Lussemburgo

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Stato dell’Europa occidentale, uno dei più piccoli del continente; confina a N e a O con il Belgio, a E con la Germania, a S con la Francia.

Caratteri fisici

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Nel territorio dello Stato si distinguono due diverse regioni morfologiche: quella settentrionale (Ösling), la più elevata del paese (400-500 m), fa parte degli altipiani lorenesi e delle Ardenne, ed è caratterizzata da terre magre ricoperte di boschi. Una zona intermedia, formata da arenarie del Triassico, fa da passaggio al settore più meridionale (Gutland), ondulato, dalle ampie vallate fittamente abitate e coltivate: considerato da alcuni una propaggine settentrionale del bacino di Parigi, vi è compresa la regione mineraria, fondamentale per l’economia dello Stato.

Data la posizione geografica, piuttosto isolata dalle masse oceaniche, il clima del L. è continentale, con inverni rigidi. Dal punto di vista idrografico il territorio del L. appartiene al bacino della Mosella, fiume che segna per 34 km il confine con la Germania. Il fiume Sûre (ted. Sauer), affluente di sinistra della Mosella, attraversa il L. da O a E, raccogliendo a sua volta le acque dell’Our, dell’Alzette e dei loro tributari minori.

Popolazione

Le vicende demografiche del L., eredi di una rigida struttura feudale e condizionate da problematici e disomogenei caratteri ambientali, hanno subito una fase di essenziale trasformazione con l’avvento dell’industrializzazione ottocentesca. Lo sviluppo economico ha conferito alla crescita demografica un notevole impulso, tanto che il paese nel 1930 registrava 300.000 ab., contro i 20.000 della fine del 19° secolo. A fronte di un coefficiente di incremento naturale estremamente modesto (1,17% nel 2009), la crescita demografica è stata essenzialmente condizionata dall’immigrazione: nel 1979 vi risiedevano 92.063 stranieri; nel 2000 la quota di stranieri residenti nel paese, per la maggior parte Portoghesi, Italiani, Francesi e Tedeschi, oltrepassava il 35%. La presenza di stranieri assicura la vitalità demografica al paese, la cui popolazione risulta una delle meno invecchiate nell’ambito dell’Unione Europea. Tuttavia, a parte la capitale, non si è sviluppato alcun centro urbano di notevoli dimensioni; la seconda città del paese è Esch-sur-Alzette.

La religione predominante è la cattolica.

Condizioni economiche

Il L. è il paese che vanta, tra tutti i membri dell’Unione Europea, il più elevato PIL pro capite (circa 81.000 dollari nel 2008). L’estrazione del minerale di ferro, per lungo tempo base dell’economia lussemburghese, è cessata del tutto (l’ultima miniera è stata chiusa nel 1981) e l’industria siderurgica si è ulteriormente ridotta. Accanto all’industria siderurgica sono attive quelle meccanica, della gomma, delle fibre tessili artificiali, dei concimi, del cemento, della ceramica e del tabacco.

Solo l’1,2% circa della popolazione attiva è impegnato in agricoltura: si coltivano patate, orzo e avena nel nord del paese, mentre nel sud prosperano il frumento, la vite e gli alberi da frutta. Caratteristica la coltura delle rose. Sviluppato è l’allevamento (bovini, suini e animali da cortile), che sostiene una fiorente industria alimentare (carne, latte, burro, formaggi, uova). Alla progressiva contrazione dei settori primario e secondario ha fatto riscontro un rilevante aumento delle attività di servizio, che nel 2007 occupavano l’80,6 % della popolazione attiva e concorrevano per buona parte alla formazione del PIL globale: si tratta in gran parte di servizi finanziari e turistici, e di quelli, che però occupano prevalentemente personale straniero, legati alle funzioni che il L. svolge quale sede di importanti organi dell’Unione Europea.

Il L. si avvale di una sviluppata rete di comunicazioni, che comprende tronchi ferroviari di linee internazionali (Milano-Berna-Bruxelles) e altri, di carattere locale, che si diramano a raggiera dalla capitale verso il Belgio e la Lorena. Grazie alla canalizzazione della Mosella, il paese ha accesso diretto alla navigazione sul Reno mediante il porto fluviale di Mertert.

