PALMIERI, Luigi

Enciclopedia Italiana (1935)

PALMIERI, Luigi

Maria Piazza

Fisico, vulcanologo e filosofo, nato a Faicchio (Benevento) il 21 aprile 1807 e morto a Napoli il 9 settembre 1896. Insegnò dapprima matematica e filosofia privatamente e nei licei di Napoli, passò poi all'università della stessa città, dove successe nel 1847 a P. Galluppi nella cattedra di filosofia, che cedette a B. Spaventa nell'assumere l'insegnamento di fisica terrestre (1860), di nuova istituzione, e di fisica terrestre e meteorologia nella scuola agraria di Portici. Inoltre direttore dell'osservatorio vesuviano dal 1850 e della specola universitaria dal 1860.

Fu filosofo giobertiano, come molti filosofi napoletani del suo tempo. Le sue ricerche fisiche riguardano le correnti indotte dal magnetismo terrestre, l'elettricità atmosferica, le correnti telluriche. Le prime furono eseguite dal P. in collaborazione con P. S. Linari dal 1840 al 1844 e di poi da solo; essi ottennero da tali correnti gli effetti fisici, chimici, fisiologici comuni a tutte le altre (Alcune esperienze d'induzione del magnetismo terrestre e invenzione di una batteria magneto-elettro-tellurica [ll Progr. scien. art. lett., Napoli 1840]; Nuove esperienze sull'induzione del magnetismo terrestre fatte dai professori Linari e Palmieri [R. Acc. Sc., ivi 1842]; Telluro-elettricismo [Progr. citato, ivi 1843]).

Per misurare l'elettricità atmosferica e stabilirne l'origine e le variazioni preferì l'uso dei conduttori mobili collegati all'elettrometro bifilare di sua costruzione. E nei suoi lavori: Origine dell'elettricità atmosferica (Atti Soc. dei XL, 1882) e La dottrina positiva dell'elettricità atmosferica (1893) espose in proposito idee non accettate da alcuni fisici suoi contemporanei, che trovarono difetti anche nell'elettrometro bifilare. Successivamente il P. eseguì le ricerche sulle correnti telluriche e sulla loro origine e rapporti con i fenomeni meteorologici, con il potenziale dell'aria, ecc., e, nel 1894, osservò che sulle pendici del Vesuvio esse sono influenzate dall'attività del vulcano. Se il fondamento scientifico dei suoi risultati sperimentali e delle proposizioni da essi dedotte fu talvolta sottoposto a critiche, certamente non si può negare l'importanza delle sue ricerche fisiche, chimiche, spettroscopiche sulle fumarole e sulle lave. Il P. determinò per primo il peso specifico della lava liquida, la temperatura delle fumarole e la presenza in esse del vapor d'acqua; quella del litio, del tallio e dell'acido borico nelle sublimazioni vulcaniche della mellonite e della scacchite fra i minerali del Vesuvio. E fino dal 1881 sembra abbia riconosciuta, in una sublimazione vesuviana, la riga dell'elio con priorità su W. Ramsey e sul Cleve che individuarono l'elio sulla terra parecchi anni dopo. Contemporanei alle sue ricerche sull'elettricità atmosferica sono gli studî sui terremoti e sui vulcani, in specie sul Vesuvio. Nel 1852 pubblicò con lo Scacchi la Relazione intorno alla regione vulcanica del Monte Vulture ed al terremoto ivi avvenuto e nel 1856 fece costruire un sismografo che installò nell'osservatorio.

Degni inoltre di menzione: Relaz. intorno all'incendio del Vesuvio cominciato il dì 8 dic. 1861; Memorie sul terremoto di Casamicciola del 4 marzo 1881 e Mem. sul terremoto dell'isola d'Ischia del 1883, in collab. con A. T. Oglialoro; Il Vesuvio dal 1875-1894, negli Atti dell'Acc. Pontan. di Napoli e negli Ann. del R. Oss. Ves.; Le cronache del Vesuvio dal 1840-1871 e La relaz. del grande incendio vesuv. del 26 aprile 1872.