare il terreno. Poi spargi il concime.

Il miglior fertilizzante sono gli scarti della canapa, ma sono difficili da usare. Devono essere ben sminuzzati e sepolti in una buca insieme a del concime bruciato. Come quando si fa il lievito, quando il miscuglio inizia a emettere calore e a coprirsi di peluria, spargilo sul terreno e trasporta il concime caldo dal centro ai bordi e quello freddo dai bordi al centro, poi ammucchialo di nuovo nella buca. Ripeti l'operazione tre o quattro volte, sino a quando il concime non emette più calore. Allora è pronto per l'uso. Se non si tratta in questo modo, il concime brucerà e ucciderà le piante. Non usare neppure il bottino, che fa marcire i giovani germogli e danneggia le mani e i piedi dei contadini, producendo piaghe difficili da curare. Il migliore tra tutti i fertilizzanti è un miscuglio di composta bruciata, setole di maiale bruciacchiate e crusca grossa fatta marcire in una fossa.

Il campo dovrebbe essere bagnato e ben lavorato, quindi spruzzato di pula e composta. Falle penetrare bene nel terreno, poi spianalo con il rastrello e infine spargi i semi […]. Ho visto spesso dei contadini che usavano l'urina mescolandola direttamente all'acqua d'irrigazione; questa pratica produce danni immediatamente visibili. (Nongshu, pp. 5-6)

Le pianticelle rimanevano nel vivaio per circa sei settimane, sino a raggiungere un'altezza di circa 20 cm; a questo punto si sradicavano, si scartavano quelle più deboli o danneggiate e si legavano le rimanenti a mazzi, pronte per essere trapiantate nel campo principale. Un vivaio produceva una quantità di semenzali sufficiente a coprire una superficie venticinque volte più estesa. Come la semina a righe nelle regioni settentrionali, questo sistema di risicoltura consentiva di realizzare notevoli risparmi di acqua e di concime, oltre a prolungare di alcune settimane il periodo durante il quale il campo principale rimaneva disponibile per altre colture. Il sistema agricolo descritto da Chen Fu era caratterizzato da alti livelli di produttività, grazie anche alla stretta integrazione tra risicoltura e sericoltura. Scrivendo dal punto di vista del proprietario terriero, direttamente responsabile della gestione economica della propria azienda, Chen fornì calcoli dettagliati delle entrate e degli utili relativi alle attività agricole e alla sericoltura. Nel Nord, dove i campi di miglio producevano a volte meno di una tonnellata a ettaro e dove la breve stagione di crescita impediva di ottenere più di un raccolto di cereali l'anno, un appezzamento di 100 mu (5,7 ha ca.) era giudicato un'estensione ragionevole per un'azienda familiare. Nel Jiangnan, invece, due raccolti l'anno erano la regola già dai tempi dei Song ed è interessante notare come nel seguente brano Chen Fu offrisse come esempio una risaia di 10 mu (0,57 ha ca.), che l'agronomo Zhang Lüxiang (1611-1674) valutava come la massima estensione di terra coltivabile da un agricoltore autonomo:

Nella parte alta del terreno, dopo aver cercato i punti nei quali si accumula l'acqua, scava degli stagni. In un podere di 10 mu [0,57 ha ca.], occorre riservare 2 o 3 mu alla conservazione dell'acqua. Al termine della primavera, quando inizia la stagione delle piogge, alza gli argini e approfondisci e allarga l'interno degli stagni. Rafforza gli argini piantandovi gelsi o zhe [un altro albero le cui foglie erano usate per nutrire i bachi], alla cui ombra potrai legare il bufalo, come richiede la sua natura. Il bufalo renderà più solidi gli argini calpestandoli con il suo peso, i gelsi avranno acqua a sufficienza e cresceranno in fretta e anche nella stagione secca non avrai problemi d'irrigazione, mentre in quella piovosa non dovrai temere che l'acqua straripi dal serbatoio, danneggiando il raccolto. (ibidem, p. 2)

