FIACCHI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)

FIACCHI, Luigi (Clasio)

Franco D'Intino

Nacque a Scarperia (Firenze) il 4 giugno 1754 da Alessandro e Francesca Bartolini (o Bartoloni). La famiglia, di umili origini, lo mandò inizialmente presso uno zio paterno, Pier Carlo, curato di Rupecanina, che fu suo primo precettore, finché nel 1768 il F. fu ammesso al collegio dei chierici eugeniani di Firenze. Qui compì studi letterari e filosofici, dapprima sotto la guida di P. O. Cinganelli, poi sotto quella di A. Longinelli. Al collegio si distinse subito come uno dei migliori discepoli, tanto da ottenere la protezione dell'arcivescovo di Firenze F. G. Incontri. Ordinato sacerdote, nel 1777 fu mandato per un anno all'università di Bologna a perfezionare i suoi studi; tornato a Firenze ebbe subito, grazie all'intercessione dell'arcivescovo, una stanza e un posto di insegnante di filosofia e matematica al collegio, fino a quando, dal 1º nov. 1786, il granduca Pietro Leopoldo lo nominò insegnante delle stesse materie nelle scuole leopoldine.

In questi anni entrò in contatto con i membri dell'Accademia della Crusca, presso la quale nel 1789 l'abate G. B. Zannoni recitò una sua tragedia, Polidoro e Zelmira (Firenze 1790), tradotta e adattata dall'opera di D. de Belloy. Alle attività dell'Accademia il F. partecipò alacremente, soprattutto dopo la sua riforma, avvenuta il 19 genn. 1811, ma soltanto il 23 genn. 1812 fu nominato socio, ricoprendo poi gli incarichi di censore nel 1818 e nel 1821, di membro della deputazione per i testi di lingua dal 18 19 e di bibliotecario nel 1824. Sin dal 1812 si occupò inoltre della ricerca di vocaboli per la compilazione del vocabolario, pubblicando insieme con G. Sarchiani e G. Lessi il Prospetto degli oggetti da aversi in mira per la quinta impressione del Vocabolario della Crusca (Firenze 1813).

Nel 1821 pubblicò insieme due lezioni sul Boccaccio: la prima era un commento ad una nuova edizione del Decameron (pubblicata a Parma tra il 1812 e il1814, a cura di M. Colombo), che il F. esaminò, notando come alcune correzioni sulla base di tre codici conservati presso la Biblioteca Magliabechiana avrebbero potuto chiarire numerosi passi delle novelle, fornendo così preziosi suggerimenti per un'eventuale ristampa; la seconda intendeva dimostrare, sulla base di riscontri testuali, che la nascita di Boccaccio era avvenuta sicuramente a Firenze e non a Parigi, come alcuni autori avevano sostenuto (Osservazioni di L. Fiacchi sul Decamerone di messer Gio. Boccaccio, con due Lezioni dette dal medesimo nell'Accademia della Crusca, Firenze 1821).

Sempre presso la Crusca curò l'edizione della inedita Lezione sopra il sonetto del Petrarca: La gola, il sonno, e l'oziose piume di L. Giacomini (Firenze 1808), de La Dafne di O. Rinuccini (ibid. 1810), di una Scelta di rime antiche (che comprende, oltre alla prima edizione integrale del Serventese di D. Cavalca, rime di Dante, Petrarca, Cavalcanti, Guinizzelli, Guittone d'Arezzo e altri [nella Collezione di opuscoli scientifici e letterari, XIV-XVI, Firenze 1812]), delle commedie di G. M. Cecchi Le maschere e Il sammaritano (Firenze 1818), e del Viaggio al Monte Sinai di S. Sigoli (ibid. 1829). Pubblicò inoltre il volgarizzamento del De amicitia di Cicerone (Firenze 1809) e alcune opere di B. Varchi (nei volumi I-II, IV-V, VIII, XI-XII della Collezione di opuscoli scientificie letterari).

Note sono anche le sue cicalate, e in particolare la Lettera in versi martelliani in lode dell'ombrello e la Cicalata in lode dei gobbi (pubbl. poi in Cicalata di autori fiorentini dei nostri tempi, Firenze 1809).L'attività per cui il F. è più noto è quella di favolista. Le sue Favole furono pubblicate a Firenze in tre raccolte: la prima del 1795 ne comprende 54, la seconda, del 1802, ne include 32 e la terza del 1807 contiene tutte le precedenti più altre 14 (Favole di L. Clasio con l'aggiunta dei sonetti pastorali).

