MALVICO o Malvito, Tommaso

Enciclopedia Italiana (1934)

MALVICO o Malvito, Tommaso

Riccardo Filangieri di Candida

Scultore, originario di Como; svolse tutta la sua attività in Napoli nell'ultimo quarto del sec. XV, e nei primi anni del XVI. Appare la prima volta ricordato nel 1477 come autore della tomba di Mariano d'Alagno conte di Bucchianico, nella chiesa di S. Domenico Maggiore. Ornò poi numerose cappelle, tombe, tabernacoli, portali; ma la sua opera maggiore è il Succorpo di S. Gennaro nel duomo (1497-1508), fondato dal card. Oliviero Carafa, che vi è scolpito in ginocchio di mano dello stesso M. Una statua di Beatrice Notari gli valse dall'umanista Ambrogio Leone la qualifica di "sculptor praestantissimus" e sette sonetti dal Tebaldeo. Appartenne il M. a quel gruppo di scultori lombardi (tra cui Jacopo della Pila e Francesco da Milano) che, dopo la morte di Pietro di Martino, seguitarono a riprodurre, specie nelle tombe, gli schemi tradizionali della scuola, già affermati da Andrea Bregno in Roma e dallo stesso Pietro di Martino in Napoli. Alquanto duro nell'intaglio, e perciò plastico mediocre, fu invece decoratore eccellente. Ebbe un figlio, Giovan Tommaso, anche scultore, che creò una pregevole opera nella cappella e nella tomba di Giovannello de Cuncto, segretario dei re aragonesi, nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Caponapoli (1517-1524).

Bibl.: G. Filangieri di Satriano, Descrizione.... della chiesa di S. M. delle Grazie magg. a Caponapoli, Napoli 1888, p. 146 segg.; B. Capasso, Appunti per la storia delle arti in Napoli, in Archiv. stor. napol., VI (1881), p. 531 segg.; C. von Fabriczy, Toskasnische und oberitalienische Künstler in Diensten des Aragonesen zu Neapel, in Rep. f. Kunstw., XX (1897), p. 85 segg.; G. Ceci, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929; E. Bernich, Il monum. di G. de Cuncto nella chiesa di S. M. a Caponapoli e il suo architetto scultore, in Nap. Nob., XIV (1905), p. 151 segg.; L. Serra, Due scultori fiorentini del Quattrocento a Napoli, in Nap. Nob., XIV (1905), p. 181 segg.