Dal punto di vista storico, nell'Asia orientale e sudorientale la risicoltura in acqua ebbe origine nelle pianure fluviali e nelle valli interne, diffondendosi più tardi nelle pianure alluvionali e sui declivi dei monti, con il sistema delle terrazze, a causa dell'aumento della pressione demografica e grazie allo sviluppo di tecniche più sofisticate per il controllo delle acque e per l'ampliamento dei terreni coltivabili. Benché i Cinesi utilizzassero già da secoli numerosi e sofisticati metodi per il controllo delle acque, è soltanto durante le dinastie Song e Yuan che queste tecnologie iniziarono a trasformare i modelli insediativi lungo il basso corso dello Yangzi, acquistando una posizione di preminenza nella letteratura agronomica ed economica del tempo. Il modellino rinvenuto in una tomba di epoca Han raffigurato nella fig. 6 riproduce una cisterna situata allo stesso livello del campo irrigato; il brano di Chen Fu appena citato descrive invece un sistema in cui l'acqua piovana, raccolta in uno stagno posto in alto sul fianco della montagna, scendeva al campo per forza di gravità, forse da una certa distanza, attraverso canali o fossati; anche il Trattato di agricoltura di Wang Zhen documenta l'esistenza di diverse forme di trasporto dell'acqua a lunghe distanze. Alcune cisterne erano molto vaste; il Libro del Maestro dello Huainan (Huainanzi), un'opera composta intorno al 120 a.C., tratta di riserve idriche che potevano raggiungere un'estensione di 1000 mu (46 ha ca., in epoca Han) e raccogliere una quantità d'acqua pari a quattro volte la superficie dei campi di riso. Dal periodo Song i sistemi di controllo idrico combinano irrigazione e drenaggio; Ma Duanlin (1254-1323 ca.) descrive in una sua opera le coste meridionali disseminate di cisterne. Nella stagione secca l'acqua era rilasciata per irrigare i campi e, se pioveva troppo, si drenavano i terreni e si scaricava l'eccesso d'acqua in mare, evitando così sia la siccità sia le inondazioni. I viaggiatori di passaggio nelle regioni sudorientali durante il periodo Tang e all'inizio di quello Song furono i primi a menzionare le risaie a terrazza, descritte più tardi da Wang Zhen con il nome di 'campi a scala' (titian). Anche i campi a terrazza erano riforniti con il sistema a caduta, in genere deviando un torrente in un canale che scendeva tra i campi irrigandoli.

Sin dall'epoca Song esistevano altri metodi di controllo delle acque, basati su una tecnologia più sofisticata del semplice sistema a caduta e descritti sistematicamente da Wang Zhen. L'origine dei campi a polder (yutian o weitian) risale all'epoca preimperiale; questi campi erano costruiti in zone paludose o lungo le rive dei fiumi dove i terreni erano bonificati mediante la costruzione di una barriera di dighe di terra, all'interno delle quali il territorio era suddiviso in campi, vasche e canali di drenaggio; Wang Zhen osservò che la grandezza di questo tipo di campi poteva variare da pochi mu a centinaia di qing (un qing equivale a 100 mu, cioè a 5,7 ha ca.; v. Nongshu, 11, p. 15b). I 'campi a forziere' (guitian), così chiamati per la loro somiglianza con le scatole munite di serratura e divise in scomparti, utilizzate comunemente per custodire il denaro o altri preziosi, erano una versione ridotta dei campi a polder; i 'campi insabbiati' (shatian) si ottenevano costruendo degli argini intorno agli isolotti dei fiumi, mentre i 'campi di fango' (tutian) erano ricavati nei delta dei fiumi o lungo le coste marine, proteggendoli con dighe marittime. Per estrarre il sale dal terreno era necessario seminarvi particolari varietà di erbe, infestanti ma resistenti alla salsedine, come il miglio da cortile o il riso rosso; spesso era necessario attendere molti anni prima di procedere alla coltivazione delle specie commestibili. In alcune zone della Cina gli agricoltori costruivano inoltre dei 'campi galleggianti', così descritti da Chen Fu:

Se l'acqua è così profonda da trasformare il campo in palude, devi costruire un 'campo galleggiante' (fengtian), unendo tra loro dei pezzi di legno per formare la superficie del campo, che galleggerà come una zattera sull'acqua. Copri l'intelaiatura di legno di fango e di zizzania acquatica, poi spargi le sementi. L'intelaiatura di legno che forma la superficie del campo si solleva e scende insieme al livello dell'acqua, senza affondare mai. (Nongshu, p. 2)

