LAPO da Poggibonsi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 63 (2004)

LAPO da Poggibonsi (Lapus Tuctus)

Andrea Bartocci

Figlio di Tuto, nacque alla fine del secolo XIII ed entrò in data sconosciuta nell'Ordine di S. Benedetto. Al principio del Trecento studiò diritto canonico a Bologna ove fu discepolo di Giovanni d'Andrea.

L. può identificarsi con l'omonimo monaco della badia fiorentina, che fra il 1318 e il 1326 è menzionato col titolo di doctor decretorum in vari documenti (cfr. Davidsohn, IV, 3; Adriani; Ascheri, p. 68 n. 37), fra i quali emerge un consilium dato il 19 sett. 1319 con Cino da Pistoia e altri giurisperiti per l'inquisitore di Toscana fra' Antonio d'Arezzo dell'Ordine dei minori (cfr. Monti, 1924, p. 245).

A partire dal 1328 L. figura nell'abbazia di S. Miniato al Monte a Firenze; se il 18 maggio di quell'anno è presente in qualità di monaco e doctor decretorum al capitolo del monastero fiorentino di S. Felicita, dal 1334 è citato costantemente come abate di S. Miniato. In questa veste sovrintese alla realizzazione di diverse opere nella chiesa dell'abbazia, alcune delle quali commissionate a Taddeo Gaddi (1341), nonché al rifacimento delle pitture del tetto (1357).

In un consilium dato a Firenze nel febbraio 1350 con altri giurisperiti sulla invalidità di un legato, L. è presentato come professore di diritto canonico (cfr. Ascheri, pp. 70, 75, 92 s.): l'insegnamento fiorentino di L., ipotizzato da Davidsohn (1927, IV, 3), è confermato dalla concorde testimonianza di Lapo da Castiglionchio il Vecchio, che nelle sue Allegationes iuris espone in diversi casi le opinioni del venerato maestro L. e ne rievoca il ricordo con gran rispetto.

La non comune padronanza dell'ordinamento canonico e il documentato legame con Giovanni d'Andrea resero celebre il nome di L. oltre i confini di Firenze. Il collega senese Federico Petrucci chiese e ottenne a più riprese i suoi pareri legali; i definitori scelti dal capitolo generale dei camaldolesi designarono, inoltre, L. consultore dell'Ordine insieme con il giurista bolognese Giovanni Calderini nelle costituzioni approvate a Camaldoli il 19 giugno 1360.

Il luogo e la data della morte sono tuttora sconosciuti; il decesso si verificò poco prima del 4 ag. 1363, allorché L. è ricordato come appena defunto nel documento con cui da Avignone Urbano V procedeva alla creazione del nuovo abate di S. Miniato (Urbain V…).

Tra le opere di L. costantemente nota ai canonisti delle generazioni successive fu la Lectura super Sexto et Clementinis redatta dopo il 1338. Essa contiene alcune aggiunte alle Glossae di Giovanni d'Andrea e conobbe una discreta diffusione manoscritta ancora nel Quattrocento. Una versione abbreviata fu poi stampata a Roma nel 1589 a cura del giurista e cardinale Domenico Toschi. L. compilò, inoltre, la raccolta dei Consilia, quaestiones et disputationes di Federico Petrucci inserendovi parecchie postille (cfr. García y García) e appose diverse aggiunte pure al Tractatus de permutatione beneficiorum dello stesso Petrucci (cfr. von Schulte, p. 238 n. 8). Ancora inedita è infine la quasi totalità dei Consilia di L. e le addizioni copiate ai margini dei codici del Sextus e delle Clementinae con le Glossae di Giovanni d'Andrea (cfr. Dolezalek; Ascheri; Kuttner, 1992; Maffei, p. 240).

