LOMELLINA

Enciclopedia Italiana (1934)

LOMELLINA (A. T., 24-25-26)

Ettore ROTA
Manfredo Vanni

Regione della bassa Lombardia, la quale deriva il suo nome dal fatto che, già dal tempo dei Romani, costituiva un'individualità etnica, riunita attorno al municipium di Lomello. Dal 1860 fa parte, amministrativamente, della Lombardia, nella quale formava l'ex circondario di Mortara, città che ne costituisce anche attualmente il capoluogo. I limiti della Lomellina si possono considerare i seguenti: a sud il Po, a oriente il basso corso del Ticino, a occidente il basso corso della Sesia, a nord una linea, meno facilmente determinabile, che unisce i due ultimi fiumi a sud di Vercelli e di Novara. Entro tali limiti la Lomellina può considerarsi fuori del compartimento della Lombardia, fisicamente considerata, mentre in esso rientra amministrativamente, in quanto dipende dalla provincia di Pavia. È costituita da un tratto della pianura alluvionale a sud della linea dei fontanili o delle risorgive, alle quali si deve la grande abbondanza delle acque che, razionalmente regolate, costituiscono la base della ricchezza agricola. La regione è pure attraversata dai due torrenti Agogna e Terdoppio e da due rami del grande Canale Cavour.

Fu messa in valore a mezzo dell'irrigazione in epoca recente, sebbene gl'industri abitanti abbiano, fin da remota antichità, tratto profitto dalle acque tepide delle risorgive (fontanili), le quali permettono la coltura dei prati iemali. La parte verso la confluenza Sesia-Po andò soggetta alle divagazioni padane e costituì nel Medioevo l'Ixolaria Lomellina, detta così perché i corsi d'acqua si frazionavano in molti rami instabili, dando luogo a isole alluvionali, caratteristiche dei fiumi vaganti. Nel Medioevo una parte della redenzione agricola con lavori di bonifica e incanalazione d'acque, fu opera dei monaci di Morimondo e dei cisterciensi.

La superficie della Lomellina sarebbe di kmq. 1064,53, facendo coincidere i suoi limiti con quelli dell'ex circondario di Mortara ma la regione fisica è un poco più estesa (1290 kmq. circa).

Per la sua posizione la Lomellina presenta clima continentale umido, le nebbie vi sono frequentissime, essendo l'umidità favorita dalle vaste coltivazioni irrigue. Deve però notarsi che nella sezione più a nord, al confine col Novarese, le temperature sono più miti rispetto alla regione più meridionale, verso il Pavese e verso l'Alessandrino, dove a una media invernale più bassa si accompagna una media estiva più elevata; infatti, a nord si ha una media invernale di 1° e una estiva di 23°, mentre a sud si hanno rispettivamente 0°,5 e 24°. Le piogge raggiungono una media annuale di 750 mm.

La popolazione, tenendo come base l'ex circondario di Mortara era di 155.409 ab. nel 1921, con una densità di 146 ab. per kmq.; cifra elevata e superiore a quella media del regno. Nell'anno 1861 quando entrò a far parte amministrativamente della Lombardia, la Lomellina aveva una popolazione di 132.149 ab., i quali erano saliti a 156.491 nel 1881 e a 165.833 nel 1901. L'aumento complessivo dal 1861 al 1921, non è stato molto considerevole, specialmente se confrontato con quello di altre regioni della Lombardia favorite dalle industrie. La popolazione, che parla un dialetto appartenente al gruppo dei dialetti occidentali lombardi, vive in gran parte in centri agricoli di media grossezza o in cascinali e case sparse in campagna; i centri urbani si mantengono modesti per estensione e per popolazione. Il capoluogo è Mortara, situata in posizione centrale all'incrocio delle strade verso Vercelli, Novara, Pavia, Casale e Alessandria; viene seconda per importanza, ma prima per popolazione, Vigevano (18.860 ab.), che domina il passaggio del Ticino verso Milano; seguono Lomello (2881 ab. nel 1931), che domina a sua volta il passaggio sul Po, verso Alessandria o verso Tortona; Garlasco (5597 ab.); Robbio (5166 ab.); Candia Lomellina (2061 ab.); Sannazzaro dei Burgondi (3171 ab.); Pieve del Cairo (2076 ab.), ecc., tutti centri agricoli importanti.

Fra le attività principale è l'agricoltura, favorita da uno dei più modemi sistemi d'irrigazione, a cui si deve specialmente la notevolissima produzione di riso, del quale si fa attivo commercio. Si producono pure abbondantemente frumento e ortaggi in genere; assai estesi sono i prati adatti a un allevamento intensivo di bovini, base di una fiorentissima industria di latticinî (Robbio). Notevolì pure le industrie della concia e delle calzature (Vigevano). Il terreno alluvionale offre cave di argille, salnitro, potassa.

Per la sua posizione la Lomellina è importante regione di transito, poiché attraverso a essa passano le vie che uniscono fra loro Vercelli, Casale, Alessandria, Pavia, Novara, Milano, città tutte situate in giro attorno alla Lomellina, la quale viene così con Mortara a rappresentare il centro di numerose vie stradali e ferroviarie a notevole traffico. Il carattere agricolo non favorisce però lo sviluppo delle comunicazioni, che si mantengono sempre meno fitte che nella media Lombardia, regione a carattere industriale. Un sommario computo darebbe: 160 km. di ferrovie; 60 di tramvie; 155 di strade di grande comunicazione.

Storia. - Fu abitata all'epoca del bronzo, come indicano reperti illustrati da Giovanni Patrone. Durante la romanità abbiamo notizia di Laumellum, Duriae e Cottius: però i reperti archeologici sono molti: ciò che indica l'abbondanza di abitati rurali distribuiti intorno ai centri maggiori e inseriti sul tracciato delle principali vie di comunicazione. Plinio parla di Robbio, col nome di Retovium, lodando i lini che vi erano tessuti. Ebbe importanza militare. Lomello figura, infatti, come luogo di fermata per le truppe. Il piano fu teatro di molte battaglie nei secoli, da quella contro Annibale nel 218 a. C. alle due prime guerre dell'indipendenza italiana. Nel Medioevo fu centro cospicuo di storia aulica (nozze di Teodolinda con Agilulfo in un castello di lei a Lomello) e di storia feudale; grave danno economico essa ebbe a subire nel corso delle guerre di successione, finché, passata ai Savoia, venne a costituire una provincia a sé, appartenente, fino al 1859, alla divisione piemontese di Novara. Più tardi, con la formazione della provincia di Pavia che venne fatta secondo la sua massima estensione storica di Principato, la Lomellina insieme con l'Oltrepò è passata a far parte della ricostituita provincia di Pavia.

Bibl.: C. Calvi, Cenni storici sulla Lomellina dalle origini sino al sec. X, Mortara 1874; Zucchi, Lomello (476-1796), in Miscell. di st. ital., s. 3ª, IX, p. 280; Cassava, Origini di Gravellona Lomellina, in Boll. st. nov., XIX (1925); G. Ponte, Antich. Lomelline, in Mem. e docum. del Moiraghi; G. Ponte, Iscriz. antiche Lomell., in Boll. stor. pavese, II, p. 42; Fr. Pezza, Su e giù per le ant. piem. novar. della Lomellina, in Boll. st. novar., I segg.; id., Il San Lorenzo di Mortara nella storia e nell'arte, Mortara 1925.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata