LITURGIA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

LITURGIA (XXI, p. 305; App. II, 11, p. 215; III, 1, p. 997)

Ferdinando Dell'Oro

Nel solco del movimento liturgico s'inserisce la riforma liturgica che Pio XII aveva avviato con la creazione di una commissione speciale per la revisione dei libri liturgici (1947). Di quest'opera di restaurazione gli ultimi documenti avviati da Pio XII furono il codex rubricarum e la semplificazione del libro II del Pontificale Romano, pubblicati rispettivamente nel 1960 (luglio) e 1961 (aprile) da Giovanni XXIII.

A poche settimane dalla sua elevazione al pontificato (28 ottobre 1958), Giovanni XXIII manifestava la volontà (25 gennaio 1959) di celebrare un Concilio ecumenico. In questa decisione, il programma di riforma portato avanti dalla commissione istituita da Pio XII trovava il suo terreno di continuità: infatti il Pontefice stabiliva (1960) che "si dovessero proporre ai Padri del futuro Concilio i principi fondamentali riguardanti la riforma liturgica".

Il materiale liturgico raccolto dalla consultazione preconciliare (1959) costituì la piattaforma di lavoro della Commissione preparatoria De Sacra Liturgia, la quale in due anni (1960-1962) rielaborò questo materiale in uno schema di costituzione, articolato in 7 capitoli con 107 paragrafi e altrettante declarationes (che non furono accolte nel testo definitivo).

Mentre la Commissione preconciliare De Sacra Liturgia compiva il suo lavoro, la S. Congregazione dei Riti proseguiva sulla via della restaurazione iniziata da Pio XII, emanando una serie di documenti, dei quali alcuni sono indicativi di un certo orientamento, come le Ordinationes agli editori dei libri liturgici a riguardo delle nuove edizioni del Breviario e del Messale Romano (1960), l'edizione tipica dello stesso Breviario (1961) e Messale (1962) nella linea del Codice delle rubriche, un'istruzione sui Calendari particolari e la revisione dei Propri della Messa e dell'Ufficio (1961), e il decreto generale sull'Ordo baptismi adultorum (1962).

L'11 ottobre 1962, Giovanni XXIII apriva in Roma il Concilio ecumenico Vaticano II. Pochi giorni dopo (22 ottobre) s'iniziava l'esame minuzioso e la discussione dello schema De Sacra Liturgia. Ad esso venne data la precedenza perché rappresentava il punto d'incontro vitale dei problemi teologici, giuridici e pastorali nel quadro della finalità che il Concilio doveva perseguire: il rinnovamento interiore della Chiesa. La discussione dello schema liturgico occupò buona parte della prima (11 ott.-8 dic. 1962) e della seconda sessione (29 settembre-4 dicembre 1963). Il 4 dicembre 1963 la Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium (SC) fu solennemente promulgata da Paolo VI e sottoscritta da tutti i vescovi.

La discussione dello schema De Sacra Liturgia ebbe inizio il 22 ottobre e continuò per 15 Congregazioni generali (dalla IV alla XVIII) fino al 13 novembre 1963. Alla tribuna si avvicendarono su questo tema ben 250 Padri conciliari, con 327 interventi orali e 360 consegnati per iscritto. Al termine della I sessione si era raggiunta un'approvazione in linea di massima a grande maggioranza; alla Commissione liturgica conciliare, articolata in 13 sottocommissioni, rimaneva invece un lungo lavoro da compiere per esaminare tutte le proposte o emendamenti inoltrati dai vescovi. Nella II sessione, fra l'8 e il 31 ottobre si ebbero 64 votazioni sugli emendamenti, e altre ancora tra il 18 e il 22 novembre, giorno in cui il testo definitivo venne approvato. Nelle ultime tre votazioni globali si ebbero: il 13 novembre 1962, 2162 placet contro 46 non placet; il 22 novembre 1963 i non placet si ridussero a 19 contro 2159 placet; finalmente il 4 dicembre 1963 i non placet restarono soltano 4 contro 2147 placet.

