FABBRI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)

FABBRI, Luigi

Giuseppe Sircana

Nacque a Conselice, in provincia di Ravenna, il 21 febbr. 1888 da Luigi e da Maria Tabanelli. Ancora giovanissimo cominciò a lavorare come bracciante agricolo ed altrettanto precocemente iniziò la militanza politica e sindacale come organizzatore del movimento contadino. Nel 1908 si iscrisse al Partito socialista italiano e assunse i primi incarichi di responsabilità nel settore cooperativo. Dopo la guerra si trasferì a Budrio, in provincia di Bologna, dove divenne segretario della locale Camera del lavoro e fu alla testa delle grandi lotte agrarie che si svilupparono nelle campagne del Bolognese tra il marzo e l'ottobre 1920.

L'obiettivo allora assunto dalla Federterra bolognese, in contrasto con la direzione nazionale, avrebbe dovuto essere la piena socializzazione della terra. Su un tale orientamento e sulle fonne di lotta esercitò notevole influenza G. Massarenti, il prestigioso dirigente del movimento contadino di Molinella. Il comitato di agitazione della lotta agraria - composto da G. Bentivogli, P. Fabbri, R. Tega, M. Piazza e il F. - condivise del tutto la tattica suggerita dal Massarenti. "Particolarmente Bentivogli e Fabbri si [fecero] portatori delle sue opinioni nel seno dell'organizzazione e nei dibattiti congressuali" (L. Arbizzani, p. 306).

L'intensità e la durezza di quelle agitazioni non potevano non lasciare strascichi. Nella primavera del 1921 il F. venne arrestato in esecuzione di un mandato di cattura emesso nei suoi confronti perché, quale dirigente della lega colonica di Budrio, venne ritenuto responsabile di aver estorto denaro ai proprietari terrieri della zona. Si determinò allora nei suoi riguardi una reazione di solidarietà e in segno di protesta per l'imputazione rivoltagli egli venne candidato alle elezioni politiche del 15 maggio 1921. Rimesso in libertà, il F. condusse una campagna elettorale di denuncia per l'avvenuta saldatura tra l'Agraria bolognese e il movimento fascista, che si era assunto il compito di agire come braccio armato dei proprietari terrieri. Risultò eletto nelle liste del Partito socialista per il collegio dell'Emilia.

Al XX congresso nazionale socialista, svoltosi a Milano dal 15 al 17 apr. 1923, il F. venne eletto nella direzione del Partito socialista italiano (PSI) e fu quindi nominato segretario regìonale del partito per l'Emilia. Confermato alla Camera dei deputati nelle elezioni del 6 apr. 1924, prese parte alla protesta antifascista dell'Aventino, ma dopo ìl discorso di Mussolini del 3 genn. 1925 egli fu, insieme con 0. Vernocchi, a capo di quella tendenza che in seno al PSI si batteva per un rìentro dei socìalisti in Parlamento. Il F. si riconosceva allora nella corrente di maggioranza "Difesa socialista", schierata sulle posizioni classiche dell'ortodossia massimalista, che sosteneva l'esigenza di riaffermare la funzione ad un tempo rivoluzionaria e non estremista del Partito socialista rispetto agli altri partiti dell'opposizione.

Il 9 nov. 1926 anche il F. come altri deputati antifascisti fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare, in quanto era venuto meno alla prescrizione di "esercìtare la funzione di deputato col solo scopo del bene inseparabile del re e della patria". Due giorni dopo, l'11 novembre, il F. venne perquisito e trovato in possesso di documenti del suo partito. Venne per questo arrestato e deferito alla commissione provinciale di Bologna per il confino di polizia, che il 27 successivo lo condannò a 5 annì di confino. Il 1° dicembre venne percìò inviato nell'isola di Favignana, da dove nel marzo 1927 fu trasferito ad Ustica.

