GUERRINI, Lucia

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 60 (2003)

GUERRINI, Lucia

Maria Grazia Picozzi

Nacque a Lodi il 31 dic. 1931, da Erminio e Velia Perniceni. A Lodi compì i primi studi, e frequentò il ginnasio e il liceo classico, nell'ambiente tranquillo della provincia lombarda, che non offriva particolari stimoli culturali; tuttavia fu proprio durante la scuola superiore che la G. iniziò a sviluppare un vivo interesse per il mondo antico, soprattutto greco e romano, e in particolare per l'archeologia, che l'avrebbe condotta alla scelta di studi universitari umanistici. Discostandosi dalle tendenze familiari (la sorella sarebbe diventata medico seguendo la strada indicata dal padre), s'iscrisse alla facoltà di lettere dell'Università di Milano, con indirizzo di studi classico. Allieva di S. Donadoni, ebbe come argomento di tesi di laurea lo studio, fino ad allora inedito, delle stoffe copte conservate presso il Museo archeologico di Firenze, e si laureò con lode nel novembre del 1954 (di qui, il volume Le stoffe copte del Museo archeologico di Firenze. Antica collezione, Roma 1957).

Correlatore della tesi di laurea della G. era stato G. Becatti, allora da poco giunto alla cattedra di archeologia e storia dell'arte greca e romana dell'Università di Milano: incoraggiata da Becatti la G. partecipò al concorso per posti di alunno presso la Scuola archeologica italiana di Atene, diretta allora da D. Levi. Vinto il concorso, la G. soggiornò in Grecia nel 1957 e per la prima volta prese parte allo scavo della Scuola a Festo nell'isola di Creta; la collaborazione con Levi a Festo sarebbe continuata a lungo. Al ritorno dall'esperienza ateniese la G. si trasferì definitivamente a Roma, dove venne a contatto con l'ambiente di giovani archeologi che si formavano attorno a R. Bianchi Bandinelli.

La G. aveva già in precedenza avuto l'opportunità di conoscere Bianchi Bandinelli che dal 1956 insegnava archeologia e storia dell'arte greca e romana all'Università degli studi di Roma e, nello stesso anno, aveva iniziato la realizzazione dell'Enciclopedia dell'arte antica, classica e orientale. Di quest'opera la G. fu redattrice dal 1958, oltre che autrice di un rilevante numero di voci.

Contemporaneamente divenne assistente presso la cattedra di Bianchi Bandinelli; e, dal 1962, entrò a far parte della redazione della rivista Archeologia classica, pubblicata a cura degli istituti di archeologia e storia dell'arte greca e romana e di etruscologia e antichità italiche dell'Università di Roma; a lungo sarebbe rimasta nella redazione, contribuendo allo sviluppo della rivista.

In questi anni al lavoro accademico affiancò l'impegno intellettuale, comune a tanti colleghi della scuola di Bianchi Bandinelli, per un rinnovamento dell'archeologia italiana, seguendo un dibattito scientifico e politico che si concretizzò in modo particolare nella rivista Dialoghi di archeologia, alle cui tematiche culturali la G. fu sempre vicina.

Dal 1964 stabilì una più stretta collaborazione con Becatti, chiamato dalla facoltà di lettere dell'Università romana a succedere a Bianchi Bandinelli sulla cattedra di archeologia; la collaborazione proseguì anche nella sede dell'Enciclopedia dell'arte antica, di cui Becatti era condirettore.

Durante gli anni Sessanta la G. fu impegnata in diversi ambiti di ricerca: una serie di lavori furono dedicati a problemi di scultura greca e romana, in particolare nel campo dell'iconografia antica, approfonditi soprattutto nel corso dei soggiorni ateniesi (Ricerche stilistiche intorno a un motivo iconografico, in Annuario della Scuola archeologica italiana di Atene, n.s., XXI-XXII [1959-60], pp. 403-419; "Las Incantadas" di Salonicco, in Archeologia classica, XIII [1961], pp. 40-70; Sculture di Egina, ibid., XIV [1962], pp. 135-147). La G. continuò a coltivare interessi relativi all'arte copta (Rilievi copti nell'Università di Roma, in Riv. di studi orientali, XLIII [1968], pp. 131-134); altri interventi (come la monografia dedicata nel 1964 ai Vasi di Hadra: tentativo di sistemazione cronologica di una classe ceramica, in Studi miscellanei, VIII) si riferivano, invece, alle produzioni dell'Egitto in periodo ellenistico.

In Egitto la G. era tornata infatti di frequente, partecipando anche nel 1965 allo scavo di Antinoe diretto dal suo primo maestro Donadoni, con cui il rapporto scientifico si era andato sempre più consolidando. Conseguita la libera docenza nel 1968, divenne poco dopo professore aggregato, e in seguito, dal 1973, professore straordinario e infine ordinario di archeologia e storia dell'arte greca e romana all'Università degli studi di Roma.

