MAGNA GRECIA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

MAGNA GRECIA

Emanuele Greco

(XXI, p. 909)

Studi e scavi recenti. - Un grande incremento di scavi e scoperte, soprattutto tra gli anni Cinquanta e Ottanta, è alla base delle nuove e aggiornatissime sintesi prodotte nell'ultimo decennio sulla colonizzazione greca in Italia meridionale, sul rapporto tra Greci e indigeni, e sulle più diverse manifestazioni artistiche, religiose e architettoniche della M. Grecia.

La Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, pubblicata a partire dal 1977, costituisce, in questo particolare ambito di studi, il più recente e indispensabile strumento di ricerca. Le esperienze che sono state realizzate negli ultimi anni consentono di affermare che dopo i grandi lavori, soprattutto storico-filologici, della prima metà del 20° secolo, i metodi e gli approcci propri della più avveduta ermeneutica archeologica sono diventati ormai l'osservatorio suscettibile di fornire, meglio di altri, elementi di novità al quadro conosciuto, non solo dal punto di vista meramente quantitativo. Il riesame della tradizione letteraria, di più vasto respiro, compiuto in occasione del xxi Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto 1981), ha riaperto la vecchia ma sempre viva discussione sul significato e sull'estensione geografica (e sue variabili temporali) della stessa espressione Megalē Hellás, ribadendone l'originario carattere socio-filosofico, le matrici probabilmente pitagoriche e una più antica identificazione con l'area achea del Golfo di Taranto.

Gli annuali convegni tarantini, oltre quello citato, continuano a essere il referente più importante per la ricerca e gli studi in questo settore dell'Italia antica. L'alternanza tra convegni su temi di ordine generale (su Magna Grecia e mondo miceneo, 1982; Magna Grecia, Epiro e Macedonia, 1984; Magna Grecia e lontano Occidente, 1989; I grandi santuari della madrepatria, 1991) e temi di carattere monografico su una città o una regione (su Crotone, 1983; Neapolis, 1985; Lo Stretto, 1986; Poseidonia-Paestum, 1987; I Messapi, 1990; Sybaris, 1992) consente, di volta in volta, di aprire o rilanciare temi e problematiche nuove e tradizionali o di fare il punto su una microregione. Di particolare importanza, per un bilancio storiografico di più ampio spettro disciplinare, è stato il convegno del 1988 su Cento anni di ricerche in Magna Grecia.

Tra gli interessi di studio più recenti si segnala, per la sua centralità, l'attenzione rivolta ai territori come spazi politici della città greca, a immediato ridosso di questa, con la loro complessa organizzazione; e a quelli che corrispondono alle grandi aree nelle quali si svilupparono le culture ''indigene'', fino a produrre organizzazioni di tipo statuale tra 4° e 3° secolo a.C. A ben vedere, proprio le popolazioni italiche (Campani, Iapigi, Lucani e Brettii) hanno goduto di un'attenzione maggiore sia rispetto al passato che a confronto con altre tematiche della ricerca.

Non meno decisivo è stato il contributo dell'archeologia del terreno alla conoscenza e allo studio di alcuni importantissimi insediamenti protostorici; dopo le esemplari indagini di P. Zancani Montuoro a Francavilla Marittima nella Sibaritide, durante gli anni Sessanta, vanno ricordate le ricerche tuttora in corso a Trebisacce, nella medesima area, e quelle all'Incoronata e a Santa Maria di Anglona tra Siritide e Metapontino. Emerge da queste ricerche sia un modello sempre più complesso di organizzazione delle comunità italiche già stanziate nei territori successivamente investiti dalla colonizzazione greca, sia una pluralità di risposte e di comportamenti di fronte a quell'evento di così grande portata. Notevole e particolare impegno la ricerca ha dedicato allo studio degli impianti urbani di alcune città greche (Metaponto, Eraclea, Locri, Caulonia, Medma, Paestum), cui vanno aggiunti i primi tentativi di archeologia urbana (studio di centri antichi pluristratificati nei quali la città moderna insiste su quella antica) effettuati specialmente a Neapolis, a Crotone e a Taranto.

L'insieme di queste ricerche consente ora una conoscenza decisamente perfezionata degli impianti urbanistici regolari tracciati in età arcaica e in particolare offre nuove informazioni sulla storia monumentale dello spazio pubblico, l'agorà. Gli scavi di Metaponto e quelli di Paestum hanno restituito due splendidi esempi di ekklesiasteria a pianta circolare segnati da complesse vicende (quello metapontino fu ricoperto da un teatro nella seconda metà del 4° secolo a.C., quello di Paestum da un santuario dopo la deduzione della colonia latina nel 273 a.C.). La conoscenza dell'agorà in Occidente (a parte i ben noti casi di Megara Hyblaea per l'età arcaica e Morgantina per l'età ellenistica in Sicilia) poggia ora essenzialmente su Metaponto e Poseidonia, città achee con fondamentale vocazione agraria. In entrambe queste città le rispettive piazze occupano un'estensione immensa (non meno di 7 ha) fornendo uno spettacolare esempio di organizzazione spaziale pubblica entro una città greca dell'età arcaica e classica.