La SC si propone di richiamare i principi che qualificano ogni azione liturgica e di dare gli orientamenti-guida per incrementare la partecipazione dei fedeli e riformare i libri liturgici. Il cap. I presenta i principi generali: la liturgia è azione di tutta la Chiesa, cioè del Cristo-capo e della Chiesa-comunità locale organicamente unita al suo vescovo. I sei capp. che seguono indicano i principi e le norme speciali che, allo stesso duplice scopo, riguardano in specie le singole parti della l.: il Mistero eucaristico (II), gli altri Sacramenti e i Sacramentali (III), l'Ufficio divino (IV), l'Anno liturgico (V), la Musica sacra (VI), l'Arte sacra e la sacra suppellettile (VII). In appendice si riporta la dichiarazione del Concilio circa l'eventuale riforma del calendario.

La costituzione liturgica rappresenta il punto di arrivo del movimento liturgico, la sua ratifica, la sua spinta per nuovi traguardi. Con la SC si entra definitivamente in un nuovo periodo della liturgia.

Per attuare la riforma secondo la SC promulgata dal vaticano II, Paolo VI istituiva (25 gennaio 1964) il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia, con il motu proprio Sacram Liturgiam. Tale commissione svolse il suo mandato come Commissione autonoma di lavoro fino all'8 maggio 1969, quando lo stesso Sommo Pontefice soppresse la S. Congregazione dei Riti per dar vita a due nuove congregazioni: una per il Culto divino e l'altra per le Cause dei santi. Il Consiglio diventò allora parte integrante della S. Congregazione per il Culto divino: l'ambito delle sue competenze subì un ridimensionamento e acquistò la fisionomia di Commissione speciale per la riforma liturgica. Questa commissione rimarrà operativa fino all'esaurimento del programma di riforma stabilito dal Vaticano II.

Il Consilium, con un cardinale come presidente (fino al gennaio 1968 distinto dal card. prefetto della S. Congregazione dei Riti), un segretario e un consiglio di presidenza, era composto da 48 membri (11 cardinali, 36 vescovi e 1 abate) e da oltre 200 tra consultori e consiglieri scelti da diverse parti del mondo. L'attività del Consiglio si concretizza in diverse forme: in particolare, quella dello studio dei singoli punti relativi alla riforma e all'incremento della Liturgia (stabiliti nella SC), nella revisione dei libri liturgici, nella preparazione dei documenti con i quali viene attuata la riforma, nel collegamento con le Chiese locali. Questo lavoro è compiuto specialmente dai consultori e consiglieri del Consiglio distribuiti in circa 40 gruppi di studio (coetus a studiis; con un relatore e un segretario). Organo di informazione-documentazione dell'attività del Consiglio è, a partire dal 1965, il periodico mensile Notitiae.

Il passaggio dalle forme liturgiche esistenti a quelle nuove, e in particolare all'uso generale delle lingue vive nelle celebrazioni, è stato realizzato gradualmente: questo almeno nel programma e secondo la mens del Consiglio, che nello spazio di dieci anni ha realizzato quasi tutta la riforma voluta dal Vaticano II, in particolare la revisione generale dei libri liturgici. L'assimilazione dei principi della riforma e dello spirito che animano le nuove celebrazioni, come pure il reale incremento della liturgia, sono problemi di altra natura che non hanno trovato le comunità cristiane capaci di camminare al passo che il Consiglio medesimo aveva assunto: basta confrontare questo periodo di riforma con i cento e più documenti generali elaborati e pubblicati dal Consiglio.

Questi documenti (promulgati con l'autorità della S. Congregazione dei Riti prima e della S. Congregazione per il Culto divino poi), tenuto conto della loro fisionomia e del loro contenuto, si possono distinguere in tre gruppi di comodo: documenti legislativi, complementari, libri liturgici. Con l'edizione tipica (latina) di questi nuovi libri, sono strettamente collegati i documenti personali del Sommo Pontefice in materia liturgica.

a) Tra i documenti legislativi (con valore per tutta la Chiesa, ma in particolare per il rito romano) segnaliamo per importanza: l'istruzione Inter Oecumenici (26 settembre 1964), che attua non pochi articoli contenuti nei capp. I-IV e VII della SC; in particolare le norme del cap. II (il Mistero eucaristico) hanno un riflesso sull'Ordo Missae (27 gennaio 1965) che subisce una prima semplificazione e riceve una nuova forma celebrativa con il rito della Messa concelebrata e della comunione sotto le due specie (7 marzo 1965). Il cap. IV della SC trova una sua prima applicazione con l'istruzione Musicam sacram (5 marzo 1967), che ha riflessi sul cap. II e IV della stessa costituzione. L'istruzione Tres abhinc annos (4 maggio 1967) porta avanti la semplificazione e un primo riassetto dell'ordinamento della Messa (cfr. SC cap. II), mentre una sintesi dottrinale dei documenti conciliari sul mistero eucaristico, integrata da chiare indicazioni liturgico-pastorali, si ha nell'istruzione Eucharisticum Mysterium (25 maggio 1967); l'istruzione Pontificales ritus (21 giugno 1968) per la semplificazione dei riti e delle insegne pontificali. Un insieme di altri documenti, di diversa portata, interessano diversi aspetti e forme della celebrazione eucaristica, come il Direttorio della Messa con la partecipazione dei fanciulli (1973).

