Lesotho

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Stato dell’Africa australe; è un’enclave della Repubblica Sudafricana.

Caratteri fisici

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Il territorio corrisponde al settore più elevato dell’Africa meridionale, avendo i suoi vertici nei Monti dei Draghi (Thabana Ntlenyana, 3482 m), che lo orlano sul lato orientale; è prevalentemente montuoso e comprende anche i Monti Maloti e la loro espansione meridionale, i Thaba Putsoa, nonché la Central Range, disposta trasversalmente. Sul lato occidentale del Paese si estende, invece, un altopiano (1500-1800 m), costituito da conglomerati e arenarie antiche del Triassico, mentre i rilievi centrali e orientali sono formati da basalti, sovrimposti alle arenarie all’inizio del Cretaceo. Il L. rientra per intero nel bacino idrografico del fiume Orange, tributario dell’Atlantico; il fiume attraversa il paese con direzione NE-SO, ricevendo numerosi affluenti, come il Caledon, che segna parte del confine occidentale. Il clima è piuttosto asciutto, con notevoli escursioni termiche. Le precipitazioni sono concentrate nei mesi dell’estate australe (ottobre-aprile); le temperature medie annue si aggirano sui 9-10 °C, ma durante i mesi più freddi scendono spesso sotto lo zero; non mancano le precipitazioni nevose. La vegetazione è costituita soprattutto da praterie montane e macchie arboree.

Popolazione

Abitato originariamente da Boscimani e Ottentotti, il L. fu occupato stabilmente all’inizio del 19° sec. dal gruppo etnico bantu dei Basotho, che oggi costituiscono oltre il 95% della popolazione, mentre il resto è rappresentato da Zulu e da un’esigua minoranza di altre comunità. La popolazione, che nel 1875 si aggirava sui 128.000 ab., si è accresciuta rapidamente, raggiungendo i 560.000 ab. nel 1936 e 1.213.960 ab. nel 1976, fino a superare i 2.000.000 di abitanti. A causa delle scarse possibilità economiche offerte dal paese, e di fronte a un elevato tasso di incremento demografico, è notevole l’emigrazione verso la Repubblica Sudafricana che, nonostante la soppressione di migliaia di posti di lavoro dovuta alla riorganizzazione del settore estrattivo degli ultimi anni del 20° sec., continua a offrire opportunità di lavoro nelle attività minerarie e agricole. La distribuzione della popolazione è molto ineguale: le aree più densamente popolate sono quelle dell’altopiano occidentale, nonché le valli dell’Orange e dei suoi affluenti. La maggior parte degli abitanti vive in zone rurali. L’unico centro importante è la capitale, Maseru.

Condizioni economiche

Il L. versa in condizioni di arretratezza e le possibilità di sviluppo sono compromesse dal marcato squilibrio esistente fra i tassi di crescita della popolazione e quelli dell’apparato produttivo. Inoltre, le sorti del paese dipendono fortemente dalla Repubblica Sudafricana che, oltre a offrire possibilità di lavoro a molti immigrati lesothiani (le cui rimesse contribuiscono cospicuamente alla formazione del PIL), interviene con aiuti finanziari. La moneta del L. è inoltre legata secondo un rapporto di parità al rand sudafricano. La principale prospettiva di sviluppo del L. si basa sulla sua notevole disponibilità idrica: il grande bacino artificiale di Muela, attivo dal 1998, fornisce acqua per uso agricolo alla Repubblica Sudafricana e assicura l’autosufficienza energetica al L.; l’opera è la prima del L. highlands water project, che ha stabilito entro il 2017 la costruzione di altre dighe e centrali.

La produzione agricola (mais, frumento, sorgo e patate) ha rendimenti scarsi e non consente di soddisfare il consumo interno. Diffuso l’allevamento (ovini e caprini), che fornisce soprattutto lana mohair destinata all’esportazione. Le attività manifatturiere nel settore tessile, che hanno avuto sviluppo in particolare dall’inizio del 21° sec., offrono occupazione a oltre 50.000 addetti. Dal sottosuolo si estraggono diamanti, che costituiscono un’altra voce delle esportazioni. La rete stradale si sviluppa per circa 5900 km (di cui solo un migliaio asfaltati), mentre l’unico tronco ferroviario collega la capitale alle linee sudafricane. Il principale aeroporto è quello di Maseru.

