LONDRA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

Vedi LONDRA dell'anno: 1961 - 1995

LONDRA (v. vol. IV, p. 680)

S. Rinaldi Tufi

L'intensità delle ricerche sull'antica Londinium ha confermato l'importanza, per l'origine e lo sviluppo della città, della collinetta di Cornhill, a E del torrente Walbrook; si chiariscono le varie fasi edilizie, in un quadro storico segnato fra l'altro da eventi drammatici, come la rivolta degli Iceni, esplosa nel 60 d.C. e culminata nell'incendio della città, e come l'altro incendio, stavolta forse accidentale, che divampò all'epoca di Adriano.

Divenuta capitale provinciale al posto di Camulodunum dopo la fine della rivolta, L. conosce, fra la scorcio del I sec. e l'inizio del II, gli interventi architettonici e urbanistici più importanti. Il foro, dopo una prima ricostruzione piuttosto semplice immediatamente successiva all'incendio iceno, viene ora rifatto secondo uno schema più complesso: grande piazza circondata da botteghe e da un ampio portico; sul lato N, una basilica a una navata, di forma allungata, con absidi alle estremità, con tribunalia e con adiacenti stanze adibite a uffici. A SO del foro, non lontano dalla confluenza del Walbrook nel Tamigi, presso l'attuale Canon Street, sono i resti di un importante edificio interpretato come praetorium, sorto come nuova sede del governatore al momento del suo trasferimento a L. e ampliato ora fino a costituire un vero e proprio palazzo, provvisto fra l'altro di un giardino comprendente una piscina-fontana monumentale.

La città si espande notevolmente a O del Walbrook: si conoscono alcuni edifici termali, e si conosce soprattutto, sia pure in maniera discontinua, il Castrum eretto all'estremità nord-occidentale, che rappresenta per ora l'unico tipo di fortificazione di cui L. sia provvista: per il resto sembra confermata infatti, in questa fase, l'assenza sia di mura, sia di terrapieni o fossati. Il Castrum è nella zona dell'odierna Cripplegate: si conserva un lungo tratto del muro O, con la Porta Principalis Sinistra, due torri interne (di cui una all'angolo SO, che come di consueto è arrotondato) e un tratto del terrapieno che lo rinforzava, sempre dall'interno; si conservano inoltre tratti del muro Ν e (ridottissimi) del muro E, nonché baracche che, nel settore sud-orientale, fungevano da alloggio per le truppe. Un fossato a «V» esterno è individuabile con chiarezza soprattutto nell'angolo SE. Una migliore comprensione del sito è compromessa dal fatto che ci troviamo nel cuore dell'odierna City: notevoli tuttavia sono i resti nella zona oggi detta «Barbican».

L'attività edilizia riprese dopo l'incendio di età adrianea: si fece probabilmente largo uso di pietra proveniente da Maidstone nel Kent, trasportata per via d'acqua risalendo il Tamigi. Una testimonianza di questo trasporto è data da un barcone, carico appunto di quel materiale, che affondò presso l'attuale Black-friars Bridge e che è stato recuperato nel 1962.

Priva per lungo tempo, come si è visto, di cinta difensiva, L. fu munita di mura all'inizio del III sec.: identificate per tratti non lunghi e continui ma abbastanza numerosi, esse disegnano un perimetro di forma piuttosto irregolare (su tre lati, essendo il quarto lato, quello meridionale, costituito dal Tamigi), inglobando il Castrum di Cripplegate di cui riutilizzano i muri Ν e O (quelli E e S sono invece aboliti, i fossati ricolmati). L'area urbana che ne risulta è di 132 ha, 40 in più di Cirencester, Verulamium, Wroxeter. Il nucleo interno è in opera cementizia piuttosto rozza, i paramenti esterni in blocchetti di pietra; strati orizzontali di tegole attraversano a intervalli regolari l'intero spessore del muro, e sono ben visibili anche sulle facce interna ed esterna; alla parte interna si addossa una banchina di argilla, ben evidenziata in Warwick Square. Nelle mura si aprono numerose porte, che saranno in uso, o per lo meno lasceranno una traccia nella toponomastica, anche in epoche successive: Ludgate, Aldersgate, Bishopgate, ecc. Si è tentato di ricostruire l'aspetto di una di queste porte, Newgate: un doppio fornice compreso fra torrioni quadrati. Un altro tratto ben visibile della cinta è in corrispondenza della Torre di Londra, sia al suo interno (presso la Wardrobe Tower) sia al suo esterno (Trinity Place, con restauri medievali). Attorno al 270 le mura, almeno per una parte del loro percorso, saranno munite di torri esterne; resteranno in uso, sia pure con restauri di vario tipo, anche dopo la fine dell'evo antico.