b) Tra i documenti complementari meritano attenzione sia diverse indicazioni a riguardo delle traduzioni dei testi liturgici per le celebrazioni con il popolo (fondamentale è l'istruzione del 25 gennaio 1969), sia le norme per la revisione dei calendari particolari e i Propri della Messa e dell'Ufficio (cfr. istruzione Calendaria particularia, 24 giugno 1970).

c) I libri liturgici o i riti "riformati a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgati da papa Paolo VI" in ordine cronologico sono i seguenti: Ordinazione del diacono, presbitero e vescovo (15 agosto 1968); Matrimonio (19 marzo 1969); Calendario romano generale (da collegare con il nuovo Messale Romano e la L. delle Ore, 21 marzo 1969); Rito della Messa (parte integrante del MR, 6 aprile 1969); Battesimo dei bambini (15 maggio 1969); Lezionario della Messa (25 maggio 1969); Esequie (15 agosto 1969); Professione religiosa (2 febbraio 1970); Messale Romano (26 marzo 1970); Consacrazione delle vergini (31 maggio 1970); Benedizione di un abate e di una abbadessa (9 novembre 1970); Benedizione degli olii e del sacro crisma (3 dicembre 1970); L. delle Ore o divino Ufficio (11 aprile 1971); Confermazione (22 agosto 1971); Iniziazione cristiana degli adulti (6 gennaio 1972); Ministeri del lettore e dell'accolito, ingresso nel diaconato e presbiterato, promessa di celibato (3 dicembre 1972); Unzione degl'infermi (7 dicembre 1972); Comunione al di fuori della Messa e culto eucaristico (21 giugno 1973); Penitenza (2 dicembre 1973); Dedicazione delle chiesa e dell'altare (29 maggio 1977). L'elenco dei libri riformati a norma dei decreti del Vaticano II sarà completato dal rituale delle benedizioni, dal libro III del Pontificale Romano, dal Martirologio Romano e dal Cerimoniale dei vescovi, che sono tuttora in fase di revisione.

Nel quadro della riforma liturgica s'inseriscono, come integrazione, altri documenti di Paolo VI, come, fra l'altro, l'enciclica Mysterium fidei (3 settembre 1965) sulla dottrina e il culto eucaristico; la Cost. ap. Paenitemini (17 febbraio 1966) che rinnova l'istituto penitenziale quaresimale e l'Esortaz. apost. Marialis Cultus (2 febbraio 1974) sul culto e la devozione della Madonna nella Chiesa del postconcilio.

Una piena, cosciente e fruttuosa attuazione nelle comunità cristiane della riforma liturgica nello spirito del Vaticano II postula un'adeguata azione di formazione ed educazione alla l. (cfr. SC artt. 14-19) e, nello stesso tempo, di approfondimento spirituale, pastorale e dottrinale della riforma stessa. In questa azione pastorale liturgica della Chiesa hanno un compito primario le commissioni liturgiche nazionali (che coadiuvano le Conferenze episcopali), regionali e diocesane (configurate nelle tre sezioni di l. pastorale, musica sacra e arte sacra), in stretta collaborazione con gl'istituti liturgici.

In Italia: il Centro di Azione Liturgica (CAL), che ha prestato la sua collaborazione all'episcopato per la traduzione dei nuovi libri liturgici, è stato elevato (1972) al rango di Institutum Liturgiae Pastoralis della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Nello stesso periodo, si sono costituiti in associazione, con finalità di studio, i professori di Liturgia (APL) che tengono ogni anno una settimana di studio su temi particolari di liturgia. In campo europeo, operano attualmente l'Associazione internazionale di musica sacra (canonicamente eretta da Paolo VI con lettera Nobile subsidium del 23 novembre 1963); la Societas Liturgica Internationalis (1967), a carattere interconfessionale, con sede a Rotterdam (Olanda): dispone di una pubblicazione trimestrale (Studia Liturgica) e si raduna a convegno ogni due anni; l'Associazione Universa Laus (1966), gruppo internazionale di studio per il canto e la musica nella l., con sede a Sion (Svizzera).

