LOTO

Enciclopedia Italiana (1934)

LOTO (dal gr. λωτός)

Emilio Chiovenda

Nome dato anticamente a parecchi vegetali assai differenti che non hanno nulla a che fare con le specie del gen. Lotus (v.), ma che avevano talune qualità speciali, per cui spiccavano sopra le altre piante: nei frutti, per la loro dolcezza; nelle erbe, per la qualità nutriente; nei fiori, per la bellezza o per il profumo; spesso perciò la parola loto era usata nel senso di eccellenza. Le piante che furono indicate dai Greci e dai Romani con tale nome non sono meno di una dozzina; di esse alcune sono facilmente identificabili mercé qualche caratteristica indicata dagli scrittori, generalmente per ragioni letterarie. Le piante indicate con tale nome si possono raggruppare in 4 categorie: piante arboree terrestri e acquatiche, piante erbacee terrestri e acquatiche.

I. Piante arboree terrestri: 1. Loto dei Lotofagi (Omero, Erodoto, Teofrasto, Scilace, Plinio, Strabone, Tolomeo ecc. È lo Zizyphus lotus [L.] Lam.); 2. Loto di Cirenaica (Erodoto, Teofrasto); Loto africano (Plinio); Loto del legno per far tibie e statue (di molti scrittori); Paliuro di Libia (Teofrasto), di Cirenaica (Plinio); Connaro simile al Paliuro (Esichio); Paliuro delle regioni Eritree (Agatarchide): è lo Zizyphus spina Christi [L.] W.; 3. Loto italico (Plinio); Loto albero (Columella); Fava greca (Plinio); Fava di Siria (Servio); Loto albero per usi sacri (Macrobio): è il Celtis australis L.

II. Piante arboree acquatiche: 4. Loto arboreo acquatico, nel quale fu mutata Driope (Ovidio). Probabilmente Viburnum opulus L., pianta amante degli acquitrini e dalle foglie coi lobi ricordanti quelle delle querce.

III. Piante erbacee terrestri: 5. Loto foraggio per cavalli (Omero, Iliade); Loto foraggio per buoi (Omero, Inno a Mercurio); Meliloto erbaceo (Teofrasto). Da varî studiosi è riferito a Medicago falcata L. ma più probabilmente si adatta a tutte le specie di questo genere; 6. Loto adoperato come aroma (Teofrasto); Loto dei campi da farne corone, dal fiore simile all'elicriso (Ateneo); Loto coltivato, trifoglio (Dioscuride); Meliloto da farne corone (Ateneo); Meliloto per profumare unguenti (Dioscuride); Meliloto sertula campana (Catone), ecc. Quasi certamente si tratta di specie del genere Melilotus a fiori gialli assai profumati di cumarina e specialmente M. officinalis (L.) Lam., M. sulcata Desf., M. sicula (Turra) Jacks., M. italica (L.) Lam.; 7. Loto floreale del monte Ida (Omero, Plinio) pianta non identificata; 8. Loto di Frigia dai raggi gemmati (Columella). Coltivato dai Romani nei loro giardini, certamente è una composita da qualcuno riferito erroneamente alla Calendula; 9. Loto selvatico trifoglio minore libico (Dioscuride). Da taluno riferito erroneamente a Trigonella coerulea (L.) Ser.

IV. Piante erbacee acquatiche: 10. Loto o Meliloto fiore della Fava d'Egitto (Ateneo); Loto rosso o Antinoio (Ateneo); Fava Egizia (Erodoto, Teofrasto, Ateneo, Strabone, Diodoro, Dioscuride ecc.); Loto dell'Eufrate con radice grossa come mela cotogna (Plinio); Ciborio, il frutto (Strabone, Dioscuride, Ateneo ecc.); Colocasia, la radice (Erodoto, Dioscuride, Plinio, Virgilio, Columella ecc.). È pianta ben descritta e conosciuta, Nelumbo nucifera (Gärtn); 11. Loto d'Egitto (Dioscuride, Strabone, Diodoro, Teofrasto, Plinio, ecc.); Lotometra, i semi (Diodoro); Corsion, la radice (Teofrasto); Loto erba d'Egitto simile alla fava (Plinio). Pianta ben descritta da Teofrasto e Plinio, Nymphaea lotus L.; 12. Loto azzurro (Ateneo) è la Nymphaea coerulea Savigny; 13. Loto acquatico ramoso dai bei fiori purpurei insieme col salice (Ovidio). Con ogni probabilità è il Lythrum salicaria L.

Bibl.: B. Bonacelli, Le piante che nell'antichità ebbero il nome di Loto, in Memorie della Pontificia Accademia delle Scienze, Nuovi Lincei, XII (1929).

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