In quegli anni la G. si inserì a pieno titolo in un nuovo campo di ricerca, relativo alla tradizione e alla trasmissione dell'antico, comprendente anche lo studio delle collezioni di antichità: Roma rappresentava (e rappresenta) evidentemente un osservatorio privilegiato per questi problemi, strettamente legati agli studi di storia dell'arte moderna oltre che a quelli di più stretto carattere antiquario.

Frutto di tale attività di ricerca fu in particolare il volume edito nel 1971 dalla Biblioteca apostolica Vaticana (Documenti e riproduzioni, 1) sui Marmi antichi nei disegni di Pier Leone Ghezzi, opera ancor oggi di riferimento fondamentale, che offre un notevole contributo alla storia dell'archeologia romana nel trentennio 1720-50; seguì uno studio della raccolta di antichità di palazzo Mattei di Giove, iniziato nell'università con un gruppo di giovani allievi: ai primi risultati fu subito dedicato nel 1972 il fascicolo XX degli Studi miscellanei (Sculture di palazzo Mattei); mentre il volume complessivo sulla raccolta, che inaugurava una serie dedicata appunto alle collezioni romane di antichità, fu pubblicato soltanto diversi anni dopo (Palazzo Mattei di Giove. Le antichità, Roma 1982). Tra i successivi lavori nell'ambito del collezionismo romano si ricordano soprattutto quelli relativi alla raccolta di sculture antiche di Vincenzo Giustiniani ("Indicazioni" giustiniane, II, Di affreschi e stucchi ritrovati e perduti, in Xenia, 1986, n. 12, pp. 65-96, e "Indicazioni" giustiniane, I, Di rami e statue ritrovati e perdute, in Studi per Laura Breglia, III, Roma 1987, pp. 165 ss., quest'ultimo in collaborazione con l'allievo F. Carinci), e i contributi riguardanti le sculture antiche del Quirinale: il volume del 1985 (Il palazzo del Quirinale. Studi preliminari sulle collezioni di antichità, con C. Gasparri, ibid.), e Il palazzo del Quirinale. Catalogo delle sculture, sempre curato con Gasparri, pubblicato a Roma nel 1993 e a lei dedicato.

Contemporaneamente però la G. continuò a interessarsi alla scultura greca e al rapporto tra originali e copie romane.

Tra i risultati più significativi: Problemi statuari. Originali e copie, in In memoria di G. Becatti, Roma 1976, pp. 107-116, nel fascicolo XXII degli Studi miscellanei, da lei curato; Copie romane del tipo Aspasia-Sosandra da Creta, in Antichità cretesi. Studi in onore di D. Levi, II, Catania 1978, pp. 227-234; e "Tyche della città in Tolemaide di Cirenaica", in Quaderni di archeologia della Libia, 1979, n. 10, pp. 15-26.

All'ultimo periodo di vita - reso spesso difficile da gravi problemi di salute - appartengono anche altri notevoli lavori sempre relativi alla scultura greca e romana, dedicati all'analisi di singole statue e rilievi: lo studio in merito a una Scena di battaglia su un monumento funerario attico, apparso in Scienze dell'antichità, 1988, n. 2, pp. 377-390 (la G. fece parte della direzione della rivista, fondata dal dipartimento di scienze storiche, archeologiche e antropologiche dell'antichità, da poco istituito nell'Università degli studi di Roma "La Sapienza"), e quello del tipo statuario rappresentato dalla Statua di "Nemesi" da Gortina, in Annuario della Scuola archeologica italiana di Atene, n.s., 1984 (ma 1988), pp. 113-139; ultimo, un riesame del problematico Rilievo Chigi al Museo nazionale archeologico di Siena, in Archeologia classica, XLI (1989), pp. 1-25.

La G. morì a Lodi il 1° nov. 1990.

Fonti e Bibl.: Notizie tratte dall'archivio familiare sono state cortesemente fornite dalla sorella dott.ssa Bianca Guerrini e dalla nipote Lucia Corini. Vedi anche: V. La Rosa, All'ombra dell'Acropoli: generazioni di archeologi fra Grecia e Italia, Atene 1995, pp. 93 s.; Studi in memoria di L. G., a cura di M.G. Picozzi - F. Carinci, in Studi miscellanei, 1996, f. XXX (con bibl. completa anche delle voci redatte per l'Enciclopedia dell'arte antica; in particolare si veda il Ricordo di L. G. di A. Giuliano, pp. 491 ss.); M. Barbanera, L'archeologia degli italiani, Roma 1998, pp. 226, 229; M.G. Picozzi, L. G., in Women in archaeology: the classical world and the ancient Near East, II, a cura di G.M. Cohen - M. Sharp Joukowsky (in corso di stampa).

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