Dallapìccola, Luigi

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Musicista italiano (Pisino, Istria, 1904 - Firenze 1975). Fu tra i primi in Italia ad accostarsi alla dodecafonia, che assimilò in maniera personale per la prima volta nel Divertimento in quattro esercizi (1934) e poi esplorando vari generi, dai canti per coro e orchestra all'opera, dalla musica strumentale al balletto, dalla sacra rappresentazione alla sua ultima composizione, Commiato (1972). Artista di grande impegno civile, le sue opere sono spesso connotate dal sentimento ossessivo della presenza del male, ma anche dalla possibilità della ribellione e del riscatto.

Vita e opere. Concertista di pianoforte (specialmente in complessi da camera), scrittore e didatta (dal 1934 al conservatorio di Firenze), deve la propria fama soprattutto alla sua attività di compositore, nella quale subì da principio gli influssi delle forme preclassiche (Cinque-Seicento) per aderire in seguito alla dodecafonia. Dopo i quattro canti Dalla mia terra (1928) per soli coro e orchesta, D. si è poi rivolto a varî generi musicali, sempre con felici risultati: dalla Partita (1930-32) e dalla Rapsodia (1933) per canto e orchestra alle tre serie di Cori di Michelangelo Buonarroti il Giovine (1933-36) e all'opera Volo di notte (1 atto, dal romanzo di T. de Saint-Exupéry, prima rappresentazione Firenze 1940), dal Piccolo concerto per Muriel Couvreux per pianoforte e orchestra da camera (1939-41), e dai Canti di prigionia per coro e strumenti (1938-41), al balletto Marsia (1942-43), all'opera Il prigioniero (da Ch. Villiers de l'Isle-Adam; prima rappresentazione Firenze 1950), alla sacra rappresentazione Job (1950), ai Canti di liberazione per coro e orchestra (1955), alla cantata per soprano e piccola orchestra An Mathilde (1955), all'opera dodecafonica Ulisse (prima rappresentazione Berlino 1968), sino alla sua ultima composizione, Commiato (1972), per soprano e quindici esecutori.

Tra le opere a stampa vi è una silloge dei suoi saggi nel volume Appunti, incontri, meditazioni (1970).

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