Maèstri campionési

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Scultori, architetti e lapicidi, attivi (12°-14° sec.) nell'Italia settentrionale, riuniti dalla critica Ottocentesca sotto questo nome, dal luogo di origine di molti di essi. Pur non formando una maestranza legalmente riconosciuta, specialmente nel 12° e nel 13° sec. essi mostrano caratteri stilistici comuni che rivelano, tuttavia, complessi rapporti con l'arte provenzale e con B. Antelami. Anselmo era attivo già nella seconda metà del 12° nel duomo di Modena; Bonino (v.) era attivo nel 14° sec. a Cremona, a Verona, a Milano; Enrico, abiatico di Anselmo, era operoso a Modena nel 1244; un altro Enrico nel 1319 concludeva il campanile di quel duomo e ne costruiva il pulpito; Giacomo iniziò nel 1396 la certosa di Pavia; Giovanni Seniore (m. 1398), figlio di Ugo, autore a Bergamo del Battistero (già all'interno della cattedrale e solo nel sec. 19° trasferito), della porta meridionale di S. Maria Maggiore e di quella settentrionale, con la sovrastante statua equestre di s. Alessandro, ebbe parte importante nella costruzione della Certosa di Pavia; a Marco (m. 1390) è da taluno attribuito il disegno del duomo di Milano e, con minore probabilità, il ponte sul Ticino di Pavia e il duomo di Crema. Matteo (m. Monza 1396) è autore della facciata dell'ambone e del battistero del duomo di Monza. Ugo è autore del S. Agostino di Bergamo (inizio del sec. 14°). A Trento lavoravano Adamo d'Arogno (v.) e i suoi discendenti (1212-1295) e Egidio da Campione (autore della ruota della fortuna nel duomo). In Toscana era attivo Guido da Como (v.). Ad altri maestri campionesi di cui non conosciamo il nome si devono alcune arche scaligere come quelle di Cangrande (dopo il 1329) e di Martino II (1351).

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