LUISIANA

Enciclopedia Italiana (1934)

LUISIANA (A. T., 145-146)

Roland M. HARPER
Henry FURST

Stato della confederazione nordamericana, situato fra 29° e 33° lat. N., e 89° e 94° long. O. La superficie è formata da circa 117.610 kmq. di terra, oltre a parecchie migliaia di chilometri quadrati occupati da fiumi e laghi (in complesso 125.625 kmq.), raccolti per la maggior parte all'estremità meridionale dello stato, nella bassa pianura prossima al Golfo del Messico. Lo stato è diviso in 64 parrocchie (corrispondenti alle contee di altri stati), le quali a loro volta comprendono 493 suddivisioni (wards).

Il territorio, compreso nella pianura costiera del Golfo del Messico, è costituito da strati del Terziario e posteriori, con poche e piccole zone formate da affioramenti del sottostante Cretacico, denudato nella parte settentrionale. Gli strati sono in maggioranza formati da argilla e sabbia. I sondaggi del suolo hanno rivelato in varie parti dello stato importanti depositi di sale, zolfo, petrolio e gas naturali, e da questi depositi si ricavano prodotti per un valore di parecchi milioni di dollari all'anno.

Il punto più elevato del territorio è a soli 122 m. s. m. Il suolo è coperto in gran parte da depositi alluvionali di fiumi, specialmente del Mississippi (v.), che forma il tratto maggiore del confine orientale e che sbocca nel Golfo del Messico circa 160 km. a S. di New Orleans. Un'ampia regione della parte meridionale è costituita da paludi al livello del mare, che vengono coperte ad alta marea; anche alcune parti della città di New Orleans sono al livello del mare e al di sotto di esso, tanto che debbono essere protette da dighe contro le inondazioni.

Il Mississippi è accessibile per navi a vapore molto più a monte dei confini della Luisiana, nella quale anche altri fiumi sono parzialmente navigabili. L'energia ricavabile dall'acqua è trascurabile a causa della scarsa altitudine e della lentezza delle correnti.

Le regioni alluvionali sono fertilissime e abbastanza fertili sono anche le regioni più elevate, argillose, verso N.; nelle regioni centrale, sud-orientale e sud-occidentale si trovano invece notevoli zone di suolo sabbioso, piuttosto povere.

Il clima è caldo-temperato e umido. All'estremo N. la temperatura media si aggira sui 7° in gennaio, sui 28° in luglio, con una media annua di circa 18°; nel S. si hanno le seguenti medie: 12° in gennaio, 28° in luglio e 20° di media annua. Le precipitazioni annue vanno da circa 1125 mm. nel NO. a 1500 mm. nel SE. Nel N., il principale periodo delle piogge è in inverno e in primavera; nel sud, è nella tarda estate. Neve e ghiaccio sono relativamente rari. Ogni pochi anni, gli uragani spazzano la costa sul Golfo del Messico; ma la regione paludosa prossima alla costa è troppo scarsamente popolata per subire gravi danni.

Sui terreni più poveri, le foreste sono composte prevalentemente di pini; sui terreni alluvionali prevalgono cipressi (Taxodium). Nella regione meridionale e centrale si trovano estese praterie senza alberi, e ugualmente prive di alberi sono le paludi lungo la costa. Almeno una metà dell'originario patrimonio forestale è stata abbattuta per la raccolta del legno o dagli agricoltori; tuttavia il legno alimenta ancora un'industria importante, che nel 1930 impiegava circa 8000 uomini nelle foreste e 26.000 nelle segherie. Importante è la caccia che si fa nelle paludi costiere al topo muschiato (Fiber rivalicius) per la pelliccia. Pesci, ostriche e piccoli crostacei si pescano in grande quantità nel mare e nelle acque salmastre.

Gl'Indiani aborigeni della Luisiana furono ben presto sloggiati dai coloni bianchi e alla fine del primo decennio del sec. XX erano ridotti nella Luisiana a meno di 1000. Tuttavia il censimento del 1930 ne trovò 1536. I primi coloni europei furono in maggioranza francesi; i nativi della Francia e i loro discendenti sono oggi nella Luisiana relativamente più numerosi che in ogni altro stato dell'Unione. Il dominio spagnolo nell'ultima parte del sec. XVIII produsse un'immigrazione anche dalla Spagna e inoltre nella Luisiana, come negli altri stati meridionali, furono importati dall'Africa molti schiavi negri per lavorare nelle piantagioni.

Il censimento del 1810 trovò nello stato 76.556 ab., saliti nel 1930 a 2.101.593 (17 ab. per kmq.). In tale anno la popolazione era così composta: 61,1% Bianchi indigeni, 1,7% Bianchi stranieri, 36,9% Negri, 0,3% di altre popolazioni, soprattutto Messicani. Più di un terzo dei Bianchi stranieri sono italiani, seguiti, in ordine d'importanza, da tedeschi, francesi, inglesi e canadesi. Gli stranieri, come di consueto, vivono prevalentemente nelle città e dei 13.528 Italiani nella Luisiana, poco più della metà sono domiciliati in New Orleans. Il nucleo maggiore dopo questo abita nella parrocchia di Tangipahoa. Sempre secondo il censimento del 1930, si contavano anche 34.912 persone con uno o con entrambi i genitori italiani: di queste persone un po' meno della metà dimorava a New Orleans.

