MALINES

Enciclopedia Italiana (1934)

MALINES (A. T., 32-33-34; fiamm. Mechelen)

Giovanni Battista PICOTTI
Carlo ERRERA Yvonne DUPONT F. L. GANSHOF

Città del Belgio, sorge nei piani del Brabante, lungo il corso della Dyle affluente del Rupel e subaffluente della Schelda. La sua posizione circa a mezzo cammino nella pianura fertilissima, a contatto con la marea risalente dalla Schelda alla Dyle, sulla strada di naturale comunicazione tra Anversa e i paesi del Reno, spiega il fiorire della città. È nodo ferroviario importante, e ha un ricco movimento di merci lungo il fiume e il canale che conduce a Lovanio. Possiede vaste officine di materiale ferroviario, filature e tessiture. fonderie di rame. Appartiene alla provincia di Anversa, è capoluogo di un arrondissement con nove comuni; il comune, su una superficie di 27,05 kmq., ha una popolazione di 61.648 ab. (1930). È sede dell'arcivescovo e primate del Belgio.

Monumenti. - La sua cattedrale, iniziata nel sec. XIII (il transetto e le navate sono del XIV; il coro fu terminato nel 1451), è maestosa nella robusta torre, rimasta incompiuta (1452), dal celebre carillon di 44 campane. Nel grandioso interno sono osservabili sculture di M. Vervoort (sec. XVIII), del Faid'herbe (sec. XVII), di A. Quellin Junior, una Crocifissione del van Dyck (1627), 25 pannelli di scuola fiamminga con storie della vita di Saint-Rombaut (inizî del sec. XVI). La chiesa di Notre-Dame, al di là della Dyle, di stile gotico fiorito (sec. XV) con coro e transetto del sec. XVI, terminata nel sec. XVIII, conserva il trittico con la Pesca miracolosa del Rubens (1619), dipinta per la corporazione dei pescivendoli, e una pala dell'altare maggiore scolpita da A. Quellin (1690). La chiesa barocca di Notre-Dame du Hanswyck (1663-81) è di Luc Faid'herbe, che la decorò anche di due grandi, pittoreschi bassorilievi (1677). Si deve pure al Faid 'herbe la chiesa di Leliendael (1662). La chiesa barocca del Grand Béguinage (1629-47) è opera di G. Francart da Bruxelles. Da ricordare la chiesa di S. Giovanni (sec. XV) per l'Adorazione dei Magi del Rubens (1619).

Sulla Grand'Place fiancheggiata da belle facciate dei secoli XVI e XVII sorge il Mercato dei panni, di stile gotico (1320), con torre terminata nel sec. XVI; nel lato destro, a facciata barocca, è sistemato il piccolo museo comunale, il lato sinistro era occupato da un piccolo palazzo (1529-1534) destinato al Gran Consiglio, terminato su prcgetto di R. Keldermans. L'antico palazzo comunale del sec. XIV fu completamente rimaneggiato nel 1715. Il Vieux Palais o Schepenhuis (1374?) già casa degli scabini, ove si riuniva il Gran Consiglio dal 1474 al 1618, contiene l'archivio e la biblioteca. Il palazzo di Margherita d'Austria, oggi Palazzo di giustizia, cominciato nel 1507 da R. Keldermans, è una costruzione gotica con particolari italianeggianti; la facciata sulla via dell'imperatore è di Guyot de Beauregard. Il Prinzenhof, abitato da Filippo il Bello (1480), fu poi adibito a teatro. L'antico palazzo Buysleyden, oggi Monte di pietà (1507), è in stile gotico; ha avanzi di affreschi italianeggianti.

La città, molto tlanneggiata nella guerra mondiale, conserva varî punti pittoreschi tra cui ricordiamo le "Bailles de fer", balaustra di ferro battuto (1531-34) che costeggiava un canale poi ricoperto; la porta Bruxelles, con vestigia di due torri fortificate della cinta del sec. XIV. Tra le case antiche meritano di essere ricordate: il "Paradis" (sec. XVI, tipo di casa malinese), i Diables (secolo XVI), Saint-Joseph, barocca; la Goete Lepelaere di stile gotico fiorito, malinese (1519?), il Saumon (1530-1534), tipo malinese italianeggiante, l'Arbalète (secolo XVI, facciata del 1604), il Béguinage, il collegio Saint-Rombaut (sec. XVII).

