LOMELLINI

Enciclopedia Italiana (1934)

LOMELLINI (o Lomellino)

Vito Antonio Vitale

Famiglia genovese, ritenuta oríginaria della Lombardia, che ha a capostipite un Vassallo di Lumello, console del comune nel 1137, e fu tipico esempio dell'attivita ligure mercantile e marinara. Dai documenti dell'archivio di stato genovese appare che il banco dei L. aveva sulla fine del '300 un immenso giro di affari ed era in rapporto con tutte le maggiori piazze d'Europa. Oltre al banco, fu specifica attività dei L. la pesca del corallo esercitata per lungo tempo; le prime origini risalgono a Nicolò che nel 1494 ebbe con altri l'affitto della pesca a Marsacares, ma il vero centro fu l'isola di Tabarca ove una convenzione col re di Spagna (1543) assicurava ai L. il diritto d'esclusività. L'industria fiorì specialmente nei sec. XVI e XVII finché non sorse la gelosa concorrenza di rivali, massime Francesi, che provocò gravi perdite e litigi. Diminuiti i guadagni, l'isola, appartenente alla Spagna, fu ceduta dai L. in subaffitto nel 1718; ritornò loro nel 1729, ma fu perduta definitivamente quando nel 1741 passò in possesso del bey di Tunisi. Uno dei rami della famiglia porta ancora l'appellativo di Lomellini di Tabarca. I L. hanno partecipato largamente anche alla vita politica e caratteristico esempio di unione delle due attività sono Leonello (v.) e suo figlio Andrea.

Da Simone console nel 1247 a Nicolò che nel 1528 prese parte con Filippino Doria alla battaglia di Capo d'Orso e a Pier Battista che fu a Lepanto, i L. hanno avuto capitani, ambasciatori, consoli e ammiragli nelle colonie orientali (Gianorno fatto prigioniero dai Turchi nel 1455, Gherardo console a Caffa tra il 1461 e il 1465, Angelo, podestà di Pera, autore di una importante relazione sulla caduta di Costantinopoli), commissarî di Corsica (Battista nel 1523, Paolo Vincenzo nel 1553, Francesco nel 1561), e anche sette dogi biennali: Battista (1460-1540), insigne per munificenza e per attività di vita politica; Gianotto (1519-1574) doge dal'71) noto per l'ambizione; Giacomo (1570-1652) eletto nel 1625 al momento della guerra col Piemonte, che cominciò la costruzione della nuova cerchia di mura e, uscito di carica, partecipò alla scoperta della congiura di G. C. Vachero; Giambattista eletto nel 1645 e morto nel 1674; Stefano che dopo tre mesi rinunciò alla carica (1752); Agostino (1709-1791, doge dal 1760) e Giuseppe eletto nel 1777, morto nel 1803. Alcuni di questi ebbero anche funzioni diplomatiche come Giambattista ambasciatore a Milano nel 1625 e Agostino in Francia tra il 1739 e il 1742, padre di quel Giacomo che ebbe parte importante negli avvenimenti del 1746. Altri diplomatici notevoli furono Giambattista inviato a Vienna nel 1564, Gian Francesco a Madrid (1630-1634), Giacomo a Parigi (1694-1695). Per lunghi anni agente della repubblica a Roma fu mons. Goffredo del quale rimane un ampio carteggio (1559-1599). Prima di lui aveva esercitato il medesimo ufficio tra il 1549 e il '52 Giambattista e tra il 1641 e il 1647 un altro Giambattista tesoriere della Chiesa. La famiglia ebbe due cardinali: Benedetto (1517-1579), già informatore diplomatico, che, eletto alla porpora nel 1565, continuò a occuparsi attivamente degl'interessi della patria nei rapporti con Roma, e Gio. Girolamo nominato nel 1652 e morto nel 1659.

I Lomellini, secondo un costume dei grandi mercanti liguri, impiegarono spesso le cospicue ricchezze nella costruzione di palazzi e di chiese e in generose opere di beneficenza. Recano il loro ricordo i palazzi nella via che ne porta il nome, la chiesa della SS. Annunziata del Vastato abbellita e ingrandita nel sec. XVII per opera di Giacomo detto il Moro, le chiese di s. Pietro in Banchi e del Carmine da essi dotate, e altre. Viscontina Lomellini fondò con la beata Vittoria Strata Fornari l'ordine deile monache turchine; Napoleone prima (secolo XIV), Gregorio ed Egidio poi (1443) le opere pie che conservano il loro nome; Francesco ha un ricordo marmoreo nel palazzo di S. Giorgio per benemerenze verso il Banco; Sofia Lomellini fu vittima della sua carità nella pestilenza del 1657.

Degno di ricordo, durante il Risorgimento, Luigi di Ottavio e Ginevra Grimaldi (1805-1883), fervente patriota.

Bibl.: Giscardi, Origine e fasti delle famiglie nobili di Genova, ms. bibl. Berio, III; F. Podestà, L'isola di Tabarca e le pescherie di corallo, in Atti Soc. lig. st. pat., XIII (1884); L. Levati, I dogi biennali, Genova 1930; id., I dogi di Genova dal 1699 al 1797, Genova 1912-1916; sui Lomellini in Oriente; Atti ecc., VI, fascicolo 1°; X, fasc. 3° e XXVIII, fasc. 3°; sui diplomatici: V. A. Vitale, Diplomatici e consoli della Repubblica di Genova, in Atti, ecc., LXIII.