Wang Zhen osservava che ai suoi tempi i campi galleggianti erano molto diffusi in tutta la Cina sudorientale, e citava dei versi del poeta e statista Su Shi (Su Dongpo), vissuto nel periodo dei Song settentrionali, che descrivono i campi galleggianti del Lago occidentale di Hangzhou, la città destinata a divenire più tardi la capitale della dinastia dei Song meridionali. Dopo lo sviluppo nella regione compresa tra i fiumi Yangzi e Huai, i metodi per bonificare i terreni acquitrinosi si diffusero gradualmente in tutta la Cina meridionale. Gli acquitrini del delta dello Yangzi furono convertiti in terreni coltivabili già nel XII sec., e molti di questi polder sono sopravvissuti sino al XX secolo. Nei periodi Song e Yuan furono compiuti notevoli progressi nelle tecniche di controllo delle acque; i miglioramenti apportati alle chiuse, alle dighe e ai canali di diversione non soltanto permisero di migliorare il controllo delle inondazioni e i sistemi d'irrigazione, ma diedero anche un notevole impulso alla bonifica delle terre per la costruzione dei polder e alla regolazione dell'approvvigionamento idrico dei campi. Nello stesso periodo si assistette inoltre alla scoperta e alla diffusione di un gran numero di congegni per il sollevamento dell'acqua, dai secchi e dalle aste a bilanciere, sino alle ruote ad acqua. Alcuni di questi congegni erano azionati dall'uomo, come per esempio la pompa a catena a pale quadrate, mentre altri usavano la forza degli animali o quella dell'acqua. Oltre al capitolo già menzionato sull'energia idraulica, Wang Zhen dedicò due capitoli del suo Registro illustrato degli strumenti agricoli al controllo delle acque.

Il repertorio di attrezzi impiegati nel sistema agricolo meridionale, basato sulla risicoltura, era alquanto diverso da quello in uso nelle regioni settentrionali, dotate di un clima molto più asciutto. Per rompere le zolle, rovesciare il terreno e incidere i campi dopo il raccolto del riso, in modo da drenare a fondo il terreno per prepararlo alla semina del grano o dell'orzo, era necessario un aratro con versoio. Prima di trapiantare il riso, la parte superficiale del terreno doveva essere mescolata con un erpice a punte di ferro sino a trasformarla in una melma sottile, e poi livellata con un rullo. La seminatrice, onnipresente al Nord, era praticamente sconosciuta al Sud, dove dominava la tecnica del trapianto. Il riso è molto sensibile al livello dell'acqua e non cresce bene nei campi non perfettamente pianeggianti, e così prima dell'avvento dei bulldozer e delle livellatrici laser le dimensioni dei campi erano molto ridotte; tuttavia, poiché da una risaia era possibile ottenere due o più raccolti l'anno, un appezzamento di terreno relativamente molto piccolo era sufficiente a nutrire una famiglia. Di conseguenza, nella Cina meridionale un bufalo soltanto era sufficiente a svolgere tutto il lavoro richiesto da un'azienda familiare.

Nel Nord le grandi tenute, che potevano disporre di molti animali da lavoro, erano più produttive delle piccole proprietà, ma nel Sud queste economie in vasta scala non funzionavano. Molti ricchi investivano i loro capitali nell'acquisto di grandi estensioni di terreno agricolo, ma ritenevano che il modo migliore di farle fruttare non consistesse nel gestire direttamente la proprietà come un'unica azienda, bensì nel dividerla in piccoli appezzamenti da dare in affitto a singole famiglie. Nella coltivazione del riso la maggior parte del lavoro si concentra nei due periodi, relativamente brevi, del trapianto e del raccolto, lasciando ai contadini molto tempo da dedicare alle colture commerciali o alle industrie domestiche. Si è già citata la combinazione riso-seta, descritta da Chen Fu, ma in realtà erano possibili molti altri abbinamenti. Durante le dinastie Song e Yuan, le province del basso Yangzi conobbero un periodo di urbanizzazione e di crescente benessere; le aziende risicole locali rifornivano le città non soltanto di cereali, ma anche di seta, pesce, ortaggi, vino, formaggio di soia e di altri prodotti domestici.