Storia. - L'abbazia di Saint-Rombaut, situata nella località detta Malines, sulla riva destra della Dyle, apparteneva alla chiesa di Liegi fin da prima del 912 e, dopo l'organizzazione della chiesa ímperiale in Lotaringia, fece parte del principato episcopale di Liegi, benché nello spirituale dipendesse dalla diocesi di Cambrai. Nel sec. XI su quelle terre, all'incrocio delle strade da Lovanio alla Fiandra e da Anversa ad Assche, si formò sulla riva sinistra del fiume un centro commerciale, che alla fine del sec. XII aveva assunto abbastanza importanza da estendersi sulla riva destra e da richiedere, verso il 1200, la costruzione di una cinta di difesa. La ricchezza principale della città era dovuta all'industria dei drappi. Al principio del sec. XIV la superficie della città si era tanto estesa, che dovette essere elevata una nuova cinta. L'autorità dei vescovī di Liegi non poteva esercitarsi che difficilmente su quel lontano possesso. Per contro si sviluppò quella degli advocati, i Berthout, tanto che nel 1220 uno di questi, Gualtiero V, assunse il titolo di signore di Malines, che i suoi successori continuarono a portare. Nel contrasto tra i due poetri si affermò sempre più la potenza della borghesia. Fin da prima del 1220 esisteva uno scabinato urbano e, dal 1242, la comunità dei borghesi con i suoi scabini agisce in nome della città.

Durante il sec. XIV Malines fu oggetto di continue contrattazioni tra i signori dei territorî circostanti. Il vescovo di Liegi nel 1300 cedette la città e la signoria al Brabante, ma li riprese successivamente, cedendoli poi in pegno a diversi signori, con grande malcontento della borghesia, i cui interessi economici coincidevano con quelli delle città del Brabante. Essa concluse perciò nel 1315 un trattato d'alleanza col duca di Brabante. Il vescovo, che nel 1308 era riuscito a sottomettere i Berthout alla propria autorità nel 1333 concesse Malines in feudo al conte di Fiandra Luigi di Nevers, mediante congruo compenso, donde sorse un lungo conflitto tra Fiandra e Brabante. Finalmente, col trattato di Ath del 1357 e in seguito a un accordo col vescovo, Malines passò definitivamente sotto l'autorità del conte di Fiandra Luigi di Male. Questi si era assicurato l'appoggio dei Malinesi esentandoli dal pagamento del diritto di tappa sul pepe e sul sale ad Anversa.

Per tutto il sec. XIII ogni autorità cittadina fu in mano dell'aristocrazia mercantile. Soltanto nel 1305 fu istituito accanto allo scabinato un consiglio di giurati, nel quale fu fatta larga parte ai rappresentanti delle arti. Nel 1489 Filippo il Buono sottomise la nomina dei magistrati urbani all'intervento del potere centrale.

A quel tempo, del resto, la decadenza si era già iniziata. L'industria dei drappi era nel sec. XV in pieno regresso. L'importanza della città si dovette d'allora in poi soltanto al fatto di esser sede di un'alta giurisdizione, il Parlamento di Malines (1473, v. carlo il temerario, duca di borgogna), e più tardi del Gran Consiglio di Malines. Dal 1507 al 1530, quando Malines fu residenza di Margherita d'Austria (v. margherita d'asburgo, duchessa di savoia), in qualità di reggente prima e poi di governatrice generale dei Paesi Bassi, la città figurò come capitale dei Paesi Bassi. Nel 1559 divenne sede arciepiscopale del primate dei Paesi Bassi (v. granvelle, antoine perrenot). In quanto centro economico, aveva perduto qualsiasi importanza. Le lotte religiose dei sec. XVI danneggiarono Malines, che nel 1572 fu messa a sacco dal duca d'Alba e nel 1580 dalle truppe degli Stati Generali. Dal 1580 al 1585 vi dominarono i calvinisti, finché Alessandro Farnese, dopo averla assediata, la ricondusse all'obbedienza del re di Spagna.

