Madreporari

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Ordine di Cnidari Antozoi Esacoralli; sinonimo di Sclerattinie, comprendente circa 2500 specie, detti comunemente madrepore. Alcuni solitari, in grande maggioranza formano colonie o cormi con scheletro calcareo, i polipai, noti costituenti delle rocce a coralli, ossia delle barriere e delle isole coralline.

Anatomia

Il polipo dei M. è il tipico polipo degli Antozoi, contenuto in uno scheletro calcareo a coppa, il calice; la cavità gastrovascolare è divisa dai setti mesenterici in logge o camere che si prolungano nei tentacoli (semplici, in multipli di 6). Il calice consta di una base o placca basale; una teca o muraglia, ad angolo retto con la prima; una columella, che occupa l’asse del calice; sclerosetti o setti, che si alternano con i setti mesenterici (sarcosetti). Tutti questi pezzi calcarei principali e altri accessori sono di origine ectodermica, segregati da cellule speciali, i calicoblasti. Così lo scheletro calcareo è tutto esterno al polipo.

Sviluppo e morfologia della colonia

I sessi sono quasi sempre separati. L’uovo si sviluppa nella cavità gastrale; poi la larva ciliata (planula) esce dall’apertura orale del polipo, si fissa su un supporto e si trasforma in polipo. Le colonie, che spesso contengono alghe verdi simbionti, si originano per gemmazione o per scissione dei polipi o zooidi. I due processi possono coesistere nella stessa colonia. Nelle specie che normalmente si riproducono per gemmazione si hanno prevalentemente polipai ramificati, nelle altre prevalgono i polipai lamellari e quelli massiccio-compatti. Tra questi ultimi ve ne sono alcuni a meandri, nei quali i calici sono tra loro parzialmente fusi a formare dei solchi calicinali. Lo scheletro calcareo è formato da aragonite, con pochissima sostanza organica (3-8%). Molte specie, soprattutto le litorali, hanno colori vivaci: rosso, giallo, bruno, verde. Le forme solitarie hanno un accrescimento lento, di circa 1 cm all’anno; le forme coloniali crescono anche di 20-30 cm all’anno.

Habitat e diffusione

I M. posano in generale su fondi rocciosi, in acque limpide, mosse, con temperature non inferiori a 20 °C, fino alla profondità di 20-30 m; non tollerano l’acqua dolce, sicché le formazioni coralline mancano alla foce dei fiumi. Sono in gran parte diffusi nelle zone tropicali dell’Oceano Pacifico, dell’Oceano Indiano, dell’Oceano Atlantico; la zona più ricca di scogliere madreporiche è quella compresa fra il 20° parallelo a nord e l’equatore a sud. Vi sono anche banchi madreporici nei mari freddi, fino a 60° di lat. N. I M. solitari sono diffusi in tutti i mari, e sono abbondanti fino a profondità di 500 m, mentre quelli coloniali, che beneficiano della simbiosi con alghe Zooxantelle, non possono scendere sotto ai 60 m.

Formazioni madreporiche

Impropriamente chiamate anche formazioni coralline, sono le scogliere costituite dagli scheletri calcarei di colonie di M. che raggiungono massimo sviluppo nei mari tropicali (specialmente nell’Oceano Pacifico). Possono essere banchi pianeggianti (scogliere madreporiche) o pareti verticali (barriere madreporiche). Si trovano spesso a poca profondità, talvolta affioranti. Se si formano intorno a un isolotto, per lo più di origine vulcanica, costituiscono gli atolli. Le scogliere madreporiche si trovano lungo le coste continentali o insulari e formano una fascia, di larghezza varia, in immediata continuazione della costa, specialmente dove il fondale discende repentinamente; la parte superiore a bassa marea rimane a secco e si formano così i frangenti corallini. Le barriere madreporiche si formano a una certa distanza dalla costa, sicché tra questa e la barriera rimane un canale di larghezza e profondità varia. Anche in queste formazioni la parete esterna è a picco. Lungo le coste nord-orientali dell’Australia si ha la Grande Barriera Australiana, lunga circa 2000 km, separata dalla costa da un canale profondo fra 20 e 100 m e largo da 80 a 100 km, e interrotta artificialmente in determinati punti per permettere il passaggio alle navi.

Nelle formazioni madreporiche l’accrescimento dei polipai è molto maggiore verso il mare aperto, nella parete a picco dove l’acqua è aerata per il moto ondoso e più ricca di plancton; qui, fra 10 e 15 m di profondità, si hanno i polipai più attivi. In genere, al disotto di 50 m, al massimo di 80-100 m, non vi sono più polipai vivi per la temperatura troppo bassa, la scarsa luce e la pressione maggiore. Le specie più diffuse, come costituenti delle scogliere, appartengono ai generi: Madrepora, Acropora, Porites, Meandrina ecc. Si trovano anche Milleporidi, Briozoi, e vegetali. Ogni scogliera costituisce un ambiente particolare dall’altissima biodiversità, che ospita numerose specie animali e vegetali, molte delle quali caratteristiche.

Paleontologia

La successione geologica dei M. appare con due serie ben distinte: la prima comincia con il Siluriano e si estende fino al Permiano; la seconda inizia con le scogliere coralline del Triassico alpino e si estende fino a oggi. Molte specie viventi si trovano già nel Pliocene, un più piccolo numero scende fino al Miocene, qualche forma dei nostri mari si rintraccia nei sedimenti del Cretaceo. I M. sono abbondanti e importanti dal Siluriano al Neozoico. Le formazioni madreporiche dei M. fossili sono da considerarsi fra i più importanti costituenti della crosta terrestre. Si calcola che circa un terzo dei calcari marini sia dovuto all’azione dei M. insieme a quella di altri organismi costruttori. Nella maggioranza dei casi i recinti corallini attuali posano su basamenti di calcare corallino fossile del Terziario o del Cretaceo, che raggiunge lo spessore di centinaia di metri e a sua volta sorge su rilievi montuosi sottomarini. In questi casi i polipai del Quaternario, in confronto a quelli fossili, formano una crosta così sottile da costituire solo un dettaglio della configurazione del rilievo terrestre. Molte forme di M. coloniali o isolati sono ottimi indicatori stratigrafici.

Classificazione

I M. comprendono oltre 20 famiglie viventi, da alcuni autori distribuite, in base a caratteri dello scheletro, in 6 tribù: Astrocenini, Cariofillini, Dendrofillini, Favini, Fungini e Meandrini.

La famiglia Madreporidi (sinonimo di Oculinidi), comprende specie che formano colonie ramose o lobose, raramente massicce o incrostanti. Tra i principali generi Madrepora, vivente e fossile dal Terziario; Madrepora oculata è uno dei coralli bianchi del Mediterraneo.

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