Letteratura di consumo

Lessico del XXI Secolo (2013)

letteratura di consumo


locuz. sost. f. – Produzione narrativa di larga diffusione commerciale, destinata a lettori il cui interesse è rivolto alla specificità dei contenuti, identificati da codici di genere, più che alla scrittura e allo stile dell'autore. Definita anche letteratura popolare, a sottolineare la caratteristica culturale dei lettori non educati al gusto letterario, la letteratura di consumo abbraccia tipologie eterogenee e di diverso livello estetico: dalla letteratura di evasione (sentimentale, avventura, umorismo), a generi come poliziesco, fantascienza e horror, i cui confini con la letteratura 'alta' sono segnati da autori apprezzati dalla critica per stile, profondità analitica e inventiva (R. Chandler o G. Simenon per il poliziesco, P. K. Dick per la fantascienza, H. P. Lovecraft per l'horror). La definizione, storicamente riferita alla letteratura bassa (la nascita del romanzo alla fine del 18° sec. o il feuilleton come pubblicazione letteraria nei giornali nel 19° sec., rientrano nella fenomenologia 'di consumo'), si è consolidata nei primi decenni del 20° sec. negli Stati Uniti e in Europa con la nascita di collane periodiche di libri economici tascabili (paperback). Il significato attuale è legato allo sviluppo industriale dell'editoria in trust, che raggruppa produzione e distribuzione libraria, periodica e mass-mediale, con una macroscopica circuitazione delle opere: è il caso dello statunitense S. King, dai cui romanzi horror sono stati tratti decine di adattamenti cinematografici e serie TV. Esempio canonico di letteratura di consumo che fonde avventura, romanzo storico e sentimentale, è l'opera quarantennale del prolifico W. Smith, tra i cui romanzi più recenti figurano The triumph of the sun (2005) e The quest (2007). Una più puntuale definizione di letteratura di consumo deriva dal piano del messaggio e delle riflessioni degli autori, che tendono a inquadrare il luogo comune in una visione conformista o scarsamente problematica di valori e costumi sociali, o a sfruttare mode e gerghi come strumenti di identificazione da parte del lettore. Caso emblematico l'italiano F. Moccia, autore di una serie di romanzi giovanili di cui è anche regista cinematografico (Scusa se ti chiamo amore, 2007), che si differenzia dalla chick lit («letteratura per ragazzine») per la mancanza di distanza ironica dai personaggi, presente invece nei sei romanzi I love shopping (2000-10) della britannica S. Kinsella, che narra le gesta di Becky, affetta da sindrome da shopping compulsivo, o nelle opere della connazionale H. Fielding, con protagonista la romantica e goffa single sovrappeso Bridget Jones (Bridget Jones's diary, 1996; trad it. 1998). Tra i generi più tipici della letteratura di consumo, quello 'rosa'  (v. ), connotato da trame fitte di relazioni e passioni amorose, ha una radicata tradizione in Italia rappresentata anche dalla serie Harmony. Scrittrici come S. Tamaro (Ascolta la mia voce, 2006) e M. Mazzantini (Non ti muovere, 2001) sono autrici di una letteratura di consumo sentimentale di confine, introspettiva e ricca di digressioni, in cui eccelle il brasiliano P. Coelho (Amor, 2010). Altro criterio di valutazione della letteratura di consumo è la schematizzazione dei personaggi in cliché: nel poliziesco, il detective Carvalho dello spagnolo M. Vázquez Montalbán si differenzia per ricchezza di sfumature dalla folkloristica sicilianità del commissario Montalbano dell'italiano A. Camilleri, sebbene entrambi si pongano su un piano letterario più complesso degli stereotipi su cui è costruito il detective Bosch del giallista statunitense M. Connelly, autore del best-seller Echo park (2006). Il thriller-poliziesco, con i suoi sottogeneri, nel primo decennio del 21° sec. ha visto la conferma di autori celebri come, per la letteratura di spionaggio, i britannici J. Le Carré (The Costant gardener, 2001; trad. it. 2001) e F. Forsyth (The afghan, 2006; trad. it. 2008); per i gialli giudiziari, il conterraneo J. Grisham (The confession, 2010; trad. it. 2010); per la letteratura complottista gli statunitensi M. Pearl (The Dante's club, 2003; trad. it. 2005) e D. Brown (Angels & demons, 2000 e The da Vinci code, 2003: trad. it. 2004). Un ibrido tra genere complottista e romanzo storico costituiscono Il cimitero di Praga (2010) di U. Eco e World without end (2007; trad. it. 2007) di Ken Follett. Casi letterari più sfumati, i cupi thriller medico-legali della statunitense P. Cornwell come The book of the dead (2007; trad. it. 2007) e i polizieschi-futuribili della trilogia Millennium (Män som hatar kvinnor, 2005: trad. it. Gli uomini che odiano le donne, 2007; Flickan som lekte med elden, 2006: trad. it. La ragazza che giocava con il fuoco, 2008;  Luftslottet som sprängdes, 2007: trad. it. La regina dei castelli di carta, 2009) dello svedese Stieg Larrson. Attraverso il genere poliziesco-noir, diffuso in Italia dalla collana Libri gialli di Mondadori dal 1929, in anni recenti molti autori hanno narrato il tessuto sociale della propria città: Milano per A.G. Pinketts o S. Dazieri, Napoli per G. Ferrandino o P. Lanzetta, Bologna per L. Macchiavelli (anche con il cantautore F. Guccini) e C. Lucarelli. Di rilievo l'analisi del Nord Est di M. Carlotto, che con le inchieste dell'Alligatore (L'amore del bandito, 2009) traccia i rapporti tra criminalità e traffici industriali, e della Sardegna arcaica ed efferata di M. Fois (Stirpe, 2009). Una certa novità è costituita da autrici come N. Vallorani (Eva, 2002) e dai thriller dell'attore G. Faletti (Io uccido, 2002). Il noir giudiziario si è affermato con i magistrati G. Carofiglio e G. De Cataldo, il cui bestseller Romanzo criminale (2002) narra i legami fra criminalità e politica. La fantascienza, oltre alle opere della generazione cyberpunk degli anni Ottanta (B. Sterling, Caryatids, 2009; W. Gibson, Spook country, 2007: trad. it. Guerreros, 2008), vede il britannico C. Miéville (Perdido street station, 2000; trad. it. 2003) e lo statunitense T. Chiang (Exhalation, 2008). Una letteratura di consumo diffusa in Italia è quella umoristica, spesso opera di comici come L. Littizzetto (I dolori del giovane Walter, 2010) o G. Covatta (Corsi e ricorsi ma non arrivai, 2005). Tra i generi più recenti il paranormal romance, inaugurato dalla saga Twilight, introdotta dal romanzo omonimo (2005; trad. it. 2006) della statunitense S. Meyer, mentre il maggior successo del decennio è rappresentato dalla serie fantasy Harry Potter della britannica J. K. Rowland, che dal 1997 al 2007 ha venduto oltre 450 milioni di libri.

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