De Lìbero, Libero

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Poeta italiano (Fondi 1903 - Roma 1981); collaboratore di varî giornali e riviste, si è anche occupato di arti figurative. Nelle sue poesie, dove sensazioni e memorie si mutano in favolose vicende di paesaggi e stagioni, è evidente l'evoluzione dai modi rarefatti dell'ermetismo (Solstizio, 1933; Proverbi, 1937; Eclisse, 1940; Epigrammi, 1942; ecc.) verso forme più articolate, nelle quali l'analogismo più spinto e un'ispirazione modernamente georgica si armonizzano in una sentenziosità lirico-epigrammatica di qualità alessandrina (Il libro del forestiero, 1945; Banchetto, 1949; Ascolta la Ciociaria, 1953; Romanzo, 1965, che comprende anche una scelta di liriche precedenti, Di brace in brace, 1971; Scempio e lusinga, 1973; Circostanze, 1976). Ha scritto inoltre romanzi e racconti di un allucinato realismo (Amore e morte, 1951; Camera oscura, 1952; Il guanto nero, 1960; Racconti alla finestra, 1969).

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