Le 'Rivoluzioni verdi', l'agricoltura e lo Stato

A proposito dello straordinario progresso agricolo intervenuto in Cina durante le dinastie Song e Yuan gli storici hanno parlato di una 'Rivoluzione verde', evidenziandone i punti di contatto con la 'Rivoluzione verde' degli anni Sessanta e Settanta del XX sec., che ha profondamente trasformato l'agricoltura asiatica. La moderna 'Rivoluzione verde' ha visto i governi nazionali e le agenzie internazionali collaborare per diffondere nuove varietà di cereali e tecniche di coltivazione più avanzate, fornendo agli agricoltori istruzione, crediti e sussidi. Anche nella Cina dei Song e degli Yuan lo Stato svolse un analogo ruolo di sostegno allo sviluppo agricolo.

I Song settentrionali dovevano aumentare il gettito delle imposte agricole per finanziare l'aumento delle spese militari. Inoltre, con il crescere della minaccia d'invasione, un numero cospicuo di contadini emigrò nel Sud, aumentando considerevolmente la pressione demografica; il censimento del 1080 indica che due terzi della popolazione erano concentrati nelle province meridionali. Lo Stato effettuò notevoli investimenti nei progetti d'irrigazione, di bonifica e di riassesto del territorio; diverse fonti, tra cui gli editti imperiali, confermano la pratica di stampare a spese pubbliche i manuali di agraria e di distribuirli ai magistrati locali, insieme alle nuove sementi e alle istruzioni per il loro uso. I magistrati lavoravano appoggiandosi all'equivalente Song dei moderni funzionari delle zone rurali, i cosiddetti 'mastri agricoltori' (nongshi) che, in cambio dell'esenzione dalle corvée e da altri servizi, si assumevano la responsabilità d'istruire i loro colleghi nelle nuove tecniche, come i metodi più avanzati di semina e concimazione o l'uso di varietà più produttive. Tra i loro compiti rientrava anche l'organizzazione del mutuo soccorso e la denuncia dei contadini negligenti.

Per sostenere l'agricoltura e incoraggiare gli aumenti di produzione, lo Stato faceva uso anche d'incentivi fiscali; per esempio, il frumento invernale era esente dalle imposte nelle province meridionali, come lo erano i terreni appena dissodati o bonificati. Tra il 1068 e il 1085 il Primo ministro Wang Anshi (1021-1086) varò una serie di 'Nuove politiche' (xinfa) di carattere economico, concepite per aiutare i poveri, tassare i ricchi e aumentare le entrate dello Stato.

I prestiti dei 'Germogli verdi'

Tra i provvedimenti adottati vi erano i cosiddetti prestiti dei 'Germogli verdi' (qingmiao). Durante i magri mesi invernali, quando i granai erano vuoti e il raccolto non era ancora maturo, i contadini poveri erano spesso costretti a chiedere prestiti agli usurai o ai latifondisti per nutrire le loro famiglie, pagare l'affitto e coprire le spese agricole. I prestiti dovevano essere rimborsati al momento del raccolto, cioè proprio quando il mercato era saturo e il prezzo dei cereali scendeva al minimo. Questa manipolazione dei prezzi, aggiunta all'applicazione di tassi d'interesse esorbitanti, significava per molte famiglie non poter far fronte ai debiti e perdere la propria terra. La politica dei 'Germogli verdi' aveva lo scopo di proteggere i più deboli, fornendo loro prestiti a bassi tassi d'interesse, ma, anche se ottenne il risultato d'incrementare enormemente le entrate dello Stato, non è ancora stato stabilito con certezza quali siano stati i suoi effetti reali, se cioè sia stata veramente d'aiuto per i contadini poveri o non abbia accelerato piuttosto il processo di espropriazione e di acquisizione delle terre da parte dei ricchi.

La coltivazione del tè

Analizzando il caso dei coltivatori di tè, Paul Smith (1991) conclude che le nuove politiche interventiste ebbero nella maggior parte dei casi effetti negativi sulle condizioni dei contadini poveri. Nel 1074 lo Stato impose il monopolio sull'industria del tè del Sichuan, allora in piena espansione; infatti, i tè di alta qualità prodotti nelle aziende familiari locali erano venduti ai mercanti dello Shanxi, che li esportavano a loro volta nell'Asia centrale. Per finanziare l'acquisto di cavalli da guerra dal Tibet, lo Stato impose una tassa del 30 % sulle transazioni tra produttori e mercanti e proibì la vendita del tè a chiunque non fosse in possesso di una licenza ufficiale. Il risultato di questa politica fu un grande aumento della produzione, accompagnato tuttavia da una drammatica caduta della qualità del prodotto e degli utili delle aziende, che costrinse molti coltivatori ad abbandonare del tutto quest'attività.