Alla conoscenza della casa, specialmente di età ellenistica, a parte l'impianto urbanistico generale, concorrono gli scavi di Locri, sia per quanto attiene la struttura con piccolo cortile e impianti artigianali di un quartiere socialmente modesto, sia per la scoperta di uno dei più evidenti casi di abitazione del tipo a pastàs del 4° secolo a.C. che si conoscano fino a oggi nella regione.

Gli scavi di Cavallino, Leuca, Vaste e Roca Vecchia in Messapia, quelli di Monte Sannace in Peucezia, di Serra di Vaglio, Roccagloriosa e Laos in Lucania e di Castiglione di Paludi nel Bruzio hanno portato alla luce una serie di esempi di organizzazione di abitato italico in M. G. dove, con il concorso dei documenti (iscrizioni, monete, ceramica, ecc.), è possibile tracciare le storie dei singoli siti e misurare il notevole grado di sviluppo delle comunità italiche alla vigilia della romanizzazione.

Sull'organizzazione della chora, a parte i tentativi di sintesi aggiornate di alcuni siti come Paestum, Laos, Taranto, il ''fossile guida'' resta sempre la chora di Metaponto, nella quale ricerche ormai quasi ventennali mettono a disposizione una massa ingente di materiale (in buona parte inedito), imprescindibile base di partenza per studiare architetture rurali, santuari campestri, divisioni agrarie, viabilità e modi di conduzione dei suoli. Una scoperta molto recente (all'Amastuola, nel Tarantino) ci fornisce il primo caso conosciuto in Occidente di un villaggio agrario greco di epoca altoarcaica, poco dopo la fondazione della colonia di Taras (fine 8° secolo a.C.), di fondamentale importanza per lo studio di un modello di occupazione territoriale, qual è quello tipico della Grecia arcaica katà komas.

Ma il settore in cui la ricerca ha conosciuto i progressi più consistenti è senza dubbio quello della cosiddetta ''ideologia funeraria''. Essenziali, al riguardo, sono le migliaia di tombe recuperate nelle diverse centinaia di necropoli, che restano pur sempre poca cosa rispetto alle perdite per distruzione o saccheggio clandestino, secondo i ritmi di un'antica insanabile piaga che in Italia conosce in Etruria e in M. G. i suoi tristissimi record. Inquadrate nella loro contestualità e non solo in quanto serbatoi di oggetti preziosi, queste tombe rivelano a un'indagine archeologica, che trae dalle scienze socio-antropologiche i suoi approcci principali, una miriade di informazioni di prim'ordine su cui fondare la conoscenza di una società antica e delle sue trasformazioni; studio che è condotto attraverso l'ottica non certo speculare, ma, appunto, mediata dall'ideologia del rituale funerario.

Necropoli di città greche come quelle di Metaponto, di Locri e di Poseidonia rivelano la figura ideale del polites connotato specialmente come soggetto politico, fruitore della palestra e del convivio, ma non in armi, mentre scarse sono le caratterizzazioni femminili, per la prevalenza delle leggi suntuarie che vietano il lusso. Nelle tombe ''indigene'' di età arcaica prevale invece la figura del capo: egli è portatore di armi, primo elemento che sottolinea il suo status, ma ha altresì assorbito dalla paideia greca i simboli del consumo della carne (spiedi) e del vino (cratere, coppa, anfora vinaria in qualche caso); la sua donna è sepolta con ricchissime parures di gioielli di ambra, di bronzo e spesso di metallo prezioso.

Proprio attraverso l'evolversi del costume funerario, e leggendone i dati archeologici con l'approccio degli studi antropologici sullo scambio culturale, è possibile descrivere il passaggio dalle strutture a base fondamentalmente gentilizia dell'età arcaica a quelle più evolute di tipo cittadino che esprimono la leadership in un arconte (o meddix, secondo la terminologia osca) dal 4° secolo a.C. in poi, contemporaneamente alla nascita o allo sviluppo di impianti abitativi di tipo urbano. Alla definizione ancora più sottile di questo quadro, concorrono situazioni locali di particolare rilievo, che diventano comunque ''fossili guida'' per le altre regioni, come quella rappresentata dallo spettacolare corpus di pitture funerarie rinvenute a Paestum, recentemente edite in modo esemplare.