Nel 1930 il 39,7% della popolazione della Luisiana viveva in città con più di 2500 abitanti. I centri urbani maggiori sono: New Orleans, porto principale, con 458.762 abit.; Shreveport (76.655 abitanti), centro d'industria petroliera e nodo stradale nel N.; Baton Rouge (30.779 ab.), capitale dello stato; Monroe (26.028 ab.), centro dell'industria del gas naturale, a N.; Lake Charles (15.791 ab.), con l'industria del legname e del petrolio, a SO.; Lafayette (14.635 ab.) e Bogalusa (14.029 ab.), con l'industria del legname, a SE.

Nel 1930 l'analfabetismo della popolazione adulta era del 9,7% tra i Bianchi, e del 29,0% tra i Negri. L'analfabetismo, in diminuzione, è assai minore nelle città che nei distretti rurali.

Circa il 39,5% della popolazione della Luisiana vive in fattorie che occupano il 32,2% della superficie dello stato, della quale i terreni coltivati formano circa il 19,5%. Circa il 55% degli agricoltori sono bianchi e il 45% negri. Le principali colture, in ordine di superficie occupata, sono: cotone, granturco, riso, canna da zucchero, fieno, patate dolci e patate irlandesi. Nella coltura della canna da zucchero la Luisiana ha superato di gran lunga tutti gli altri stati dell'Unione. La coltivazione della canna ha luogo in massima parte sui terreni alluvionali, nella parte meridionale dello stato. Le industrie impiegano circa il 15% dei lavoratori della Luisiana. La più importante, senza confronto, è la lavorazione del legname, che costituisce circa il 40% del totale. Segue quella dello zucchero; il rimanente è formato soprattutto da industrie che sopperiscono a bisogni locali piuttosto che produrre articoli d'esportazione.

La Luisiana possiede più di 8000 km. di linee ferroviarie e le strade di grande comunicazione sono state molto migliorate dall'epoca in cui si diffuse l'automobile. Di queste strade, parecchie centinaia di chilometri sono pavimentate.

Storia. - La costa della Luisiana fu scoperta da Lucas Vásquez (1520) e poi da Panfilo Narváez (1528); le coste del Mississippi stesso furono visitate già nel 1541 dal De Soto, che vi perse anche la vita; e nel 1673 Marquette e Joliet scesero il fiume sino alla bocca dell'Arkansas. Ma la gloria d'avere scoperto la bocca del "padre delle acque" (scoperta che, secondo la credenza di quei tempi, dava il diritto sopra tutte le terre percorse da esso) spetta a La Salle (v.), che vi arrivò nel 1682. Arrivato al Golfo, diede a tutta la terra il nome del suo re, Luigi XIV. Tornato in Francia, fece organizzare dal governo una spedizione per colonizzare le nuove terre, e partì con 4 navi e più di 300 coloni da La Rochelle il 24 luglio 1684. Ma la nave che portava le provvigioni naufragò; i coloni non riuscirono a ritrovare la bocca del Mississippi, ma gettarono l'ancora a SSE. della punta orientale di Mobile, sbarcando sull'isola Massacre o Delfina, sulle sponde della Baia di Matagorda, nell'odierno Texas. Questa prima colonia non durò, e La Salle non riuscì mai a riscoprire la bocca del fiume. Più fortuna ebbero i coloni comandati da Lemoyne d'Yberville nel 1700, che sbarcarono a 38 miglia sotto il sito di Nuova Orleans, a "Poverty Point", costruirono il forte di Biloxi ed estesero il dominio francese verso nord. Il possesso francese della Luisiana fu limitato a sud dal Río del Norte, il confine andò poi lungo la costa che lo separa dal Fiume Rosso, sino alle Montagne Rocciose, e ad est si fermò a metà strada tra Mobile e Pensacola. Verso nord il limite non fu mai definito.

