FRULLINI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FRULLINI, Luigi

Emanuela Bianchi

Nacque a Firenze il 25 marzo 1839 da Agostino e Maria Osti. Avviato dal padre al mestiere di intagliatore, frequentò l'Accademia di belle arti, probabilmente sotto la guida di A. Maffei maestro d'ornato. Nel 1856, rimasto orfano, si impiegò nell'officina di A. Barbetti, e, due anni dopo, il 31 ott. 1858, sposò la coetanea Diomira Roselli.

La produzione artistica del F. fu copiosa, ma poche sono le opere rintracciabili. Riscosse il primo successo nel 1861 all'Esposizione nazionale italiana di Firenze dove furono premiati due bassorilievi in giuggiolo per un cofanetto. Tali bassorilievi, insieme con i due in pero raffiguranti Pier Capponi e Carlo VIII e La congiura dei Pazzi, furono spediti l'anno successivo all'Esposizione internazionale di Londra dove il F. ricevette, oltre al compenso per i lavori venduti, due medaglie.

A tale manifestazione il F. presentò numerose altre opere: raffigurazioni di diavoli in noce copiati dal Giambologna; un cofanetto da scrivania in noce intagliato in stile quattrocentesco; consolles in noce in forma di teste di animali fantastici; piccoli cofanetti in avorio con figure e un Cupido in noce a bassorilievo; il ritratto di Vittorio Emanuele II in giuggiolo; uno scrittoio in noce.

I primi successi spinsero il F. ad aprire un laboratorio a Firenze, che nel 1867 contava dieci operai, cinque doratori e altrettanti fabbri e stipettai, oltre a numerosi apprendisti. Scoperto infatti dai collezionisti stranieri, il F. ebbe presto una notevole clientela soprattutto nei paesi anglosassoni. I suoi modelli di ornamentazione e decorazione furono adottati "in tutte le Scuole dell'Impero Austro-Ungarico, e in molti Istituti di Francia e Germania, e imposti per legge" (De Gubernatis, 1906). Nel 1865 ottenne una medaglia all'Esposizione di Dublino. Due anni dopo, una nutrita collezione delle sue opere, esposta all'Esposizione universale di Parigi, gli valse la medaglia d'argento.

Tra queste si ricordano: un ornato per pilastro alto 2 metri in tiglio, d'un sol pezzo (Scoltura ornamentale… [1908 circa], tavv. 8, 12, 14; Vienna, Österreichisches Museum für angewandte Kunst, depositi); alcuni medaglioni-ritratto a bassorilievo in agrifoglio (Dante, Maria Pia di Savoia [Londra, Victoria and Albert Museum], G. Capponi, G. Rossini, G.Garibaldi, il senatore V. Fardella di Torrearsa); il ritratto di Amedeo di Savoia duca d'Aosta in tiglio con la cornice in giuggiolo e pero; un ritratto femminile in avorio con cornice d'ebano; due formelle pentagonali in giuggiolo lavorato a bassorilievo con motivi vegetali e animali destinate a un cofanetto e acquistate dal Museo industriale di Vienna; il gruppo in altorilievo Paolo e Francesca; un cofano con la raffigurazione di una Caccia al cinghiale; un bassorilievo in giuggiolo con raffigurazioni di animali; una formella in noce rabescata con fascia di putti, stemmi e ghirlande a bassorilievo, utilizzata come copertina dell'album dedicato dalle signore fiorentine alla principessa Margherita di Savoia in occasione delle nozze con il cugino, principe ereditario Umberto, nel 1868. Un calamaio in ebano e giuggiolo (Londra, Victoria and Albert Museum) fu scelto come campione d'intaglio fiorentino dal South Kensington Museum di Londra (L'arte in Italia, III [1871], frontespizio).

Il 9 nov. 1868 il F. fece parte del comitato direttivo che decretò l'apertura a Firenze della Scuola per intagliatori in legno, ebanisti e legnaiuoli, i cui corsi iniziarono il 4 gennaio dell'anno successivo presso l'ex convento dell'Annunziata. Il 28 ag. 1870 fu nominato accademico d'onore, segnalato, tra l'altro, da una lettera dello scultore U. Cambi. Nel medesimo anno divenne cavaliere della Corona d'Italia.