Anche il tema della romanizzazione, affrontato in modo più ampio nell'ultimo decennio, ruota intorno ad alcune situazioni pilota, come gli studi recenti sulla colonizzazione latina, quello sul sistema delle ville nella Daunia o le numerose ricerche in corso in Lucania e nel Bruzio, mentre buoni risultati danno l'esame delle architetture e l'osservazione dei fenomeni di continuità (agorà-foro di Neapolis) o di rottura, come mostra il caso spettacolare di Paestum con i monumenti del foro, il meglio conservato di tutta la M. Grecia. Vedi tav. f.t.

Bibl.: Della Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, a cura di G. Nenci e G. Vallet, edita dalla Scuola Normale di Pisa e dall'Ecole Française de Rome, sono finora apparsi, a partire dal 1977, 10 volumi. Atti dei Convegni di studio sulla M. G. a Taranto: Megale Hellas. Il nome e l'immagine, 1981 (Napoli 1983); La Magna Grecia e il mondo Miceneo, 1982 (ivi 1985); Crotone, 1983 (ivi 1986); Magna Grecia, Epiro e Macedonia, 1984 (ivi 1990); Neapolis, 1985 (ivi 1988); La regione dello Stretto, 1986 (ivi 1993); Poseidonia-Paestum, 1987 (ivi 1992); Cento anni di ricerche in Magna Grecia, 1988 (ivi 1990); La Magna Grecia e il lontano Occidente, 1989 (ivi 1991); I Messapi, 1990 (in corso di stampa); La Magna Grecia e i grandi santuari della madrepatria, 1991 (in corso di stampa); Sybaris, 1992 (in corso di stampa).

Lavori di sintesi: E. Lepore, I Greci in Italia. La ''colonizzazione''; storiografia moderna e realtà antica, in AA. VV., Storia della società italiana, i, Milano 1981, pp. 213-68; Megale Hellas, a cura di G. Pugliese Carratelli, ivi 1983; Magna Grecia, i-iv, a cura di G. Pugliese Carratelli, ivi 1985-90; A. Bottini, P. G. Guzzo, Greci e Indigeni nel Sud della Penisola dall'VIII sec. a.C. alla conquista romana, in Popoli e civiltà dell'Italia antica, viii, Roma 1986; F. Cordano, Antiche fondazioni greche, Palermo 1986; D. Musti, Strabone e la Magna Grecia. Città e popoli dell'Italia antica, Padova 1988; Italia omnium terrarum alumna, a cura di G. Pugliese Carratelli, Milano 1988; Italia omnium terrarum parens, a cura di G. Pugliese Carratelli, ivi 1989; E. Lepore, Colonie greche dell'Occidente antico, Roma 1989; G. Pugliese Carratelli, Tra Cadmo e Orfeo. Contributi alla storia civile e religiosa dei Greci d'Occidente, Bologna 1990; G. Vallet, Magna Grecia, in AA. VV., Storia del Mezzogiorno i, 1: il Mezzogiorno antico, Napoli 1991, pp. 121 ss.; A. Mele, Le popolazioni italiche, ibid., pp. 237-300; E. Greco, Archeologia della Magna Grecia, Roma-Bari 1992.

Sulle problematiche più rilevanti: E. M. de Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, Firenze 1977; A. D. Trendall, A. Cambitoglou, The red-figured vases of Apulia, i, Oxford 1978; ii, 1982; E. Greco, M. Torelli, Storia dell'urbanistica. Il mondo greco, Roma-Bari 1983, pp. 149-232; D. Mertens, Der Tempel von Segesta und die Dorische Tempelbaukunst des Griechischen Westens in klassischer Zeit, Mainz a.R. 1984; D. Yntema, The matt-painted pottery of Southern Italy, Utrecht 1985; A. D. Trendall, The red-figured vases of Paestum, Roma 1987; Per una identità culturale dei Brettii, a cura di P. Poccetti, Napoli 1988; Italici in Magna Grecia, a cura di M. Tagliente, Venosa 1990; L'espansionismo romano nel sud-est d'Italia. Il quadro archeologico, a cura di M. R. Salvatore, ivi 1990; A. Russo Tagliente, Edilizia domestica in Apulia e Lucania, Galatina 1992; A. Pontrandolfo, A. Rouveret, Le tombe dipinte di Paestum, Modena 1992; Da Leukania a Lucania, catalogo della mostra, Venosa 8 novembre 1992-31 marzo 1993, Roma 1992; M. Osanna, Le chorai della Magna Grecia da Taranto a Locri, ivi 1993.

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