Mandragola

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Commedia in cinque atti di N. Machiavelli, composta nel 1518 e messa in scena la prima volta a Firenze in quello stesso anno.

La rappresentazione ruota attorno a una beffa che, ai danni di un vecchio marito, messer Nicia, disperato di non aver figli dalla giovane e bella moglie Lucrezia, ordiscono il giovane Callimaco, invaghito di lei, e il parassita Ligurio. Costoro danno ad intendere al vecchio che per rimediare all'inconveniente basta far bere a Lucrezia una pozione di mandragola (ossia mandragora); ma che, essendo gli effetti di essa letali per chi con lei primo si congiunga, occorre trovare una persona che per una notte prenda il posto del marito. E poiché messer Nicia approva il piano, Callimaco, che con lui si era finto medico, si traveste e, in qualità di sconosciuto, viene introdotto presso Lucrezia, i cui scrupoli morali e religiosi erano stati frattanto messi a tacere dall'opera di persuasione svolta da sua madre e dal suo confessore, fra Timoteo, pronto a giustificare i mezzi col fine. Lucrezia, visto di che tempra sono il marito, la madre e il confessore, porrà in Callimaco tutto il suo affetto.

Del testo della commedia esiste un codice (Laur. Red. 129), scoperto nel 1965 da R. Ridolfi e datato al 1519, e quattro edizioni apparse con l'autore ancora in vita, la prima attribuibile a Firenze (probabilmente 1518), le altre tre, tutte dipendenti dalla prima, a Venezia (1522), a Roma (1524) e a Cesena (1526), con una redazione alquanto diversa da quella del codice e da alcuni studiosi ritenuta la definitiva.

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