Storia

Nel 963 Sigefredo I, conte di Bigdau, acquistò il castello di Lucilinburhuc (Lützelburg), che diede il nome di L. ai domini circostanti. Enrico IV, eletto re dei Romani (Enrico VII, 1308), cedette nel 1310 la contea al figlio Giovanni re di Boemia, il cui figlio, l’imperatore Carlo IV, la elevò (1354) a ducato. Il matrimonio (1409) tra Elisabetta di Görlitz, ultima erede del ducato e Antonio, duca di Brabante e di Limburgo e fratello del duca di Borgogna Giovanni Senzapaura, decise del futuro del L.: Elisabetta cedette i suoi diritti a Filippo il Buono, duca di Borgogna, al quale nel 1451 gli Stati del ducato prestarono giuramento di fedeltà. Passato, in seguito al matrimonio di Maria di Borgogna con Massimiliano, agli Asburgo e quindi a Carlo V, nel 1555 venne in possesso di Filippo II di Spagna. Nel 16° e 17° sec., durante le guerre tra Francia e Spagna, perse parte del suo territorio a vantaggio della Francia. Passato all’Austria nel 1714, il L. fu annesso alla Francia durante l’età rivoluzionaria e napoleonica ed elevato a granducato dal congresso di Vienna a favore di Guglielmo I re dei Paesi Bassi. Nel 1830 partecipò alla rivoluzione belga e fino al 1839 fu associato alla vita del Belgio. Con il trattato del 1839 la parte occidentale del L. rimase unita al nuovo regno, costituendo la provincia belga di Lussemburgo; la parte orientale continuò a costituire sotto la sovranità del re dei Paesi Bassi un granducato. I rapporti fra il granducato e il regno dei Paesi Bassi assunsero un carattere di semplice unione personale fino al 1890, quando il re-granduca Guglielmo III morì senza eredi maschi. Poiché nel granducato non vigeva la successione femminile, introdotta poi nel 1907, salì sul trono Adolfo ultimo duca di Nassau. I suoi discendenti hanno continuato a regnare sul paese: l’attuale granduca è Henri, salito al trono nel 2000, dopo l’abdicazione del padre Jean.

L’invasione del paese da parte della Germania nella Prima e nella Seconda guerra mondiale indusse il L., firmatario della dichiarazione delle Nazioni Unite (1942), a rinunciare formalmente, dopo la fine del conflitto, a ogni forma di neutralità: aderì come membro fondatore al Patto atlantico (1949) e all’Unione europea occidentale (1954), fu promotore delle Comunità europee e negli anni successivi sostenne l’integrazione europea, fino alla ratifica del trattato di Maastricht nel 1992 e all’adozione dell’euro nel 2000. I legami con i paesi più vicini furono rafforzati nel 1948 con l’unione economica Benelux (con Belgio e Paesi Bassi).

Il quadro politico del L. è caratterizzato da una sostanziale stabilità che, nella seconda metà del 20° sec., ha ruotato attorno al Parti chrétien social (CSV), rimasto ininterrottamente al governo, con la sola eccezione degli anni 1974-79, quando andò alla guida del governo una coalizione composta dal Parti ouvrier socialiste (LSAP) e dal Parti démocratique (DP), di orientamento liberale. Le elezioni tenutesi nel giugno 2009 hanno confermato questa tendenza, portando alla formazione di una grande coalizione tra CSV e LSAP e riconfermando a capo del governo J.-C. Juncker, premier del Lussemburgo dal 1995. Le consultazioni legislative svoltesi anticipatamente nell’ottobre 2013 dopo le dimissioni di Juncker, rassegnate in luglio a seguito di un suo presunto coinvolgimento in uno scandalo sui servizi segreti, hanno registrato per il CSV i peggiori risultati dal 1999: il partito ha ottenuto 23 seggi su 60, perdendone 3 rispetto al 2009, e il granduca Henri ha conferito al democratico X. Bettel l’incarico di formare il nuovo governo insieme ai socialisti e al partito Les verts. Le elezioni politiche svoltesi nell'ottobre 2018 hanno registrato un ulteriore decremento del CSV, che pur conquistando solo il 28% dei consensi (-10 punti percentuali rispetto al 2013) si è confermato primo partito del Paese, seguito dai democratici del premier uscente, anch'essi in calo (16,6%) come i socialisti (16%), mentre si sono affermati in netta avanzata i Verdi (15%). I risultati delle elezioni europee svoltesi nel maggio 2019 hanno confermato la perdita di consensi del CSV, superato di misura (21,1%) dai liberali del DP (21,4%), mentre alle politiche dell'ottobre 2023 la coalizione al governo, formata dai centristi del DP del premier uscente Bettel, dal centrosinistra del LSAP e dai Verdi, ha perso la maggioranza, ottenendo 29 seggi.

Nel 2008 il rifiuto del granduca Henri, cattolico praticante, di controfirmare la legge che rendeva legali l’eutanasia e il suicidio assistito indusse il governo a varare una modifica della Costituzione, per la quale le prerogative del sovrano sono state ridotte: può solo promulgare le leggi, non più sanzionarle.

Dal 1° luglio al 31 dicembre 2015 il L. ha assunto la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea.

Arte e architettura

Le vicende storiche e il territorio limitato hanno impedito il formarsi di un’arte autonoma. Dopo la fondazione dell’abbazia di Echternach (7° sec.), il paese fu introdotto alla cultura carolingia, e vi partecipò attivamente soprattutto con la miniatura. Incorporato alla Lotaringia, fu influenzato poi dall’arte ottoniana. Costruzioni di difesa (rocche e fortificazioni, per lo più ruderi) costituiscono una caratteristica del paesaggio. Il gusto gotico francese influenzò a lungo soprattutto scultura e architettura. Il barocco diede un’impronta notevole a chiese e fortificazioni. Una particolare fusione del rococò francese e tedesco caratterizzò le opere del 18° sec., mentre nel 19° il gusto si orientò decisamente verso la Francia. Nel 20° sec. significativo il contributo teorico degli architetti L. e R. Krier, attivi soprattutto all’estero.

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