MAGNANI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)

MAGNANI, Luigi

Giorgio Pangaro

Nacque a Reggio nell'Emilia il 29 genn. 1906 da Giuseppe, imprenditore agricolo, titolare di una prospera industria casearia, ed Eugenia Rocca, di nobile famiglia ligure.

L'infanzia fu agiata, ma solitaria e malinconica. Due sorelle, Lisetta e Ada, morirono entrambe, ancora giovani, di tubercolosi. Il padre, pur preso negli affari dell'azienda, fu uomo sensibile e affettuoso, amante della musica. Dalla madre, donna di cultura vasta e raffinata, venne avviato allo studio del pianoforte fin dalla più tenera età; da lei pure fu indirizzato all'amore per la letteratura e le arti figurative. Adolescente, ebbe il privilegio di visitare i principali musei d'Europa guidato da uno straordinario maestro quale A. Venturi.

Nel 1927, studente universitario a Roma, ottenne il premio Naborre Campanini dalla Regia Deputazione di storia patria per una memoria su Gerolamo Toschi e l'Accademia romana di filosofia naturale (Modena 1928, estr. dalla rivista Arkelon, IX [1928]). Nel 1929 si laureò in lettere moderne con una tesi in storia dell'arte sullo scultore modenese del Cinquecento Antonio Begarelli, lavoro poi edito (Antonio Begarelli, Milano 1931) e primo di numerosi studi di storia dell'arte. Sempre a Roma conseguì il diploma di perfezionamento in storia dell'arte.

Aveva già pubblicato Prospero Sogari detto "il Clemente" (Reggio nell'Emilia 1927, estr. da Cronache d'arte, IV [1927]), sullo scultore reggiano rinascimentale, di cui il M. aveva preso a interessarsi, ancora liceale, lavorando al Giano bifronte, opera del Clemente, che si trovava nella collezione di famiglia. Negli anni Trenta collaborò con l'Enciclopedia Italiana, per cui compilò alcune voci inerenti sempre la storia dell'arte.

Nel 1938 si abilitò alla libera docenza in storia dell'arte medievale e moderna. Nel contempo il M. coltivava con analoga serietà e impegno lo studio della musica.

Ebbe, tra gli altri, come maestro di composizione A. Casella, e per diversi anni si dedicò alla composizione: I Canti di Michelangelo, per voce e pianoforte, I cori della Passione, per voci sole, Oratorio di Emmaus, Pavane, Passacaglia, Due stanze di canzone sono i titoli di alcune composizioni del M.; inoltre scrisse di musica: del 1948 sono i saggi Hindemith magister barbarus (Roma s.d. ma 1948) e Mallarmé e i miti della musica (ibid. s.d. ma 1948).

Nel 1941 la famiglia Magnani aveva acquistato le proprietà di Mamiano, in provincia di Parma. Risale a questo periodo l'incontro del M. con G. Morandi, che sfociò in un'amicizia durata fino alla morte del maestro bolognese, e che si doveva rivelare fondamentale nella vita del M. collezionista, poiché intorno alle opere di Morandi, che andava via via acquisendo, egli avrebbe costituito la splendida collezione di arte moderna e contemporanea che ora si può ammirare, a Mamiano appunto, nella sede della Fondazione Magnani-Rocca.

Di fatto il M. non volle mai definirsi collezionista (vedi l'ultima l'intervista da lui rilasciata, in Catalogo della Fondazione Magnani-Rocca, p. 22). La raccolta di opere d'arte figurativa, pur essendo, forse, il suo lascito più concreto, fu per il M., in maniera profonda e profondamente testimoniata, parte di una ricerca e di un anelito di conoscenza che non ha mai privilegiato una modalità d'espressione dell'arte, ma sempre e con grande rigore etico ha cercato in ogni opera (musicale, figurativa, poetica) indagata e amata, la volontà e l'intelletto dell'autore, la tensione spirituale e il desiderio di trascendenza. Sicché se si può parlare a ragione di una collezione Magnani-Rocca, si dovrebbe in ogni caso tener sempre presente il modo in cui la guardò colui che ne fu l'"autore". Per il M. le opere d'arte figurativa di cui si circondò sono state parte di un mondo che si è dispiegato in relazioni sincroniche e diacroniche con la musica, la poesia e la più ampia realtà in cui sono nate e in cui, nel tempo, sono venute a costituire un insieme coerente e compatto.

