Ishii, Maki

Enciclopedia on line

Compositore giapponese (Tokyo 1936 - ivi 2003). Compì gli studi musicali in patria, dove imparò anche a suonare strumenti tradizionali giapponesi, e dal 1958 al 1961 a Berlino con B. Blacher. Rientrato a Tokyo, percorse una parabola artistica comune ad altri compositori giapponesi del Novecento, muovendo dall'iniziale adesione al serialismo (Präludium und Variationen, 1959; Vier Bagatellen, 1961) verso un rinnovato interesse per la concezione musicale e gli strumenti della tradizione giapponese (Kyō-Sō, 1969; la musica per gagaku Shikyō, 1970, primo brano moderno a essere eseguito dall'ensemble della corte imperiale). Negli anni Settanta I. si interessò inoltre al minimalismo e a ciò che egli definì la "tonalità debole". Tra le sue composizioni, molte delle quali sono concepite per ensembles di percussioni giapponesi, si ricordano: Monochrome II (1976); il ciclo Lost sounds (1978); il balletto Kaguya Hime ("La principessa Kaguya", 1985); Suien densetsu ("La leggenda di Suien" 1990, per strumenti tradizionali, recitazione e danza); Strange tales (1991). Il primo lavoro dedicato al teatro musicale fu l'opera da camera Tojirareta Fune ("La nave prigioniera", 2000), basata su una leggenda medievale giapponese. Sua la marcia di apertura della cerimonia di inaugurazione agli Akita world games (2001).

CATEGORIE
TAG

Percussioni

Minimalismo

Berlino

Tokyo