Poco distante dal Walbrook è il mitreo, realizzato con una tecnica edilizia (blocchetti di pietra e ricorsi di tegole) non diversa da quella delle mura, e perciò presumibilmente a esse coevo (inizio III sec. d.C.). Non è quindi un ambiente ricavato in grotte o in sotterranei, come spesso i mitrei, ma un edificio costruito appositamente, non grande ma molto accurato. La navata centrale è relativamente ampia; due file di colonne (restano alcune basi) la separavano dalle navate laterali, che consistevano in pratica (cosa abituale in questo tipo di edifici) in banconi rialzati; sullo sfondo era un'abside per il rito. L'edificio fu in uso fino alla metà del IV sec. d.C.: successivamente le strutture furono semplificate e il pavimento livellato. Nel museo di L. si conserva un nutrito gruppo di opere d'arte provenienti dal mitreo, che sono fra le più significative della Britannia: alcune erano state accuratamente nascoste già in antico sotto il pavimento; altre erano state «gettate via», e furono trovate sulla sponda del Tamigi. Probabilmente nel IV sec. la piccola comunità dei seguaci di Mitra si sentì, come altrove, minacciata dai cristiani, e, temendo un'aggressione, si adoperò per nascondere le sculture e gli oggetti più preziosi. Quando il pericolo si concretizzò, gli aggressori non trovarono gli oggetti nascosti e dispersero quelli che trovarono. Le opere nascoste erano una pisside d'argento decorata, fra l'altro, con una straordinaria varietà di animali (allusione a Mitra dio cacciatore), e un gruppo di sculture di marmo: una testa dello stesso Mitra con berretto frigio; una splendida testa di Serapide, una di Minerva, una statuina di Mercurio seduto su una roccia, un gruppo di Bacco con Sileno, Pan, Satiro e Menadi; un rilievo con Mitra che uccide il toro. Le opere disperse erano in piètra calcarea: Cautopates (uno dei due portatori di torcia, inseparabili compagni di Mitra), uno dei Dioscuri, un secondo rilievo con Mitra che uccide il toro, e, apparentemente meno legate al mondo mitriaco, una raffigurazione del Genio di Londinium e una divinità fluviale.

Studi recenti hanno consentito la ricostruzione ipotetica di un arco (l'unico finora noto in Britannia), a un solo fornice, con decorazione vegetale e con raffigurazione di numerose divinità: era forse l'ingresso monumentale di un santuario. Non sono state rinvenute finora testimonianze monumentali del sistema portuale (banchina rinforzata da travi di legno): se ne conservano tuttavia tracce sul Walbrook, mentre per quanto riguarda il Tamigi i resti più consistenti sono in Billingsgate e in Pudding Lane, angolo Upper Thames Street (alquanto più a Ν della sponda attuale). In quest'ultimo sito, inoltre, si sono individuati resti del pilone in pietra di un ponte (più precisamente, in Fish Street Hill). L'importanza economica e commerciale del sito è comunque indubbia: bisogna ricordare i ritrovamenti di vetri renani e di ceramica gallica, di bronzetti e di altri oggetti di metallo, nonché di interessanti tavolette di legno recanti appunti di mercanti. La vita artigianale è testimoniata fra l'altro da alcuni ateliers di orafi e bronzisti rinvenuti nella zona della cattedrale di S. Paolo, ma sepolti in occasione della costruzione della grande chiesa.

Il III e il IV sec. sono periodi politicamente significativi per L.: capitale della Britannia Superior dopo la riorganizzazione severiana; sede dell'imperatore usurpatore Carausio, che vi installa una zecca (la quale peraltro gli sopravviverà); riconquistata da Costanzo Cloro; capitale, dopo la riforma dioclezianea, della Maxima Caesariensis, una delle quattro provincie in cui è ora divisa la Britannia; sede forse del Vicarius Britanniarum, che rappresenta in questa diocesi il prefetto del pretorio. Da ricordare un medaglione d'oro rinvenuto in Francia, ad Arras, che celebra l'ingresso di Costanzo Cloro in L. riconquistata. Vi si vedono il redditor lucis aeternae (così la leggenda definisce l'imperatore) a cavallo, una nave da guerra sul fiume, la personificazione di Londinium, inginocchiata, che accoglie il vincitore davanti a una porta turrita.

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(S. Rinaldi TuFi)