In questa colonia il F. venne arrestato in ottobre insieme con altri cinquantasei confinati ritenuti responsabili di svolgere attività sovversiva. Dopo aver trascorso dieci mesi di carcere il F. venne prosciolto e scarcerato il 10 ag. 1928 e fu quindi inviato a Ponza per trascorrere il rimanente periodo di pena. La persecuzione del regime nei suoi confronti giunse anche a riesumare episodi trascorsi da tempo. Il 4 dic. 1928 egli fu di nuovo arrestato per fatti accaduti il 10 maggio 1926: il tribunale di Bologna lo riconobbe colpevole del reato di "incitarnento all'odio tra le classi sociali" per aver distribuito manifestinì "sovversivi" a Castelfranco Emilia in occasione della soppressa festa del lavoro. Scontò per questo altri sei mesi di reclusione.

Il 12 nov. 1931, terminato il periodo di confino, il F. fece rìtorno a Bologna, ma vi si trattenne per poco. Il mese successivo si trasferì con la famiglia a Firenze, dove rimase fino all'agosto 1933, allorché fissò la sua residenza a Milano. Sempre sottoposto al controllo delle autorità di polizia, nel 1940 risultò irreperibile ma fu poi rintracciato a Mirabello Comasco. Nella zona di Como operò durante la Resistenza nelle file del Corpo volontari della libertà e dopo la liberazione fu per circa sette mesi (dal 30 aprile al 17 nov. 1945) sindaco di Mirabello Comasco.

Nel dopoguerra il F. tornò ad impegnarsi nell'organizzazione del movimento contadino in Lombardia e quindi, dal 1946 al 1948, a Roma come segretario nazionale della Confederterra. In questa fase criticò aspramente l'azione svolta dal compagno di partito Oreste Lizzadri ai vertici della Confederazione generale italiana del lavoro, addebitandogli la responsabilità del progressivo ridimensionamento dell'influenza socialista tra le masse lavoratrici. Nominato membro della' Consulta nazionale, il F. non sedette all'Assemblea costituente e ritornò alla Camera con le elezioni politiche del 18 apr. 1948, allorché venne eletto nel collegio di Terni nelle liste del Fronte democratico popolare con 32.179 voti di preferenza. Nelle successive elezioni del 1953 e del 1958 venne eletto al Senato nelle liste del Partito socialista italiano per il collegio dell'Umbria. Il suo impegno parlamentare fu caratterizzato da una particolare attenzione ai problemi dell'agricoltura e del movimento contadino.

Il F. morì a Roma il 7 nov. 1966.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 1906, fasc. 22599; L. Arbizzani, Lotte agrarie in provincia di Bologna nel primo dopoguerra, in Le campagne emiliane nell'epoca moderna. Saggi e testimonianze, a cura di R. Zangheri, Milano 1957, ad Indicem. Il Partito socialista italiano nei suoi congressi, a cura di F. Pedone, III, 1917-1926, Milano 1963, ad Indicem; D. L. Horowitz, Storia del movimento sindacale in Italia, Bologna 1966, ad Indicem; Storia dell'Emilia Romagna, a cura di A. Berselli, Bologna 1980, ad Indicem; G. Sabbatucci, I socialisti nella crisi dello Stato liberale (1918-1926), in Storia del socialismo italiano, III, Roma 1980, ad indicem; E. Di Nolfo-G. Muzzi, La ricostruzione del Psi. Resistenza, Repubblica, Costituente (1943-1948), ibid., V, ad Indicem; A. Dal Pont-S. Carolini, L'Italia dissidente e antifascista, I, 1927-1931, Milano 1980, p. 333; Id.-Id., L'Italia al confino 1926-1943, Milano 1983, ad Indicem; I deputati e senatori del primo Parlamento repubblicano, Roma 1949, ad vocem; I deputati e senatori del terzo Parlamento repubblicano, Roma 1958, ad vocem; Chi è?, 1961, ad vocem; Dizionario biografico del movimento operaio, a cura di F. Andreucci -T. Detti, II, ad vocem.

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