Dopo il trattato di Utrecht la colonia fu affidata ad Antoine Crozat, e Antoine de la Mothe Cadillac fu nominato governatore. Il famoso finanziere Law ne ottenne il controllo nel 1717 per mezzo della Compagnia Occidentale. Ma, dopo l'assorbimento di questa nella Compagnia delle Indie, il progetto naufragò, nel 1721. La colonia, grazie all'immigrazione bianca e nera dal 1718 al 1721, continuò modestamente a prosperare. Bienville fratello d'Iberville, fondò come governatore la città di New Orleans. Le finanze tuttavia non erano troppo prospere, e nel 1732 la compagnia preferì restituire la concessione alla corona. Il tentativo francese di unire la Luisiana al Canada con una strada e una catena di forti (Forte Duquesne, 1754) fu uno dei motivi della guerra fra Inglesi e Francesi, prima avvisaglia della guerra dei Sette anni, verso la fine della quale la Francia preferì trasferire la Luisiana alla Spagna (1762). La Spagna ne ottenne il possesso però solo nel 1769. Nel febbraio del 1763, il trattato di Parigi dava la Luisiana a est del Mississippi alla Gran Bretagna. La Luisiana restò alla Spagna sino al 1800, ma senza prosperare. Il governatore, Antonio de Ulloa, che arrivò per prenderne possesso, dovette di fronte al tenace attaccamento dei coloni alla Francia ritirarsi, dopo due anni di vani sforzi, ad Avana. Solo l'8 agosto 1769 O' Reilly arrivando con una flotta spagnola poté, lo stesso giorno, prendere la città. Temendo di suscitare la cupidigia britannica, la Spagna impedì lo sviluppo della Luisiana. Dopo la rivoluzione, i rapporti con gli Stati Uniti furono pessimi. Furono chiuse le porte al loro commercio, e istigati gl'indiani Creeks ad attaccarli. Però, col trattato di Madrid del 27 ottobre 1795, i nordamericani ebbero il diritto di trafficare sul fiume e un deposito alla Nuova Orleans, per tre anni. Napoleone formò il progetto di rinnovare l'impero coloniale francese in America. Col trattato segreto "preliminare" di Sant'Ildefonso del 1 ottobre 1800, si fece cedere la Luisiana, ma ci vollero ben due anni per persuadere Carlo IV a firmarlo. E lo fece allora solo a patto che la Francia non cedesse mai la colonia ad altri. L'Inghilterra ebbe sentore del trattato e s'affrettò a informarne Jefferson. Grande fu l'emozione in America. Deciso a evitare una guerra, il presidente nel marzo 1803 mandò Monroe a Parigi a trattare insieme con l'ambasciatore americano Livingston. Frattanto Napoleone accarezzava il progetto di cedere la colonia agli Stati Uniti, per guadagnarne l'amicizia e per impedire a essa di cadere in mano della regina del mare. Con tre convenzioni, in data 30 aprile, ma probabilmente firmate più tardi, i delegati americani, venuti a chiedere uno "sbocco sul Golfo" si videro con stupore assegnare un territorio uguale a tutta l'Unione di allora "con la stessa estensione che ha attualmente nelle mani della Spagna", in cambio di 80 milioni di franchi (dei quali 20 per risarcire cittadini americani aventi pretese contro la Francia). Il re di Spagna vide nella cessione una violazione dei suoi diritti, e non vi volle acconsentire prima del 10 febbraio 1804. Ma la bandiera americana venne innalzata il 20 dicembre 1803 sulla Grande Piazza di Nuova Orleans. Il "territorio di Orleans" fu organizzato con legge del 26 marzo 1804. Nel 1810 il territorio fu aumentato con la sezione ad est del fiume, raggiungendo i confini odierni della Luisiana. Il resto del territorio acquisito tenne per il momento, però, il nome di Luisiana.

L'assenza di diritti politici e la proibizione del traffico di schiavi disgustarono i cittadini, i quali, con una petizione al Congresso, ottennero nel 1805 una camera elettiva e l'entrata nell'Unione come stato, appena la Luisiana avesse raggiunto una popolazione di 60.000 ab., il che avvenne nel 1812. La costituzione fu promulgata in inglese e francese, e il francese rimase, con l'inglese, lingua ufficiale sino alla metà del secolo.

Nella guerra del 1812 ebbe luogo nella Luisiana la battaglia di Nuova Orleans. In seguito lo stato ebbe sviluppo rigoglioso agricolo e commerciale. Nella guerra civile non esitò a ribellarsi al nord, firmando l'atto di secessione già il 23 dicembre 1860. Ma per gli ultimi due anni della guerra il suo territorio fu per lo più in mano ai federali. Durante la "ricostruzione" cadde in preda a Negri ignoranti e ai soliti "carpet-baggers", loschi politicanti venuti dal nord, che furono cacciati con la violenza nel 1877. Da allora lo stato ha goduto d'una prosperità notevole.

Bibl.: C. E. A. Gayarré, Hist. of L., New Orleans 1885, la migliore; A. Fortier, Hist. of L., voll. 4, New York 1904, importante per il periodo recente; F.-X. Martin, Hist. of L., voll. 2, New Orleans 1882; Barbé-Marbois, Hist. de la L. et de la cession aux États-Unis, Parigi 1829. Pubblicazioni della L. Historical Society, I-X, 1895-97; continuata da L. Historical Quarterly, 1917 e segg.; A. Phelps, L., in Amer. Commonwealth series. Historical collections of L. and Florida, I-VII, New York 1846-75. Si consultino anche: Jefferson, Writings, Washington 1857, II, pp. 431-36; Roosevelt, Winning of the West, cap. 6-7; Annals of Congress, VIII, 1ª sessione, pp. 311-38; 2ª sessione app., pp. 1597-1608; Le Page du Pratz, Hist. de la L., III, Parigi 1758; J. Wallace, Hist. of. L. under French rule, 1899; P. Heinrich, La L. sous la Compagnie des Indes 1717-31, Parigi 1907; A. Fortier, L. studies, New Orleans 1894; J. R. Ficklen, Hist. and civil gov. of L., Chicago [1899].

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