Storia

Protettorato britannico dal 1868 (su richiesta dei capi locali che intendevano sottrarsi ai Boeri), con il nome di Basutoland, fu annesso dal 1871 al 1884 alla Colonia del Capo, per poi tornare come colonia separata alle dipendenze britanniche. Nel 1965 ottenne l’autogoverno; l’indipendenza, che comportò la ridenominazione del Basutoland in L. e un assetto istituzionale monarchico con il re Moshoeshoe II, fu conseguita nel 1966. Un conflitto tra il re e il primo ministro, L. Jonathan, del Basotho National Party (BNP), si risolse nel 1970 con la prevalenza di quest’ultimo, che sospese la Costituzione e costrinse il re all’esilio, rimanendo arbitro del paese, ma generando, specie dalla fine degli anni Settanta, un’opposizione anche armata (L. Liberation Army, LLA).

Pur dipendendo economicamente dalla Repubblica Sudafricana, negli anni 1970 il governo si schierò contro la politica dell’apartheid e appoggiò l’African National Congress (ANC); Pretoria rispose chiudendo la frontiera (1986). L’isolamento di Jonathan facilitò il colpo di Stato militare di J. Lekhanya (1986), che riaffidò formalmente i poteri a Moshoeshoe, mentre l’espulsione di alcuni rifugiati dell’ANC e la riapertura delle frontiere segnarono il miglioramento dei rapporti con il potente vicino. Mentre riprendeva l’attività terroristica del LLA, nel 1990 un conflitto tra Lekhanya e il sovrano si risolse con la detronizzazzione del re, sostituito dal figlio Letsie III (1990). Dopo che lo stesso Lekhanya fu rovesciato, il potere tornò ai civili con le elezioni multipartitiche del 1993, che portarono al governo N. Mokhehle, leader del Basotho Congress Party (BCP). Nel 1994 Letsie III destituì Mokhehle e sciolse il Parlamento, ma dopo poco fu costretto ad abdicare in favore del padre; tornò poi a regnare nel 1996, in seguito alla morte di Moshoeshoe II. Diviso in numerose fazioni, il BCP registrò una scissione che portò alla nascita, a opera del primo ministro Mokhehle, del Lesotho Congress for Democracy (LCD), vittorioso nelle elezioni del 1998. B. Pakalitha Mosisili, leader del partito dopo il ritiro di Mokhehle dalla politica, formò il nuovo governo, ma le tensioni nel paese si riaccesero e l’ordine fu restaurato, su richiesta del premier, con l’intervento di truppe sudafricane e del Botswana (sotto l’egida della Southern African Development Community, SADC). Le elezioni del 2002, giunte dopo lunghe trattative con l’opposizione, hanno visto la conferma di Mosisili alla carica di primo ministro. Alla fine del 2006 una crisi nel partito di governo ha condotto a elezioni anticipate: la nuova vittoria del LCD ha consentito a Mosisili di insediarsi per il terzo mandato, mentre le elezioni del maggio 2012 hanno portato a un governo di coalizione – il primo nella storia del paese – guidato dal primo ministro M.T. Thabane, cui è nuovamente subentrato Mosisili a seguito delle elezioni anticipate del marzo 2015. L'alternanza al potere è proseguita dopo l'esito delle consultazioni del giugno 2017, vinte da Thabane, che però non è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta; nel maggio 2020 l'uomo politico ha rassegnato le dimissioni, subentrandogli nella carica M. Majoro. Le consultazioni dell'ottobre 2022 hanno registrato la netta affermazione del partito Revolution for Prosperity (RFP) fondato da S. Matekane, che si è aggiudicato 56 su 120 seggi in Parlamento.

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