La coltivazione della seta

Lo Stato dei Song meridionali dovette far fronte a una situazione molto difficile: sostentare una popolazione accresciuta dall'afflusso dei rifugiati su una superficie coltivabile notevolmente ridotta e allo stesso tempo finanziare campagne militari sempre più costose contro i pericolosi vicini del Nord. Il dono di seta svolgeva da sempre un'importante funzione nella politica estera della Cina ed enormi quantità di seta finivano sul mercato interno per soddisfare le esigenze di un'élite in costante espansione dal tempo dei primi Song. Sino al 1127 la produzione di seta fu concentrata in massima parte nelle regioni settentrionali, dove il processo di sviluppo tecnico della sericoltura era più avanzato. Recuperare questo svantaggio era una questione di vitale importanza per il governo dei Song meridionali, che riuscì, attraverso un insieme combinato di provvedimenti riguardanti gli insediamenti dei rifugiati, l'istruzione, gli investimenti e la politica fiscale, a sviluppare e a espandere in modo straordinario la sericoltura meridionale. Da quel momento la qualità del filo di seta di Huzhou non conobbe rivali e le città meridionali di Hangzhou e di Suzhou divennero le regine incontrastate dell'industria della seta.

La coltivazione del cotone

Le mire espansioniste dello Stato implicavano esigenze fiscali assai onerose; prima della conquista della Cina meridionale, il governo degli Yuan cercò di limitare il drenaggio finanziario rappresentato dalle importazioni dai territori dei Song meridionali, promuovendo lo sviluppo della coltivazione del tè e degli aranci nelle regioni settentrionali, ma questi tentativi si conclusero con un fallimento a causa del clima sfavorevole. In compenso, le politiche volte a incoraggiare la coltivazione del cotone conseguirono eccellenti risultati.

Il cotone era noto in Cina da secoli come un tessuto di lusso importato dall'Asia centrale o meridionale. Le varietà annuali di cotone si diffusero lentamente verso nord, raggiungendo prima Canton, Hainan e il Fujian e iniziarono a essere coltivate stabilmente nel Jiangnan a partire dal XII sec. raggiungendo il corso del fiume Huai e il Sichuan al tempo degli Yuan. Il cotone è menzionato sporadicamente nei documenti economici a partire dai Song, e soltanto sotto gli Yuan l'industria di questo tessuto si affermò, espandendosi rapidamente. Ben presto i capi di cotone pregiato iniziarono a rivaleggiare con quelli di seta nei guardaroba dei ricchi, mentre il cotone grezzo sostituì la canapa per gli abiti dei poveri. Nel tardo periodo Ming gli abiti di cotone erano i più comuni e la pianta di cotone era coltivata in tutta la Cina.

La crescita dell'industria cotoniera fu favorita dalla politica d'incentivi fiscali, unita alla scoperta d'importanti innovazioni tecniche. I Mongoli impararono probabilmente ad apprezzare il cotone viaggiando nell'Asia meridionale e nel Medio Oriente. Nel 1289 furono create le prime agenzie ufficiali del cotone nel Fujian e nel basso corso dello Yangzi, con il compito di fornire informazioni tecniche e sostegno ai coltivatori locali. I trattati di agricoltura commissionati dallo Stato, come la Raccolta dei principî di agricoltura e sericoltura, pubblicata nel 1273, comprendevano ampie e particolareggiate sezioni dedicate alla coltivazione del cotone. Nel 1296 il cotone fu incluso nel sistema fiscale, ma a tassi inferiori rispetto agli altri materiali tessili, per incentivarne la coltivazione. In quest'epoca iniziarono inoltre a diffondersi nella Cina centrale le tecniche e le apparecchiature per la lavorazione del cotone. A una donna di mezza età originaria di Hainan, Huang Laopo, nota come Madama Huang, è attribuito tradizionalmente il merito dell'introduzione nel Jiangnan della ginnatrice (che elimina i semi dalle capsule), di una particolare tecnica detta dell''archeggio', per separare e sprimacciare le fibre e prepararle alla filatura, e del filarello a pedale a fusi multipli, avvenuta intorno al 1330. Il Trattato di agricoltura di Wang Zhen, pubblicato nel 1313, contiene descrizioni, illustrazioni e istruzioni per l'uso delle apparecchiature e delle tecniche per la lavorazione del cotone.

