La sortie des usines

Enciclopedia del Cinema (2004)

La sortie des usines

Thierry Frémaux

(Francia 1895, bianco e nero, 46s a 16 fps); regia: Auguste e Louis Lumière; operatore di proiezione: Charles Moisson, assistito da Jacques Ducom.

"Ora che abbiamo inventato il Cinématographe, che cosa ne facciamo?", chiese Louis Lumière al padre Antoine, industriale nel campo della fotografia, nell'autunno del 1895. Un anno prima era stato il patriarca della famiglia Lumière, di ritorno da un viaggio a Parigi dove aveva scoperto il Kinetoscope Edison, a dire ai figli Louis e Auguste: "È una splendida invenzione, ma si tratta di un apparecchio per uso individuale; bisogna fare in modo che l'immagine esca da quella scatola". Nel giro di qualche mese i due fratelli giunsero all'ideazione di un apparecchio in grado di produrre una proiezione su grande schermo per vari spettatori contemporaneamente, di cui diedero una dimostrazione a Parigi il 22 marzo 1895, proiettando con gran successo una 'veduta cinematografica' girata alcuni giorni prima, la ben presto leggendaria La sortie des usines. Il mese dopo Louis Lumière si divertiva con il suo Cinématographe, girandone la manovella con precauzione. Riprese alcune scene familiari, qualche veduta realistica, alcuni documenti. In settembre, nella tenuta di famiglia a La Ciotat, organizzò una proiezione privata per un centinaio di persone, suscitando nuovamente sorpresa ed entusiasmo. A questo punto, ci si interrogò sul futuro: "Che fare del Cinématographe? Lo mostreremo al pubblico! E a Parigi!". Antoine Lumière si occupò di tutto: trovò un locale nei pressi dell'Opéra, il Salon Indien del Grand Café, al 14 di Boulevard des Capucines, e stipulò un accordo finanziario con il proprietario Volpini, il quale pretese un pagamento giornaliero a forfait, indipendentemente dal numero di spettatori, cosa di cui in seguito si sarebbe pentito. Il prezzo del biglietto per lo spettacolo era di un franco, cifra piuttosto elevata per l'epoca. La première séance publique durava circa mezz'ora e comprendeva una decina di film. Il 28 dicembre 1895 ebbe quindi luogo il primo spettacolo a pagamento del Cinématographe. Presentando il proprio apparecchio al pubblico, i Lumière inventavano lo spettacolo cinematografico.

Tale evento si apriva con la La sortie des usines, ovvero le immagini che mostrano l'uscita degli operai dalla fabbrica Lumière a Lione (il film è conosciuto anche come Sortie d'usine o Sortie des usines Lumière). Di queste immagini, giustamente considerate come il primo film Lumière, si avranno varie versioni, di cui tre riconosciute e catalogate. L'esistenza stessa delle molteplici versioni dimostra che per i Lumière tutto è mise en scène, e che la divisione tra finzione e documentario, al centro di tante analisi storiche e teoriche, non è effettiva. La folla, il primo protagonista della storia del cinema, sa che viene filmata. La mancanza di sguardi in macchina, a parte qualche ammiccamento involontario o furtivo, dimostra che gli operai erano stati avvertiti di quanto stava avvenendo. Si ritiene che la realizzazione di queste riprese sia avvenuta il 19 marzo 1895: non se ne ha la certezza assoluta, ma quel giorno faceva bel tempo (non così il 18 e il 20). Un esperto di astronomia e meteorologia propende invece per il 10 marzo. Il 10 marzo 1895 era una domenica, circostanza che rende l'ipotesi ancora più appassionante: Lumière avrebbe convocato i suoi operai, in un giorno di riposo, per intraprendere insieme a loro il primo esperimento di riprese, facendo loro riprodurre ‒ di domenica, solo per il cinema ‒ quello che normalmente facevano durante tutta la settimana. Questo spiegherebbe i loro cappelli bianchi e i bei vestiti. Dalla ripresa involontaria di una normale giornata di lavoro si passerebbe così alla messa in scena di una finzione 'realistica'.

