LEIDA

Enciclopedia Italiana (1933)

LEIDA (olandese Leiden; A. T., 44)

Adriano H. LUIJDJENS
G. I. HOOGEWERFF

Città nella provincia dell'Olanda Meridionale, a 9 km. dal mare, dietro un cordone di dune. Leida ha 70.860 ab. (1930), il 25% dei quali cattolici; gli ebrei sono rari. La città è attraversata dal "vecchio Reno", cioè dal ramo più settentrionale del Reno, il quale però qui non è più che uno stretto canale. Il fiume, canalizzato, si divide in due rami, tra i quali si trova la parte più antica della città. Due altri circoli concentrici di canali, fiancheggiati da begli alberi, indicano l'estensione di L. rispettivamente nei secoli XIV e XVII. Nel secolo XIX la città si è accresciuta di poco. Le comunicazioni sono ottime per terra, meno buone per acqua. Vi passa la ferrovia elettrica Rotterdam-L'Aia-Amsterdam; una linea diretta la unisce con Utrecht, e una linea locale con i villaggi del Haarlemmermeer. Linee tramviarie conducono a L'Aia, a Haarlem, e alle spiagge di Katwijk e Noordwjik.

Leida è un grande mercato agricolo, in specie per il formaggio; frequentatissimo il mercato settimanale del bestiame. È sede del più grande "waterschap" (amministrazione delle acque) dei Paesi Bassi, la comunità delle bonifiche del Rijnland, della quale fanno parte tutte le terre tra Amsterdam, Haarlem, Leidschendam e Gouda. L'industria tessile, che vi ha avuto sede fin dal Medioevo, è di nuovo in un periodo di sviluppo: si fabbricano coperte di lana, drappi, cotonate. Inoltre si esercita la lavorazione del ferro, e vi sono fabbriche di calce, di cemento, ecc. Rinomata è la tipografia di Leida, specialmente per la stampa di pubblicazioni con caratteri orientali. Negli ultimi decennî ha preso uno sviluppo sempre maggiore l'industria delle conserve. Il territorio del comune (12,54 kmq.) consiste di pingui pascoli tra i più ricchi d'Olanda.

Monumenti. - Dopo l'incendio che distrusse nel 1929 il magnifico palazzo municipale (campanile del 1577 e facciata del 1597 in stile nazionale), la città ha pochi monumenti importanti. L'università ha modestissima sede nella cappella di un ex-convento, fondata nel 1516 e adattata alla nuova destinazione. Il Museo Comunale ha sede nell'antico bel palazzo della Lana, opera dell'architetto Arent van 's-Gravesande (1639). Merita menzione anche la Casa della comunità delle bonifiche del Rijnland (di cui Leida è capoluogo), architettura del 1597, con aula del 1670 circa. Fra le chiese la più importante è quella dedicata a S. Pietro (ora protestante), ricostruita nel sec. XV, con bellissimo coro, pulpito riccamente scolpito del 1530, organo grande del 1641. Notevoli la "Hooglandsche Kerk", eretta fra il sec. XV e il XVI, e la cosiddetta "Marekerk", architettura a cupola di A. van 's-Gravesande, finita nel 1647.

Esistono ancora sopra una collina artificiale nel mezzo della città i ruderi del castello che già dal secolo IX difendeva la bocca del Reno. Nel centro della città si trovano pure il ponte coperto a due gallerie (in legno) che serviva da borsa del grano (1641) e la pesa municipale, architettura ornata, ma di forme classiche, dovuta a Pieter Post (1658). Sul mercato del pesce una fontana del 1692. Come Haarlem, pure Leida ha i suoi hofjes, "cortiletti", fra cui il Hofje van Broeckhoven, fondato nel 1645. Delle antiche fortificazioni esistono ancora la Doelenpoort (1645, architetto van 's-Gravesande), la Morschpoort (1669, architetto W. van der Helm) e la Zijlpoort (1670 del medesimo).

Istituti di cultura. - Dopo l'assedio di Leida (v. appresso) gli Olandesi pensarono di fondare un'università protestante. La scelta cadde su Leida quasi come ricompensa per l'assedio subito (1575). Promotore e primo rettore Dousa (v.). Quest'università ha conosciuto tennpi di straordinario splendore. Vi studiarono numerosi teologi ungheresi e moravi; poi molti Inglesi (più di 2000 nel solo sec. XVIII) e Prussiani (anche Federico Guglielmo, il Grande elettore), la nobiltà russa, polacca, danese, svedese e gran numero di Orientali (Arabi, Persiani, Malesi), ecc. Fra i professori del primo periodo emergono: Dousa, Justus Lipsius, Scaliger, Salmasius, Heinsius; gli orientalisti Erpenius e Golius; i botanici Dodo (Dodonaeus), Clusius e Pauw. Più tardi vi troviamo giuristi, quali Colonius e Van Thienen, teologi come Spanheim, Cocceius, Heidanus, nonché i rinomati Arminius (v.) e Gomarus.

L'importanza dell'università aumentò ancora nel sec. XVIII con professori dell'altezza di Boerhaave (v.), Schultingh, Schultens e Hemsterhuis. Dopo un periodo di decadenza l'università di Leida ai nostri giorni è tornata a godere di gran fama. Bastano i nomi degli storici Blok, Fruin e Huizinga e, per le scienze esatte, quelli di Kamerlingh Onnes, Zeeman, Lorentz e Keesom.