Nuove varietà di riso

Uno dei più celebri ed efficaci provvedimenti assunti dallo Stato fu l'introduzione nel Jiangnan, dal Fujian, di alcune varietà di riso a maturazione rapida, note come risi Champa dal nome del paese da cui hanno origine. Queste varietà di riso, in grado di maturare rapidamente con poca acqua, erano l'ideale per sviluppare la coltivazione del riso nelle vallate montane. Nel 1012 l'imperatore Zhenzong (998-1022) spedì nel Fujian 30.000 staia di semi da distribuire nelle province del basso Yangzi e del fiume Huai. I funzionari locali distribuirono le sementi agli agricoltori, e in particolare ai proprietari di terreni di montagna, accompagnandole con precise istruzioni riguardo ai metodi di coltivazione più efficaci. Nella seconda metà del XII sec., riferiscono le fonti, il 70% del riso coltivato nella regione del Jiangxi era della varietà Champa.

I Cinesi sapevano che nel Champa e nell'Annam era possibile ottenere due raccolti di riso all'anno sin dai tempi della dinastia degli Han posteriori; nel clima delle province dello Yangzi però questo non fu possibile neppure dopo l'introduzione delle nuove varietà; il loro breve periodo di maturazione (che variava da due a quattro mesi dopo il trapianto) permetteva comunque di ottenere un raccolto estivo di riso e uno invernale di frumento; i campi di riso erano drenati prima di piantare il grano e prosciugati dopo il raccolto. Dopo la caduta del Nord la domanda di grano aumentò anche in conseguenza dell'immigrazione dalle regioni conquistate dai Mongoli. Lo scrittore del XII sec. Zhuang Jiyu osservava:

[Dopo il 1127] molti immigrati giunsero dal Nord-est nell'area dello Yangzi, nel delta, nella regione del lago Dongting [Hunan] e nella costa sudorientale [Fujian]. All'inizio del periodo di regno Shaoxing [1131-1162] il prezzo di uno staio di farina raggiunse le dodicimila monete. Gli agricoltori ne trassero grandi benefici, poiché con il frumento guadagnavano il doppio che con il riso. Inoltre i fittavoli pagavano l'affitto soltanto per il raccolto autunnale, cosicché tutto il guadagno derivante dalla vendita del grano andava a loro. Tutti facevano a gara nel coltivare le varietà che maturano a primavera, che divennero tanto comuni quanto nelle regioni a nord dello Huai. (Jile bian, p. 465)

L'introduzione delle varietà di riso Champa produsse dunque diversi benefici: permise di ottenere un secondo raccolto nelle regioni dove il riso era già la coltura principale; consentì la produzione del riso in aree ritenute prima di allora inadatte alla sua coltivazione; nelle regioni soggette alle inondazioni, fornì ai contadini un prodotto che poteva essere raccolto prima che le acque iniziassero a salire o dopo che si erano ritirate. Gli agricoltori locali selezionarono nuove varietà più produttive, più profumate o in grado di maturare in appena 50 giorni, e in breve la gamma delle nuove varietà fu altrettanto ampia di quella delle varietà originarie.

Il sistema agricolo basato sulla risicoltura, consolidatosi nel Jiangnan durante le dinastie Song e Yuan, condusse la Cina a nuovi livelli di prosperità e di densità di popolazione. L'opportunità di combinare la coltivazione del riso con altre attività economiche sostenne il rapido processo di commercializzazione e diversificazione dell'economia cinese, mentre la nuova distribuzione regionale della ricchezza consolidò definitivamente il passaggio del potere politico e del primato intellettuale dal Nord al Sud del paese. Le tecniche di coltivazione sviluppate nel Jiangnan fornirono ai funzionari un modello di efficienza, di competenza tecnica e di elevata produttività che essi tentarono di diffondere in tutta la Cina. Peraltro, le iniziative ufficiali non furono l'unico elemento in grado di plasmare la storia dell'agricoltura cinese; altrettanta importanza ebbero gli sforzi compiuti dai contadini e dai proprietari terrieri per rispondere alle nuove domande del mercato o per tentare di sopravvivere in condizioni ambientali sempre più difficili.

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