Il secondo film del primo programma Lumière è La voltige, lezione sulle doti di cavallerizzi dei corazzieri: un uomo tenta disperatamente di salire in sella a un cavallo, senza assolutamente riuscirvi e nonostante le numerose cadute. Puramente comica, questa 'veduta' è evidentemente destinata a divertire lo spettatore. Il terzo film è La pêche aux poissons rouges, con Auguste Lumière e sua figlia. In un quadro di splendida composizione, in cui sulla diagonale sono declinati sia i contrasti del bianco e nero, sia la funzione dei personaggi (il padre, la figlia, i pesci rossi), colpisce la volontà di Auguste di fare in modo che qualcosa accada. Segue Le débarquement du Congrès de photographie à Lyon: girato nel giugno 1895, si tratta della gioiosa processione degli inventori che presentano orgogliosi i loro apparecchi davanti alla cinepresa di Louis, sceso per primo sul marciapiede per immortalare la scena e soprattutto per proiettarla il giorno successivo, in occasione del Congresso. Il quinto film in programma è Les forgerons o piuttosto Le forgeron (in realtà il fabbro è uno solo). L'uomo indossa qui una camicia bianca e una cravatta: molto probabilmente si tratta veramente di un fabbro che, con lo stile affettato di un attore, interpreta la parte di un fabbro. Ancora una volta abbiamo una mise en scène e dunque la volontà dei Lumière di 'fare del cinema', come mostra anche il sesto film del programma, Le jardinier, più noto con il celebre titolo L'arroseur arrosé. Questo film, girato durante l'estate del 1895, è la prima comica a soggetto realizzata dai Lumière. Nulla è casuale: gli attori, la composizione dell'inquadratura, il ritmo, l'energia, l'astuzia con cui il giardiniere, prendendo il piccolo furfante per l'orecchio, lo trascina con discrezione verso una cinepresa che non può ancora muoversi. Si intravede già la filigrana di una trama narrativa, mentre della regia si possono quasi intuire i segni praticati con il gesso sul terreno. Le repas, settimo film in programma, è più conosciuto con il titolo Le goûter de Bébé. Davanti all'obiettivo di Louis (che realizza la maggior parte dei primi film) ritroviamo Auguste insieme alla moglie Marguerite e alla piccola Andrée, che avevamo già visto in La pêche aux poissons rouges: la famiglia al completo durante un pasto. Oltre che dai primi gesti della bimba, il pubblico rimase stupito dalle foglie agitate dal vento visibili in secondo piano: nel cinema l'immagine si muove, non ha nulla a che fare con la fotografia. Con Le saut à la couverte ritorniamo a vedere un gruppo di militari che scherzano davanti alla macchina da presa: i Lumière avrebbero poi realizzato un gran numero di vaudevilles militari, genere che farà furore nel cinema francese fino agli anni Trenta. Con La Place des Cordeliers à Lyon ci troviamo in presenza di un vero film documentario. Il Cinématographe poteva effettuare riprese soltanto in esterno, e preferibilmente, per motivi di luce, tra le 11 e le 13: Louis sistemò la cinepresa sul marciapiede di una delle principali vie di Lione e riprese la frenetica attività della città nei pressi del quartiere della Borsa. In seguito avrebbe spedito i suoi operatori a fare altrettanto nelle metropoli di tutto il mondo: e dunque oggi abbiamo splendide vedute Lumière di Londra, Mosca, New York, Tokyo, Berlino, Chicago. L'ultimo film in programma è La mer. La macchina da presa è collocata su una spiaggia. Alcuni ragazzini salgono a turno su un pontile e si tuffano nell'acqua. Si tratta di una 'veduta' di straordinaria modernità, in cui tutto riconduce alla costruzione di un racconto che avviene all'insaputa dei suoi attori. Qui, soprattutto, diventa chiaro come il cinema dei Lumière sia legato all'infanzia, a qualcosa che evoca sistematicamente il concetto di 'prima volta'.

Bibliografia

G. Sadoul, Louis Lumière, Paris 1964.

L. Sauvage, L'affaire Lumière. Enquête sur les origines du cinéma, Paris 1985.

B. Chardère, Les sorties des usines Lumière, jamais deux sans trois!, in "Positif", n. 340, juin 1989.

B. Chardère, À la Ciotat, avec Antoine, Auguste, Louis et les autres, in "1985", n. 7, 1990.

C. Beylie, Petits problèmes d'arrosage, in "1895", n. 14, juin 1993.

J. Rittaud-Hutinet, Les frères Lumière. L'invention du cinéma, Paris 1995.

V. Pinel, Lumière et Méliès au Grand Café, in "Cahiers du cinéma", hors-série, janvier 1995.

P. Vecchiali, C. Diegues, K. Reisz et al., Lyon fête ses Lumière, in "Cahiers du cinéma", n. 491, mai 1995.

J. Aumont, Lumière Revisited, in "Film History", n. 4, 1996.

Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 334, novembre 1984.

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