Nel 1943 riprese la collaborazione con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana che andava definendo il progetto del Dizionario biografico degli Italiani, occupandosi in particolare delle biografie di scultori emiliani del Cinquecento. Collaborò inoltre alla sezione musicale di un Dizionario delle arti contemporanee per l'editore F. Ballo di Milano. Dal 1949 al 1962, insegnò storia delle arti decorative del manoscritto e del libro all'Università di Roma e, dal 1949 al 1967, ebbe incarichi d'insegnamento presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari di quell'Università. Entrò quindi a far parte della Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon di Roma.

Nel 1955, insieme, tra gli altri, con Elena Croce e G. Bassani, fu tra i fondatori dell'associazione Italia Nostra. Nel 1964, per la RAI, curò una serie di trasmissioni nel quarto centenario della morte di Michelangelo.

Centrali sono l'analisi della posizione di Michelangelo nell'ambito della cultura del Rinascimento, la disamina del senso della sua opera mediante l'illustrazione dei contenuti ideologici e religiosi, con particolare insistenza sugli aspetti iconologici e sui significati simbolici.

Contemporaneamente il M. continuava a coltivare gli studi musicologici e nel 1968 partecipò al concorso per professore straordinario alla cattedra di storia della musica dell'Università di Pavia, che non vinse; ebbe invece un incarico, sempre in storia della musica, dall'Università di Lecce.

Al 1954 risalgono due saggi, entrambi usciti in Paragone la rivista di R. Longhi, e stampati a Firenze come monografie, importanti per delineare il carattere del M. musicologo: colto, finissimo e privo di pregiudizi. Il primo, Storia segreta della tetralogia (ibid., n. 50), è dedicato al Ring wagneriano; il secondo, La musica concreta (ibid., n. 56), è incentrato sull'analisi dei fenomeni di rinnovamento musicale, che in quegli anni furono particolarmente tumultuosi e importanti.

Nel 1957 pubblicò Le frontiere della musica. Da Monteverdi a Schönberg (Milano-Napoli), raccolta di saggi già apparsi in diverse testate, incentrati sullo studio dei rapporti determinatisi nel corso del tempo tra musica e poesia; i saggi vertono soprattutto sulle concezioni musicali di grandi letterati, come J.W. Goethe, J.G. Herder, Stendhal, H. Heine, S. Mallarmé, Th. Mann, e sulle poetiche di musicisti quali C. Monteverdi, W.A. Mozart, L. van Beethoven, R. Wagner, P. Hindemith, A. Schönberg; in particolare le affinità tra Mozart e Goethe, Schönberg e Mallarmé sono oggetto di un accurato esame.

In questo periodo il M. tenne anche numerose conferenze su Beethoven, quali Verità e poesia in Beethoven, L'ideale della libertà e il finale della Nona, Umanesimo in Beethoven, poi trasfuse nelle pubblicazioni più avanti citate. Per la RAI tenne una conversazione sul tema Proust e la musica seguita da una su Schönberg. Sempre del 1960 sono due ulteriori saggi beethoveniani: Genesi dell'idea della forma sonata in Beethoven (in Aut aut, 1960, n. 56, pp. 90-100) e Taccuini di conversazione di Beethoven (Paragone, IX [1959], 116, pp. 3-27). Quest'ultimo è una preparazione alla pubblicazione, nel 1962, de I Quaderni di conversazione di Beethoven (Milano-Napoli), cui seguì Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione (Bari 1970; poi, Torino 1975), contributi fondamentali per l'approfondimento e l'interpretazione dei taccuini con cui Beethoven, dopo il 1820 ormai sordo, comunicava con gli amici.

