MANCINELLI, Luigi

Enciclopedia Italiana (1934)

MANCINELLI, Luigi

Mario Pedemonte

Direttore d'orchestra e compositore, nato a Orvieto il 5 febbraio 1848 e morto a Roma il 2 febbraio 1921. Sebbene destinato al commercio (il fratello maggiore studiava musica) apprese i primi elementi dell'arte dal padre, a fianco del quale suonò nell'orchestra d'Orvieto. A 14 anni fuggì a Firenze, dove studiò il violoncello con Jefte Sbolci e prese qualche lezione da T. Mabellini, iniziando ben presto la carriera musicale come suonatore d'orchestra e compositore di romanze da camera. Pochi anni dopo, a Perugia, rivelò le sue eccezionali doti di direttore, sostituendo ottimamente E. Usiglio in un'esecuzione dell'Aida. Chiamato a Roma all'Apollo, vi si affermò in modo decisivo e poté così avviare a fortunata carriera anche il fratello Marino. Oltre alle innumerevoli stagioni nei massimi teatri d'Europa e d'America, diresse le esecuzioni allestite a Iesi per il centenario di Gaspare Spontini; inaugurò la sala dei concerti del Teatro Costanzi, il Teatro Metropolitan di New York e il Teatro Colón di Buenos Aires; contribuì alla diffusione delle musiche di Wagner e di Beethoven. Dal 1881 al 1886 fu a Bologna e diede la sua attività alla Cappella di S. Petronio, al Teatro comunale, ai Concerti sinfonici, alla Società del quartetto, al liceo musicale, di cui fu insegnante e preside.

Scrisse: Musiche per la Messalina e la Cleopatra di P. Cossa e per il Tizianello di E. Lombroso; Scene veneziane (Suite per orchestra); Prière des oiseaux, per coro e orchestra; Ouverture romantica; Salve, per coro e orchestra, due poemi sinfonici per le cinematografie storiche Giuliano e Frate Sole (Roma); melodie per canto e orchestra e per canto e pianoforte; le cantate sacre Isaia; S. Agnese, e la Missa in auxilium christianorum; le opere: Isora di Provenza; Ero e Leandro, Paolo e Francesca; Il sogno d'una notte d'estate (inedita).

Il fratello Marino, nato a Orvieto il 15 giugno 1842 e morto a Rio de Janeiro il 3 settembre 1894, fu direttore d'orchestra. Studiò col padre, poi ad Assisi col Borroni, infine a Firenze con T. Mabellini. A 20 annì fu nominato direttore della scuola di musica e della cappella del duomo d'Orvieto e nella sua città compose musica d'occasione, tra cui un Oratorio e una messa solenne di bella fattura. Diresse l'orchestra a Roma, nelle principali città d'Italia e a Madrid, Lisbona, Barcellona, Buenos Aires. A Rio de Janeiro volle tentare l'impresa teatrale, ma, scoraggiato dal disastro finanziario, si uccise. Lasciò inedite: Bianca dei Monaldeschi, L'orfana di Thurn, Il castello d'Adolfo, Fredegonda, I ribelli.

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