Si tratta di favole per lo più originali (solo una trentina sono di ispirazione esopiana), anche se spunti vengono ripresi, oltre che da Esopo, anche da Aviano, da L. B. Alberti, da Abstemio, da B. Baldi e da J. de La Fontaine, di cui il F. era grande ammiratore (da lui sono ispirate in particolare: Il ragno e la rondine, Il gatto e il pipistrello, Il granchio e il suo figlio e Borea e il Sole).In ogni caso gli spunti vengono rielaborati con uno stile personale legato alla vita paesana del Mugello, sia nell'ambientazione, sia nel linguaggio, che sovrappone una leggera patina dotta e cruschevole a una finezza e arguzia tutte toscane, che servono un gusto spontaneo per la parodia.

Di minor rilievo è la sua attività di poeta: pubblicò gli arcadici Sonetti pastorali (Firenze 1789), inclusi poi nell'edizione definitiva delle Favole del 1807, una raccolta di Poesie varie (ibid. 1820) e due idilli rusticali in ottave rimasti famosi, Risposta della Sandra e Lamento di Cecco da Varlungo in morte della Sandra, composti in risposta al secentesco Lamento di Cecco da Varlungo di F. Baldovini, e insieme con questo pubblicati (F. Baldovini, Lamento di Cecco da Varlungo con aggiunte, Firenze 1806).

Fu incaricato dal granduca Leopoldo II di curare l'edizione delle Opere di Lorenzo il Magnifico (ibid. 1825), che sarebbe stata in seguito utilizzata da G. Carducci - critico non benevolo del F. favolista (cfr. Allodoli, p. 509) - in una sua edizione delle poesie del Magnifico.

Il F. morì a Firenze il 25 maggio 1825 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria del Carmine, presso la quale godeva di un beneficio ecclesiastico.

Bibl.: Necrol., in Antologia, XVIII(1825), 53, pp. 175 s.; A. Benci, Osservazioni di L. F. sul "Decamerone", ibid., XV (1822),13, pp. 65-73; Elogio di L. F., in Atti dell'I. e R. Accademia della Crusca, III (1829),pp. 328-335;E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri..., VI, Venezia 1838, pp. 26-29; Storia dell'Accademia della Crusca e rapporti ed elogi editi ed inediti..., Firenze 1848, pp. 3, 19, 21 s., 45, 284-291;P. Thouar, Introd. a L. Clasio, Le favole, Firenze 1855, pp. VI-X; G. Piergili, Introd. a Favole di tre autori toscani, Firenze 1886, pp. LI-LV; A. Giovannini, Onoranze al C., num. unico di Scarperia illustrata, 8sett. 1906, pp. 16-20; I. Del Lungo, Patria ital., Bologna 1909, pp. 187-190;P.Toldo, Fonti e propaggini ital. delle favole del La Fontaine, in Studi stor. di letter. ital., LIX (1912), 176-77, pp. 280 ss.; G. Lipparini, Il Clasio, in Il Marzocco, 31maggio 1925, p. 1; A. Bertieri, Notizie storiche della vita e delle opere del sac. L. F., Firenze 1924;M. Buzzichini, IlClasio, in I Libri del giorno, VIII (1925),pp. 301s.; M. Maylender, Storia delle Accademie d'Italia, II, Bologna 1927, pp. 136 s.;U. Frittelli, Introd. a Favolisti toscani, Firenze 1930, pp. 7, 20-26;C. Filosa, La favola, Milano 1952, pp. 197-200;E.Allodoli, L. F. detto il Clasio, in Nuova Antologia, dicembre 1954, pp. 509-516; P. Bigongiari, Introduzione al Clasio, in Paragone, VI (1955), 62, pp. 42-52; Diz. enc. della letteratura ital., II, Palermo 1966, pp. 453s.; A. Lugli, Libri e figure. Storia della letteratura per l'infanzia e per la gioventù, Bologna 1982,pp. 30, 50 ss.; Catalogo degli Accademici della Fondazione, a cura di S. Parodi, Firenze 1983, p. 250; Enc. Ital., XV, p. 189; Enc. catt., V, col. 1229.

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