Lussemburgo

Dizionario di Storia (2010)

Lussemburgo


Stato dell’Europa occidentale. Nel 963 Sigefredo I, conte di Bigdau, acquistò il castello di Lucilinburhuc (Lützelburg), che diede il nome di L. ai domini circostanti. Enrico IV, eletto re dei romani (Enrico VII, 1308), cedette nel 1310 la contea al figlio Giovanni re di Boemia, il cui figlio, l’imperatore Carlo IV, la elevò (1354) a ducato. Il matrimonio (1409) tra Elisabetta di Görlitz, ultima erede del ducato e Antonio, duca di Brabante e di Limburgo e fratello del duca di Borgogna Giovanni Senzapaura, decise del futuro del L.: Elisabetta cedette i suoi diritti a Filippo il Buono, duca di Borgogna, al quale nel 1451 gli Stati del ducato prestarono giuramento di fedeltà. Passato, in seguito al matrimonio di Maria di Borgogna con Massimiliano, agli Asburgo e quindi a Carlo V, nel 1555 venne in possesso di Filippo II di Spagna. Nel 16° e 17° sec., durante le guerre tra Francia e Spagna, perse parte del suo territorio a vantaggio della Francia. Passato all’Austria nel 1714, il L. fu annesso alla Francia durante l’età rivoluzionaria e napoleonica ed elevato a granducato dal Congresso di Vienna a favore di Guglielmo I re dei Paesi Bassi. Nel 1830 partecipò alla rivoluzione belga e fino al 1839 fu associato alla vita del Belgio. Con il trattato del 1839 la parte occidentale del L. rimase unita al nuovo regno, costituendo la provincia belga di Lussemburgo; la parte orientale continuò a costituire sotto la sovranità del re dei Paesi Bassi un granducato. I rapporti fra il granducato e il regno dei Paesi Bassi assunsero un carattere di semplice unione personale fino al 1890, quando il re-granduca Guglielmo III morì senza eredi maschi. Poiché nel granducato non vigeva la successione femminile, introdotta poi nel 1907, salì sul trono Adolfo ultimo duca di Nassau. I suoi discendenti hanno continuato a regnare sul Paese. L’invasione da parte della Germania nella Prima e nella Seconda guerra mondiale indusse il L., firmatario della dichiarazione delle Nazioni unite (1942), a rinunciare formalmente, dopo la fine del conflitto, a ogni forma di neutralità: aderì come membro fondatore al Patto atlantico (1949) e all’Unione europea occidentale (1954), fu promotore delle Comunità europee e negli anni successivi sostenne l’integrazione europea, fino alla ratifica del Trattato di Maastricht nel 1992 e all’adozione dell’euro nel 2000. I legami con i Paesi più vicini furono rafforzati nel 1948 con l’unione economica Benelux (con Belgio e Paesi Bassi). Il quadro politico del L. è caratterizzato da una sostanziale stabilità che, nella seconda metà del 20° sec., ha ruotato attorno al Parti chrétien social, rimasto ininterrottamente al governo, con la sola eccezione degli anni 1974-79, quando andò alla guida del governo una coalizione composta dal Parti ouvrier socialiste e dal Parti démocratique, di orientamento liberale. Nel 2008 il rifiuto del granduca Henri, cattolico praticante, salito al trono nel 2000 dopo l’abdicazione del padre Jean, di controfirmare la legge che rendeva legali l’eutanasia e il suicidio assistito indusse il governo a varare una modifica della Costituzione, per la quale le prerogative del sovrano sono state ridotte: può solo promulgare le leggi, non più sanzionarle.

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