Da quando fu acquistata da Luigi di Male fino alla Rivoluzione francese, Malines costituì in seno ai Paesi Bassi una signoria particolare, della quale facevano parte parecchi villaggi che appartenevano in origine ai dominî dell'abbazia di Saint-Rombaut.

Bibl.: Per la storia di Malines: L. Godenne, Malines jadis et aujourd'hui, Malines 1908; V.Hermans, Bibliothèque malinoise, in Bull. du cercle archéol. de Malines, 1902-1905; A. Kempeneer, Les alinéations de Malines au XIVe siècle, ibid., 1905; J. Laenen, Geschiedenis van Mechelen tot op't einde der Middeleeuwen, Malines s.a. (1926); id., Histoire de l'église métropolitaine de Saint-Rombaut à Malines, voll. 2, Malines 1919-1920. Per i monumenti, v. E. Neefs, Histoire de la peinture et de la sculpture à Malines, Lovanio 1877, voll. 2; G. van Caster, M.: guide illustré, Malines 1897; L. Cloquet, Les Maisons anciennes en Belgique, Gand 1907; L. Godenne, Malines illustré, Malines 1909; G. Van Doorslaer, L'enseignement de l'exposition d'art ancien de Malines en 1911, in Annales de l'académie d'archéologie de Belgique, Bruxelles 1912; P. Parent, L'architecture des Pays-Bas mérid. aux XIVe, XVIIe et XVIIIe s., Parigi e Bruxelles 1926; W. Plantenga, Les églises baroques dans l'ancien duché de Brabant, L'Aia 1926.

La lega di Malines.

Dopo l'effettivo dissolvimento della Lega santa (v. XX, p. 736), Luigi XII e i Veneziani avevano conchiuso a Blois (23 marzo 1513) una lega, che doveva condurre alla riconquista francese della Lombardia e alla ricostituzione integrale del dominio veneziano. Alla lor volta, per i maneggi del re di Spagna, l'imperatore Massimiliano ed Enrico VIII re d'Inghilterra conchiusero a Malines, il 5 aprile 1513, una lega "perpetua", lasciando libero l'accedervi al papa e al re Cattolico. La lega fu detta anch'essa "santa": ma aveva un fine puramente politico, appoggio alle rivendicazioni di Enrico, il quale s'intitolava re di Francia, e di Massimiliano, come erede della casa di Borgogna, ai danni della Francia. Lo scopo immediato, poi, l'esclusione di questa da ogni ingerenza nei Paesi Bassi e in Italia. Vi entrò subito il re di Spagna, sollecito di mantenere il predominio in Italia; ma conchiuse tosto una tregua con la Francia, per accrescere, con la "aspettazione" di sé, la propria reputazione. Leone X rimase esitante, sia per l'alto suo ministero di pace, sia per non contribuire alla vittoria di alcuna delle due parti: solo quando la guerra fu inevitabile, si decise a mantenere l'accordo di Giulio II con l'imperatore c gli Svizzeri, senz'aderire ufficialmente alla lega. I Francesi, che avevano invaso la Lombardia, furono battuti dagli Svizzeri, alla Riotta presso Novara (6 giugno 1513), da Massimiliano, e dagl'Inglesi a Guinegate in Piccardia (16 agosto); i Veneziani furono sconfitti dall'esercito ispano-imperiale alla Madonna dell'Olmo presso Vicenza (7 ottobre). Ma il pontefice dava consigli di pace e riusciva a ottenere che il re di Francia sottoponesse all'arbitrato suo le questioni con i collegati (21 ottobre) e riconoscesse il Concilio laterano (19 dicembre), togliendo così ogni pretesto religioso alla lega. Seguirono tentativi di alleanza tra la Francia e la Spagna; il papa, intimorito delle conseguenze di un loro accordo, poté conchiudere non solo pace, ma alleanza fra il re di Francia e il re d'Inghilterra (7 agosto 1514). Così la lega era sciolta.

Bibl.: J. Dumont, Corps. univ. dipl. du droit des gens, Amsterdam 1726 segg., IV, i, p. 173 segg.; L. Pastor, St. dei papi, IV, Roma 1921, p. 33 segg., e opere ivi cit.; F. Ercole, Da Carlo VIII a Carlo V, Firenze 1932, p. 158 segg.

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