Nel campo degli studi liturgici, riguardo alle fonti liturgiche è stata portata a termine (mancano però gl'indici generali) l'edizione degli Ordines Romani di M. Andrieu (morto nel 1956) con la pubblicazione dell'Ordo L, più conosciuto come Ordo di Hittorp (vol. 5°, in Spicilegium Sacrum Lovaniense, 1961). Gli studi sul Pontificale romano si sono ampliati con l'edizione del Pontifical romano-germanique du dixième siècle (3 voll., in Studi e Testi, Città del Vaticano 1963-1972) a cura di C. Vogel e R. Elze. Nel campo dei sacramentari milanesi è da segnalare l'edizione critica del Sacramentarium Bergomense (in Monumenta Bergomensia, 1962) a cura di A. Paredi, prefetto dell'Ambrosiana; e il Corpus Ambrosiano-Liturgicum (in "Liturgiewissenschaftlichen Quellen und Forschungen", Münster) con il Sacramentarium Triplex (1968), il Sacramentario di Biasca (1969) a cura di O. Heiming, e il Sacramentario ambrosiano-monastico di san Simpliciano (1975) a cura di I. Rei.

Nelle ricerche sulla genesi e sviluppo del sacramentario gregoriano assume grande importanza la nuova edizione di J. Deshusses, Le Sacramentaire Grégorien, t. I, Ses principales formes d'après les plus anciens manuscrits (nella collana Spicilegium Friburgense, Friburgo in Svizzera 1971). E. Moeller ha raccolto in due grossi volumi 2093 formule di benedizioni episcopali, che formano il Corpus benedictionum pontificalium (in Corpus Christianorum, Series latina, t. CLXII e CLXII A, Turnhout 1971), aggiungendovi un terzo come introduzione: t. CLXII B, 1973; a sua volta la "Henry Bradshaw Society" ha pubblicato nel vol. LXXXVIII (1975) l'atteso The Benedictionals of Freising da R. Amier consegnato nel 1953.

Per meglio favorire la riforma liturgica Paolo VI, con la Cost. apost. Constans Nobis studium dell'11 luglio 1975, sopprimeva le Congregazioni per la Disciplina dei sacramenti e per il Culto divino, istituendone una nuova: la S. Congregazione per i Sacramenti e il Culto divino. Questa, a sua volta, è distinta in due sezioni: una per la disciplina dei Sacramenti e l'altra per il Culto divino.

La prima sezione recepisce come competenza quella che fu la competenza della S. Congregazione per la Disciplina dei sacramenti, già fissata nella Cost. Apost. Regimini Ecclesiae (15 agosto 1967); la seconda sezione recepisce quella che fu la competenza della S. Congregazione per il Culto divino, come stabilito nella Cost. Apost. Sacra Rituum Congregatio (8 maggio 1969).

Bibl.: G. Baraúna, la Sacra Liturgia rinnovata dal Concilio, Torino-Leumann 1964; Autori vari, La costituzione sulla sacra Liturgia, Genesi storico-dottrinale, testo latino-italiano, esposizione e commento (Collana "Magistero conciliare"), ivi 1967; S. Marsili, Liturgia, in Dizionario del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, Roma 1969, coll. 1294-1342; La Liturgie après Vatican II, Bilans, études, prospective (= Unam Sanctam 66), a cura di J.-P. Joussua e Y. Congar, Parigi 1967; C. Vagaggini, P. Visentin, L. Della Torre, Nel decennale della "Sacrosanctum Concilium", in Rivista Liturgica, 61, 1 (1974), pp. 35-101; F. Dell'Oro, I documenti della riforma liturgica del Vaticano II (1963-1973). Elenco cronologico con bibliografia, ibid., pp. 102-63; A. G. Martimort, Bilancio della riforma liturgica, Milano 1974; Autori vari, Anamnesis, vol. I: La liturgia momento nella storia della salvezza, Torino 1974; R. Kaczynscki (a studiis SCCD), Enchiridion Documentorum Instaurationis Liturgicae, I (1963-73), ivi 1976.

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