LUCIFERIANI

Enciclopedia Italiana (1934)

LUCIFERIANI

Pio Paschini

. Nome dato agli aderenti allo scisma causato da Lucifero di Cagliari (v.) e a varie correnti ereticali.

Infinite sono le storielle che corsero sul declinare del Medioevo riguardo a persone ritenute d'aver commercio col diavolo (Lucifero) e di adorarlo. Tali fantasie in relazione con la dottrina catara dei due principî, cominciano a comparire nel secolo XI e si diffondono nel XIII. Si può arguire che, fra i catari, taluni speculassero sulle origini e sul destino di Lucifero: vedendo in lui un angelo ingiustamente cacciato dal cielo, supponevano che vi sarebbe ritornato con i suoi fedeli a riprendere il suo posto. Tali superstizioni si trovano diffuse soprattutto nella Germania settentrionale; Alberico monaco di Trois-Fontaines attribuisce l'origine d'una di tali sette a uno stregone di Maastricht. Nel 1231 questi settarî furono perseguitati da due fanatici, Corrado Dorso, ex-laico domenicano, e un certo Giovanni, che ne bruciarono molti, spargendo il terrore nella Germania settentrionale anche fra gl'innocenti; a loro si aggiunse, nel 1232, l'inquisitore Corrado di Marburgo che informò papa Gregorio IX sulle dottrine di quegli eretici. Il papa rispose nel 1233 con due lettere; una dell'11 giugno diretta a Corrado, l'altra del 14 giugno diretta a Enrico re di Germania, all'arcivescovo di Magonza e al vescovo di Hildesheim, dove invitava a metter rimedio ai misfatti dei luciferiani con una crociata. Fu radunato un concilio a Magonza il 25 luglio 1233, al quale intervenne anche Corrado. Questi cominciò tosto a predicare la crociata, ma fu assassinato il 30 luglio a Marburgo. Molti confessarono di avere lanciato accuse contro innocenti, spinti dalla paura provocata dal fanatismo dell'inquisitore. Anche il papa, meglio informato, sconfessò la condotta di Corrado.

Nel sec. XIV il satanismo ricompare nelle accuse contro Bonifacio VIII, contro i Templari, e anche come setta nell'Austria e nella Boemia; e finì col diventare una vera ossessione, non solo negli ambienti popolari, ma anche per gli spiriti più riflessivi durante il sec. XVI e XVII, specialmente in Germania.

Bibl.: E. Amann, in Dict. de théol. catholique, IX, col. 1044 segg.

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