Livorno

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Comune della Toscana (104,5 km2 con 157.017 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata sul Mar Tirreno, all’estremità meridionale della pianura costiera dell’Arno, a 15 km dalla foce del fiume. La crescita urbanistica è avvenuta a partire dal centro storico fortificato, impostato nel 16° sec. in corrispondenza del Porto Mediceo; i primi quartieri esterni si svilupparono in direzione E; successivamente, a N sorsero gli impianti industriali, gravitanti sul nuovo porto commerciale, mentre a S si estesero ampie zone residenziali, fino al sobborgo dell’Ardenza. Dopo il Secondo conflitto mondiale, nuovi quartieri popolari, sorti alla periferia orientale, assorbirono la forte crescita demografica. La crisi produttiva, innescata anch’essa dalle distruzioni belliche nel settore secondario, fu solo in parte compensata dallo sviluppo delle attività portuali (lo scalo livornese è venuto assumendo una significativa specializzazione come terminale per container). I rami industriali più consistenti sono il metalmeccanico e il chimico; inoltre, un gran numero di impianti di piccole dimensioni produce beni di consumo (alimentari, abbigliamento, mobili ecc.). Notevole l’espansione del settore commerciale e dei servizi. L. è sede dell’Accademia navale, fondata nel 1881.

L. (o Livorna) è ricordata dagli inizi del 14° sec. come villaggio e piccolo porto a breve distanza da Porto Pisano, per la cui difesa fu fortificata sulla fine del Trecento e con cui rimase in possesso di Genova dal 1405 al 1421. Quell’anno i due porti furono acquistati dal comune di Firenze e L. ebbe da allora propri statuti e vasti privilegi fiscali. Dopo il 1530, per impulso di Cosimo I ebbe inizio il programma di trasformare L. in massimo porto del nuovo Stato mediceo: perfezionato il sistema di fortificazioni, completato (1573 circa) il canale navigabile che l’univa a Pisa, vi fu attirata con esenzioni fiscali nuova popolazione (specie Greci ed Ebrei spagnoli e portoghesi). Sotto Ferdinando I l’inizio di un’attività edilizia e monumentale trasformò L. in centro cittadino. Ultimata con Cosimo II (1609-21) la costruzione del Porto Mediceo, ebbe inizio la prosperità commerciale di L. quale scalo ed emporio internazionale. Con l’annessione all’Italia (1860) acquistò la funzione di porto regionale.

Preesistenze medievali sono state incluse nelle mura della fortezza attribuita ad Antonio da Sangallo il Vecchio (1521-34). Sotto il principato mediceo L. assunse una fisionomia militare grazie alle mura con disposizione stellare che cinsero la cittadina, inglobando la vecchia fortezza e la nuova edificata (1590) su disegno di don Giovanni de’ Medici, V. Bonanni e B. Buontalenti. Il duomo, di Buontalenti e di A. Pieroni (16° sec.), distrutto nella Seconda guerra mondiale, è stato ricostruito. Di Pieroni è anche l’Annunziata dei Greci, con facciata del 1708. Del 18° sec. sono S. Caterina e S. Ferdinando, oltre al Palazzo Comunale di G. del Fantasia, i Bottini dell’olio, il lazzaretto di S. Leopoldo e vari palazzi privati. Nel 19° sec. la città ebbe un nuovo sviluppo con costruzioni di P. Poccianti (Cisternino e Cisternone) e F. Magagnini (palazzo Larderel). La città ospedale è di G. Venturi (1931).

Provincia di L. (1213,7 km2 con 331.877 ab. nel 2020). Divisa fra 19 Comuni, si estende per circa 943 km2 in terraferma, per il resto sull’Isola d’Elba e su altre isole minori (Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo). Il territorio è prevalentemente collinare; le pianure più estese si trovano alle foci dei fiumi Cecina e Cornia. La costa, alta nel tratto settentrionale, bassa in quello centrale, più a sud è articolata dal promontorio di Piombino. La popolazione ha registrato una flessione, in gran parte dovuta al rallentamento dei flussi immigratori di manodopera provenienti da altre regioni e, nell’ambito della provincia, dalle zone agricole ai centri industriali. Cereali, ortaggi, frutta e uva da vino sono i principali prodotti dell’agricoltura. Le attività industriali sono localizzate in prevalenza nelle zone di Rosignano-Cecina (industrie chimiche), Collesalvetti (industrie alimentari, chimiche, metalmeccaniche), San Vincenzo-Venturina (cementificio e materiali per l’edilizia, serramenti metallici) e a Piombino (siderurgia, industrie chimiche), secondo porto della provincia dopo il capoluogo. Oltre il 70% del prodotto lordo complessivo si deve al settore terziario, con quote elevate soprattutto nei trasporti e nel commercio, cui si aggiunge un intenso movimento turistico, in particolare verso le isole.

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