Il M., inoltre, nel corso degli anni tenne una fitta collaborazione con numerosi enti lirici curando la stesura di libretti di presentazione critica a varie opere. Del 1968 è un saggio sul contemporaneo L. Dallapiccola, per la rivista dell'Ente autonomo La Biennale di Venezia. Nel 1970, a Vienna, partecipò al simposio su Beethoven. Organizzò inoltre un breve corso dedicato alle origini del melodramma per l'Istituto per il film e le arti dello spettacolo, presso l'Università internazionale dell'arte di Firenze, fondata da C.L. Ragghianti, collaborazione che sarebbe proseguita negli anni successivi.

Nel 1976 il M. lasciò l'insegnamento presso l'Università di Roma. Da questo momento perseguì con determinazione il progetto di una fondazione artistica cui affidare la sua collezione. L'obiettivo venne realizzato l'anno successivo con la costituzione giuridica della Fondazione Magnani-Rocca, in memoria dei suoi genitori.

Intensificò quindi la ricerca di opere d'arte per arricchire la sua collezione, spesso avvalendosi dei suggerimenti di critici d'arte suoi amici, tra cui: G.C. Argan, C. Brandi, A. Chastel, A. González-Palacios, Ragghianti, F. Zeri.

Nel 1972 l'editore Einaudi aveva pubblicato Il nipote di Beethoven (Torino) che rimane l'unica prova narrativa del M., il quale per anni raccolse appunti per tre romanzi, rimasti però incompiuti e inediti: La duchessa di Roccamurata, Estate e Ragazzi precoci, frammenti autobiografici della giovinezza del M. e delle sue sorelle. Del 1976 è il libro Goethe, Beethoven e il demonico (ibid.), mentre nel 1978 uscì La musica in Proust (ibid.). Anche l'opera di Stendhal fu uno degli interessi costanti nell'attività del M. (che nel 1950 era stato nominato presidente dell'Associazione italo-francese di Parma e come tale aveva costituito un comitato per le commemorazioni stendhaliane): nel 1980 pubblicò L'idea della Chartreuse: saggi stendhaliani (ibid.) che, l'anno successivo, fu insignito con il premio Otto/Novecento di critica letteraria per la sezione "Edito". Nel 1982 uscì Il mio Morandi (ibid.), libro che testimonia dell'amicizia ventennale tra i due personaggi e ne raccoglie l'intero carteggio. Nel 1983 il M. espose la sua collezione di arte contemporanea nella mostra Da Cézanne a Morandi e oltre, allestita nella villa di Mamiano. Nel 1984 uscì Beethoven lettore d'Omero (ibid.).

Il M. morì il 15 nov. 1984 nella villa di Mamiano di Traversetolo.

Da un mese aveva chiuso la mostra dal titolo Fondazione Magnani-Rocca: capolavori della pittura antica, nella quale il M. aveva presentato la sua collezione di arte antica.

Oltre alle opere già citate, del M. si ricordano: Un polittico trecentesco inedito nella Pinacoteca Vaticana (estr. da L'Illustrazione vaticana, III [1932], pp. 441-444); Frammenti di affreschi medioevali di S. Nicola in Carcere nella Pinacoteca Vaticana (estr. da Rendiconti della Pontificia Accademia romana di archeologia, VIII [1932], pp. 239-247); Le miniature del Sacramentario d'Ivrea e di altri codici Warmondiani, Città del Vaticano 1934 (rist.: Sacramentario del vescovo Warmondo di Ivrea, Pavone Canavese 1990); Note sui disegni del Correggio, Parma 1934; L'evoluzione artistica di A. Tiarini. Disegni e pitture inedite per S. Michele in Bosco a Bologna, ibid. 1935; La Cronaca figurata di Giovanni Villani. Ricerche sulla miniatura fiorentina del Trecento, Roma 1936; Gli affreschi della basilica di Aquileia, Torino 1960; La musica, il tempo, l'eterno nella "Recherche" di Proust, Milano-Napoli 1967; Disegni di Goethe in Italia (catal.), con un saggio introduttivo di L. Magnani, Vicenza 1977; Le due verità di Beethoven, Bologna 1990.

Fonti e Bibl.: La quasi totalità delle notizie biografiche sul M. è reperibile dal Catalogo generale della Fondazione Magnani-Rocca, Firenze 2001 (si veda in particolare il saggio di S. Roffi).

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