La biblioteca universitaria è una delle più antiche e delle più ricche d'Olanda (oltre 250.000 voll. e 7000 mss.). Il giardino botanico data dal 1587 ed è ricco di piante esotiche, in specie delle Indie. Dipendono dall'università varî istituti scientifici e laboratorî perfetti, un museo archeologico, uno geologico e il notevolissimo museo etnografico con le più ricche collezioni del mondo delle Indie Olandesi, ma pure con magnifiche collezioni dell'India, Siam, Cina e delle Americhe. Va ricordato anche il R. Museo di storia naturale; il Museo comunale, storico-artistico, possiede un'ottima quadreria di maestri della scuola locale.

Storia. - È certo che Leida non è la romana Lugdunum Batavorum. Il primo accenno a tre villae del nome Leithon ("sulla Lee", cioè sul corso d'acqua) si trova in una lista dei possessi della chiesa di San Martino di Utrecht del sec. IX. Più tardi il conte d'Olanda in tale sito fondò un castello a difesa della foce del Reno contro i Normanni e in varî documenti del sec. XII si parla del castellanus de Leythen. Nel 1266 il conte Fiorenzo V elargì a Leida un privilegio che testimonia l'importanza raggiunta dalla città che prese parte attivissima alle lotte tra Hoekschen e Kabeljauwschen, delle quali soffrì non poco; parteggiò poi per Giacomina di Baviera, e fu perciò assediata e presa nel 1420 da Giovanni di Baviera, il quale, spodestato il burgravio feudatario dei conti, la pose sotto il diretto dominio dei conti d'Olanda.

In quell'epoca Leida era ormai divenuta un grande centro industriale. Già al principio del sec. XIV vi era fiorente il commercio dei panni di lusso, ma un secolo dopo la fabbricazione era sviluppatissima. Al principio del sec. XVI Leida era la città più popolata di Olanda (più di 70.000 ab.), ma verso il 1525 un lungo periodo di crisi rovinò l'industria, che riprese solo dopo il 1580, quando cominciò l'afflusso di operai e industriali dalle provincie meridionali ritornate sotto la Spagna. La presa di Anversa nel 1584, rovinando il commercio fiammingo, segna il principio di un nuovo periodo di splendore per Leida, che divenne centro operaio e dovette per la quarta volta (1610) allargare le sue mura. L'esportazione dei panni, portati dalle navi di Amsterdam un po' verso tutti i paesi del mondo, fruttò tra il 1660-72 all'incirca 20 milioni di fiorini all'anno. L'invasione di Luigi XIV (1672), ma più ancora l'arrivo degli emigrati ugonotti nel 1685 che introdussero il gusto dei panni francesi in Olanda e nella Germania del nord, danneggiarono l'industria di Leida che da allora cominciò di nuovo a decadere.

La Riforma trovò presto in Leida dei proseliti e diede origine a moti popolari repressi nel sangue dal duca d'Alba. Nel giugno 1572 Leida accettò una guarnigione di Gueux. Gli Spagnoli, dopo avere preso Haarlem, l'assediarono prima nell'ottobre 1573, poi nel maggio 1574. La piccola guarnigione e la cittadinanza sotto la guida dell'umanista Johan van der Does si prodigarono in guerriglie continue fuori le porte. Guglielmo il Taciturno per liberare la città fece aprire le dighe dell'Yssel tra Rotterdam e Gouda (agosto 1574) per inondare tutta la provincia dell'Olanda Meridionale, in modo da potere assalire il campo nemico con la flotta dei Gueux. Mentre sul principio il vento non era stato favorevole all'inondazione, nel settembre una tempesta del nord-ovest inondò il paese tutto, e il 3 ottobre Guglielmo il Taciturno con la flotta poté sbloccare la città.

Alla fine del sec. XVIII Leida fu la roccaforte del movimento antiorangista, ma dopo la caduta degli Orange, nel periodo napoleonico, la miseria più nera ridusse la città a un centro di poca importanza. Nel 1807 una nave carica di 37.000 libbre di polvere da sparo scoppiò in uno dei canali del centro, devastando interamente il quartiere più signorile della città. Nella "Rovina" molti anni più tardi fu fondato il parco Van der Werff. Verso il 1830 Leida aveva ancora poca importanza. Nella seconda metà del sec. XIX l'industria tessile riprese e cominciò una nuova fioritura della città che dura tuttora. Nell'inverno del 1929 un incendio distrusse il palazzo comunale e il ricchissimo archivio.

Bibl.: J. Orlers, Beschrijving der Stad Leiden, 1ª ed., 1614; 3ª ed., Leida 1760; J. Gronovius, De primis incrementis urbis Lugduni, Leida 1696; F. van Mieris, Beschrijving der Stad Leiden, Leida 1762-1784; P. J. Blok, Geschiedenis eener hollandsche stad, 2ª ed., L'Aia 1910-1918. Sull'assedio, specialmente: J. L. Motley, The Rise of the Dutch Republic, Londra 1856-1868. Sull'università: G. D. J. Schotel, De Academie te Leiden, Haarlem 1875; Album studiosorum Acad. Lugduno Batavae, L'Aia 1875; P. C. Molhuysen, Bronnen tot de geschiedenis der Leidsche Universiteit, usciti finora 7 voll. in-folio, dalla fondazione al 1811, nella serie delle Rijks Geschiedkundige Publicatiën, L'Aia 1913-1924. Sull'industria della lana: N. W. Porthumes, Bronnen tot de geschiedenis van de leidsche textielnijverheid, usciti 6 voll. per il periodo 1333-1795 nella serie delle Rijks Geschiedkundige Publicatiën, L'Aia 1910-1922.