Saint-Martin, Louis-Claude de

Dizionario di filosofia (2009)

Saint-Martin, Louis-Claude de


Teosofo francese (Amboise, Indre-et-Loire, 1743 - Annay, Châtillon, 1803). Sotto l’influenza di Martinez de Pasqualis ‒ maestro di scienze occulte ‒ e di F.A. Mesmer si diede a speculazioni mistico-teosofiche collaborando alle logge massoniche del ‘rito di Cohen’; entrato successivamente a contatto con la speculazione di J. Boehme, si impegnò nella traduzione in francese delle sue opere e ne subì fortemente l’influsso. Tra i suoi scritti si ricorda in primo luogo Des erreurs et de la vérité, ou les hommes rappelés au principe universel de la science par un Philosophe inconnu (1775; trad. it. Degli errori e della verità), opera dopo la quale S.-M. adottò stabilmente lo pseud. Philosophe inconnu. Si segnalano inoltre:Tableau naturel des rapports qui existent entre Dieu, l’homme et l’univers (1782-83); L’homme du désir (1790; trad. it. L’uomo di desiderio); Le nouvel homme (1792);Ecce homo (1792; trad. it. Ecce homo: la reintegrazione dell’uomo attraverso la catarsi); Lettre à un ami ou Considérations sur la Révolution française (1795; trad. it Lettere sulla Rivoluzione francese), in cui la Rivoluzione è vista come rinnovamento di tutto il pensiero umano e anticipazione del giudizio universale; Le crocodile (1794; trad. it. Il coccodrillo), poema grottesco; Le ministère de l’homme-esprit (1802; trad. it. Il ministero dell’uomo spirito). Circola nelle sue opere una concezione magico-vitalistica della realtà, legata al ritmo della emanazione dall’Uno e del ritorno a lui; l’uomo, che contiene parte di natura divina, si libera dai limiti della sensibilità attraverso un’estasi che è il termine di una preparazione iniziatica. Nei suoi testi è evidente il superamento dell’occultismo di Martinez e la dipendenza da Boehme e da Swedenborg.

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