In questo periodo il F. eseguì mobili e arredi neomanieristici per il castello di Vincigliata che John Temple Leader aveva ricostruito a partire dal 1857 circa in stile rinascimentale fiorentino (Leader Scott, 1897, fig. 46); un soffietto in legno ordinato nel 1872 da W. Cornwall's West (L'arte in Italia, IV [1872], p. 40) e un intero salotto (Londra, Victoria and Albert Museum) per l'appartamento dell'avvocato collezionista W.R. Drake (al n. 46 di Parliament Street, Westminster), commissionato nel 1878 tramite il pittore e mercante d'arte W.B. Spence (Fleming, 1979, p. 573, fig. 33). Residente a Firenze e assiduo cliente del F., quest'ultimo aveva venduto al South Kensington Museum di Londra, circa una decina d'anni prima (1869), un calamaio d'avorio e otto altri piccoli ornati lignei del F. (Londra, Bethnal Green Museum of Childhood).

L'importanza del laboratorio del F. a Firenze, in via S. Caterina, divenuto il maggiore della città con circa quaranta collaboratori, conosciuto e apprezzato anche all'estero, crebbe al punto che nel 1873 all'"intagliatore di gran grido" (catal., 1873, p. 360) fu tributata la medaglia d'onore all'Esposizione di Vienna.

A tale manifestazione il F. presentò, tra le altre opere, il bassorilievo Aurora, acquistato dal ministero della Pubblica Istruzione dell'Impero austro-ungarico; un mobile-libreria a vetri; un camino; alcune candelabre; cornici; stipetti intagliati in stile cinquecentesco; animali fantastici; saggi d'ornato (parte di queste opere è conservata nell'Österreichisches Museum für angewandte Kunst di Vienna).

Tra il 1874 e il 1876 il F. creò il lussuoso mobilio in noce per la biblioteca e la nuova sala da pranzo della dimora di George Peabody Wetmore a Château-sur-Mer, presso Newport, RI (Ames, 1970, figg. 13 s.; Bulletin of the Philadelphia Museum of Art, 1970, n. 304, copertina). Nel 1875, in seguito alle nozze del marchese Carlo Ginori con Maria Luisa Alvarez Calderon, creò i raffinati mobili per la camera da letto e la sala da pranzo al primo piano del palazzo Ginori a Firenze (Ginori Lisci, 1983, figg. 1, 5, 7, tav. V). L'anno successivo ottenne la medaglia d'onore alla Centennial Exposition di Filadelfia e, nel 1878, all'Esposizione universale di Parigi, due medaglie d'oro e la Legion d'onore.

A Parigi il F. propose mobili intagliati di lusso, fra cui un armadio a vetri in noce (catal., 1878, II, p. 360); ritratti; saggi di scultura ornamentale; preziosi bassorilievi. Tra questi, uno raffigurante L'aja del contadino in vendemmia e Costumi delle campagne toscane (lungo 2 metri, fuso in bronzo dai fratelli Galli; Scoltura ornamentale… [1908 circa], tav. 3). Notevole inoltre uno stipo con ribalta in noce (Parigi, Musée d'Orsay) ricoperto di pannelli con composizioni naturalistiche.

Nel corso dell'ottavo decennio del secolo si manifestò nell'arte del F. una più viva attenzione nei confronti del dato naturalistico, auspicata dalla stessa critica d'arte che in quegli anni, per voce di "Tito" (forse E. Cecioni) sulle pagine del Giornale artistico di Firenze, si esprimeva contro l'uso conformista del repertorio decorativo rinascimentale ormai svuotato del suo valore storico e simbolico. Al contrario, la cultura fiorentina ufficiale, nella persona del conte D.C. Finocchietti, costante estimatore del F., ne celebrò sempre l'eleganza compositiva e l'impeccabile esecuzione tecnica degli ornati minuziosi, simili a quelli di P. Giusti e memori degli intagli fioriti e bizzarri di A. Barili.

