LIQUIRIZIA

Enciclopedia Italiana (1934)

LIQUIRIZIA (lat. scient. Glycyrrhiza glabra L.; fr. réglisse; sp. regaliz; ted. Süssholz; ingl. liquorice)

Fabrizio CORTESI
Paolo ROVESTI
Alberico BENEDICENTI

È una pianta perenne della famiglia Leguminose-Papilionate con fusti alti sino a 1 m.; foglie composte imparipennate con 4-7 paia di foglioline oblunghe. I fiori sono disposti in grappoli ascellari più brevi delle foglie. Sono di color bluastro o violaceo con vessillo eretto; il legume è oblungo. È pianta che s'estende dall'Europa meridionale fino all'Asia centrale; se ne distinguono due varietà: la typica con legumi glabri che fornisce la comune liquirizia o liquirizia di Spagna e la varietà glandulifera Wald. et Kit. propria dell'Europa orientale, con legumi peloso-glandolosi, che fornisce la liquirizia di Russia. Secondo altri autori questa invece sarebbe data dalla G. echinata L., dai legumi irti spinescenti.

La droga è costituita dalle radici (liquiritiae radix) in pezzi di varia forma e grossezza rivestite d'una corteccia rugosa grigioscura con legno di color giallo e di sapore dolciastro dovuto ai glucosidi glicirrizina e glicerritina (6-7%) dai quali si può ottenere l'acido glicirrizinico e l'acido glicuronico. Il genere Glycyrrhiza (Linneo, 1737) comprende 12 specie della regione Mediterranea, dell'Asia temperata e subtropicale, dell'Australia e dell'America.

Industria. - L'industria della liquirizia è caratteristica di alcune provincie dell'Italia meridionale (Teramo, Potenza, Foggia particolarmente sono centri importanti di produzione) e della Sicilia. Quantitativi discreti di questa droga sono anche ottenuti in Spagna, nello Yorkshire, nei dintorni di Smirne e in Russia, ma le qualità italiane sono fra le più ricercate sui mercati internazionali.

Le radici provenienti dai liquirizieti spontanei o coltivati, dopo una diligente ripulitura, vengono destinate o all'esportazione tal quali (dopo essiccamento e omogeneizzazione dei tipi e pressatura in balle) o agli stabilimenti per l'estrazione del succo (detti conci nel Mezzogiorno), che le lavorano generalmente allo stato fresco.

Per la fabbricazione del succo le radici vengono tagliate a pezzi e passate ai disintegratori e ai frantoi che le trasformano in una massa pastosa biancastra che all'aria si colora in giallo-verde. Questa pasta si sottopone a ripetuti e prolungati esaurimenti a caldo, seguiti da trattamenti della massa a pressione, in modo da ottenere quantitativamente in soluzione acquosa tutti i costituenti solubili della radice. Il succo acquoso, sottoposto a decantazione, filtrazione e finalmente a evaporazione in concentratori a vuoto, fornisce dopo raffreddamento un estratto semisolido riducibile in pani e bastoncini di varie dimensioni che, dopo stampigliatura della marca di fabbrica, vengono essiccati in forni speciali. L'estratto secco di liquirizia comunemente reperibile nel commercio si condiziona in scatole di legno alternandone gli strati con foglie di alloro. Esso non deve in ogni caso contenere più del 25% di sostanze estranee.

Il succo di liquirizia viene usato per aromatizzare la birra, come edulcorante ed eccipiente galenico, per la concia di certi tipi di tabacco, per confezione di pasticche masticatorie, ecc.

Farmacologia. - La droga polverizzata serve in farmacia per ingrossare pillole e cospargerle, e, associata a sena, costituisce la polvere di liquirizia composta, d'effetto blandamente purgativo. Il succo o estratto di liquirizia, preparato sotto forma di cilindri o confezionato in pastiglie è largamente usato, e, fluidificato, serve come bechico, correttivo o edulcorante di tisane. La Farmacopea italiana (1929) registra: extractum glycyrrhizae, radix liquiritiae, pulvis liquiritiae compositus (polvere di sena gr. 180, polvere di radice di liquirizia gr. 235, solfo sublimato lavato 80, olio essenziale di finocchio 4, zucchero in polvere 500).