Fonti e Bibl.: Biblioteca apost. Vaticana, Barb. lat., 3414: G.B. Laderchi, Vetera diplomata ex archivo olim monasterii S. Miniatis, c. 63v; Firenze, Biblioteca Riccardiana, Mss., 3783: G. Lami, Memorabilia ecclesiarum in urbe Florentiae exsistentium, V, cc. 251-254, 258-260; Id., Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Florentiae 1758, I, pp. 32, 208 s., 578; II, pp. 1062, 1203; G.-B. Mittarelli - A. Costadoni, Annales Camaldulenses Ordinis S. Benedicti, V, Venetiis 1760, pp. 399 s.; VI, ibid. 1761, p. 55; App., p. 324; Ildefonso di S. Luigi, Etruria sacra, Florentiae 1782, p. 37; Benoît XII (1334-1342): lettres communes, a cura di J.-M. Vidal, I, Paris 1902-03, p. 69; Lettres de Clément VI (1342-1352), a cura di P. van Isacker - U. Berlière, I, Rome-Bruxelles-Paris 1924, p. 640; Urbain V (1362-1370): lettres communes, a cura di M. Hayez et al., II, Paris 1964-72, p. 400; VI, Rome 1980, pp. 319 s.; M. Ascheri, Analecta manoscritta consiliare (1285-1354), in Bulletin of Medieval Canon Law, n.s., XV (1985), pp. 68-70, 73, 75, 92 s.; G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, pp. 342 s.; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 346; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine, V, 1, Firenze 1757, p. 111; J.-F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, pp. 238 s.; G.M. Monti, Cino da Pistoia giurista, Città di Castello 1924, pp. 142 s., 245; R. Davidsohn, Geschichte von Florenz, IV, 2, Berlin 1925, p. 123; IV, 3, ibid. 1927, p. 129; G.M. Monti, Cino da Pistoia: le Quaestiones ed i Consilia, Milano 1942, pp. 49, 96; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht bis 1600, Frankfurt a.M. 1972, III, Auctores, ad nomen; M. Adriani, La Badia fiorentina: appunti storico-religiosi, in La Badia fiorentina, a cura di E. Sestan - M. Adriani - A. Guidotti, Firenze 1982, p. 41; A catalogue of canon and Roman law manuscripts in the Vatican Library, a cura di S. Kuttner - R. Elze, I, Città del Vaticano 1986, pp. 179, 193, 262; II, ibid. 1987, pp. 70, 76, 109, 234, 236 s., 244 s.; R.C. Trexler, The bishop's portion: generic pious legacies in the late Middle Ages in Italy, in Id., Church and Community 1260-1600, Roma 1987, pp. 325, 355; A. García y García, Un manuscrito de los "Consilia" de Federico Petrucci de Siena, in Studi senesi, s. 3, XXXVII (1988), suppl. II, pp. 568 s., 574, 576, 578; F. Gurrieri, L'architettura, in La basilica di S. Miniato al Monte a Firenze, a cura di F. Gurrieri - L. Berti - C. Leonardi, Firenze 1988, pp. [44 s.], tav. 64; S. Kuttner, The Apostillae of Johannes Andreae on the Clementines, in Id., Studies in the history of Medieval Canon Law, Aldershot-Brookfield 1990, p. 200 (art. n. XVII); Retractationes, ibid., pp. 31-33; Id., The date of the constitution "Saepe", the Vatican manuscripts and the Roman edition of the Clementines, in Id., Medieval councils, decretals and collections of canon law: selected essays, Aldershot-Brookfield 1992, p. 443 (art. n. XIII); New Retractationes, ibid., pp. 14 s.; I codici del Collegio di Spagna di Bologna, a cura di D. Maffei et al., Milano 1992, pp. 139 s., 240; M. Bertram, Clementinenkommentare des 14. Jahrhunderts, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LXXVII (1997), pp. 151, 160, 165; T.M. Izbicki, The problem of canonical portion in the later Middle Ages: the application of "Super Cathedram", in Id., Friars and jurists, Goldbach 1997, p. 145*; Id., Clericis Laicos and the canonists, ibid., pp. 166* s.; Repertorium fontium hist. Medii Aevi, VII, p. 139.

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