Testimonianza di questo nuovo orientamento di gusto nell'arte del F. sono la grande credenza con pannelli decorati da tralci di vite, grappoli d'uva, frutti e ortaggi (Cito Filomarino, 1969, fig. 286), e il bassorilievo con L'allegoria della Primavera datato 1880 (Gli Alinari…, 1977, p. 142 n. 133). Quest'ultimo fu presentato all'Esposizione di Torino di quell'anno insieme con un ornato in legno per pilastro e al bassorilievo in bronzo L'aja del contadino in vendemmia…, già esposto a Vienna nel 1878.

Intorno al 1880, insieme con E. Gaiani, il F. pubblicò a Parigi l'album illustrato Panneaux et ornements en bois sculptés (Il bello ritrovato…, 1991, p. 580 n. 101). Negli anni successivi diradò l'attività d'intagliatore per sperimentare la scultura a tutto tondo. Ne è un esempio il busto del filosofo inglese G.H.Lewes scolpito per l'università di Londra; alcune statue di grandi dimensioni vennero inoltre fuse in bronzo nel suo laboratorio. Tra il 1881 e il 1887 realizzò il cofano contenente la bandiera donata dalle gentildonne fiorentine alla nave "Italia". Nel 1884 partecipò all'Esposizione di Torino e, l'anno successivo, donò al Museo artistico-industriale di Roma l'ornato per pilastro in tiglio presentato a Parigi nel 1867. Nel 1886 creò una medaglia per le esposizioni donatelliane e nel 1890 la biblioteca in mogano per la casa di A. Phelps Stokes a New York (al n. 229, poi 231, di Madison Avenue).

Attivissimo nel patrocinare gli interessi della sua categoria, per qualche tempo il F. fu vicepresidente del Circolo degli artisti e per molti anni dell'Associazione commerciale, coltivando sempre il desiderio di fondare una società fiorentina per la realizzazione su larga scala di mobili italiani adatti a qualsiasi uso. Il 7 genn. 1892 presentò alla Camera di commercio una petizione con la richiesta da parte di venticinque artigiani e operai fiorentini di creare una Camera o Borsa del lavoro che venne realizzata nel marzo dell'anno successivo con statuto redatto da P.L. Barzellotti, segretario della Camera di commercio.

Dopo lunga malattia, il F. morì a Firenze il 29 giugno 1897 e fu sepolto nel cimitero di S. Miniato. Nello stesso periodo si svolgeva a Bruxelles l'Esposizione universale alla quale era riuscito a inviare alcuni suoi lavori.

Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle esposizioni, alle relazioni dei giurati e alle rassegne critiche relative si segnala: C. Paolini - A. Ponte - O. Selvafolta, Il bello ritrovato. Gusto ambienti mobili dell'Ottocento, Novara 1991, pp. 223, 294, 444, 449, 454-457, 459, 461 s., 579-581, 591. Si veda inoltre: Leader Scott, The Castle of Vincigliata, Firenze 1897; Scoltura ornamentale… L. F. ed altri valenti artisti, Torino s.d. (ma 1908 circa), tavv. 1, 3 s., 6-8, 10, 12, 14, 18-20, 22, 24 s., 27, 29-31, 33, 35; A.M. Cito Filomarino, L'Ottocento. I mobili del tempo dei nonni, Milano 1969, pp. 8, 200, figg. 231, 236, 286; W. Ames, The transformation of Château-sur-Mer, in Journal of the Society of architectural historians, XXIX (1970), pp. 295, 301, 304-306; Gli Alinari fotografi a Firenze 1852-1920, a cura di W. Settimelli - F. Zevi, Firenze 1977, pp. 130, 142 n. 133, 143 n. 134, 301 nn. 500-504; J. Fleming, Art dealing in the Risorgimento III, in The Burlington Magazine, CXXI (1979), pp. 571, 573, 575 fig. 33; L. Ginori-Lisci, The nineteenth century in a sixteenth century Florentine palace, in Apollo, n.s., CXVII (1983), pp. 392, 394-397, figg. 1, 5, 7 tav. V; L'idea di Firenze. Temi e interpretazioni nell'arte straniera dell'Ottocento, a cura di M. Bossi - L. Tonini, Firenze 1989, pp. 163, 171, 181-184; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital.…, Firenze 1906, pp. 209 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, pp. 536 s.; J. Fleming - H. Honour, Diz. delle arti minori e decorative, Milano 1980, p. 259.

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