Legionellosi

Dizionario di Medicina (2010)

legionellosi


Malattia infettiva acuta provocata da Legionella pneumophila. Ne sono state individuate due forme cliniche: una più grave con polmonite, denominata malattia dei legionari, l’altra a decorso più mite, evolvente verso la guarigione spontanea nell’arco di pochi giorni, pure a carattere di affezione respiratoria acuta ma senza polmonite. La polmonite causata da Legionella pneumophila si manifesta in forma epidemica e si trasmette per via aerogena. Descitta per la prima volta nel 1976, quando si manifestò un’epidemia di polmonite durante un congresso a Filadelfia di ex legionari americani (e perciò detta anche malattia dei legionari), questa polmonite dipende dal grado di contaminazione di acque circolanti in dispositivi per umidificare l’ambiente o per aerosol, o in nebulizzatori o condizionatori: questi apparecchi provocano una vera e propria aerosolizzazione delle legionelle. La polmonite da legionella è divenuta progressivamente frequente anche fra le infezioni nosocomiali, favorita da altri fattori legati alla situazione del paziente: trapianti d’organo e immunosoppressione, infezione da HIV, terapia cortisonica, interventi chirurgici, cardiopatie, bronchite cronica, ecc. La forma più benigna (detta anche febbre di Pontiac) è invece accompagnata da sintomi simili a quelli dell’influenza: malessere generale, artralgia, astenia; il periodo di incubazione è di 2÷10 giorni, la contagiosità scarsa; la trasmissione avviene soprattutto per via inalatoria e subordinatamente orale. Data la localizzazione intracellulare della legionella, il trattamento di scelta è con antibiotici macrolidi (claritromicina, azitromicina); in alternativa, chinoloni, tetracicline o rifampicina.

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