Manifestazioni della cultura dell'Occidente greco. L'architettura

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

Manifestazioni della cultura dell'Occidente greco. L'architettura

Laura Buccino

L’architettura

La critica è approdata al riconoscimento di una fisionomia autonoma e ben distinta dell’architettura greco-occidentale. In particolare, i contributi scientifici di G. Gullini e D. Mertens hanno permesso di individuare le peculiarità che differenziano l’architettura delle colonie da quella delle metropoleis. L’esigenza di affermare la propria identità nel nuovo territorio occupato e la superiorità nei confronti degli indigeni preesistenti, la volontà di rappresentare visibilmente la protezione degli dei e di ottenere l’attenzione della grecità del continente sono poste all’origine della tendenza alle dimensioni monumentali degli edifici pubblici, evidente nei grandiosi templi eretti a Siracusa, Agrigento e Selinunte nel periodo arcaico e nella prima età classica. Si delineano come caratteri peculiari anche la predilezione per un abbondante decorativismo, nell’impiego delle esuberanti terrecotte architettoniche policrome; un’accentuata forza espressiva delle raffigurazioni e voluminosità delle singole forme, come i capitelli grandi ed espansi; la tendenza a una più libera sperimentazione delle soluzioni architettoniche e planimetriche, rispetto alle regole più rigorose della madrepatria e in rispondenza alle esigenze del culto e alla morfologia del territorio della colonia. Le aree sacre di Metaponto, Poseidonia, Siracusa e Selinunte testimoniano l’uso di raggruppare i templi, con lo scopo di rafforzare l’impressione di monumentalità, e di raccordarne l’orientamento al tessuto urbano.

Il primo edificio periptero eseguito in Occidente è il tempio di Apollo a Siracusa, costruito interamente in pietra, che mostra un’interpretazione dello stile dorico molto distante dai modelli della madrepatria. Le massicce colonne monolitiche, tozze e ravvicinate, la trabeazione alta e pesante e la monumentale iscrizione sullo stilobate della fronte rivelano un forte intento di autoaffermazione e l’orgoglio dell’originalità dell’opera. L’iscrizione porta la firma dell’architetto: “Kleom(en)es o Kleom(ed)es, figlio di Knidieidas, fece (il tempio) in onore di Apollo e innalzò le colonne: bel lavoro (kalà erga)”. La fronte dell’edificio risulta accentuata grazie al doppio colonnato e all’eliminazione dell’opistodomo in fondo alla cella, sostituito dall’adyton, elemento caratteristico dell’architettura delle colonie, connesso a esigenze del culto. Vari altri grandi templi dorici in pietra furono costruiti nella prima metà del VI sec. a.C. a Siracusa, Megara e Gela, dove vennero prodotte vivaci terrecotte architettoniche. I templi eretti a Selinunte mostrano un’evoluzione del modello arcaico, modificato in base a particolari esigenze imposte dal culto. La pianta è caratterizzata da una grande scalinata di accesso, con doppio colonnato sulla fronte, da larghe peristasi per ospitare solenni processioni e da una cella lunga e profonda, suddivisa in pronaos, naòs e adyton, quest’ultimo destinato alla statua di culto (Tempio C).

Nella prima metà del VI sec. a.C. si assiste all’elaborazione di uno stile architettonico proprio delle colonie achee, cosiddetto “doricoacheo”, che si basa sulla fusione di elementi formali degli ordini dorico e ionico, rappresentato nella maniera migliore dal tempio di Hera (cd. Basilica) di Paestum, ma presente anche a Metaponto, Sibari e Crotone. All’inizio del V sec. a.C. i tiranni sicelioti promossero grandiose costruzioni, al fine di dimostrare la potenza economica, l’efficienza organizzativa e la solidità politica delle loro città: i templi di Atena a Siracusa e a Gela, l’Olympieion e il cosiddetto Tempio dei Dioscuri ad Agrigento, il cosiddetto Tempio della Vittoria a Imera. L’Athenaion di Siracusa, di ordine dorico, fu costruito, su un precedente edificio arcaico, in calcare locale, ma con le tegole del tetto, gli acroteri, la sima e la cornice in marmo pario. La grondaia a protomi leonine è ispirata al tipo di origine agrigentina ed è attribuita a un’officina locale, comprendente maestranze ioniche, certamente presenti a Siracusa nell’ultimo quarto del VI sec. a.C. per l’edificazione del contiguo tempio ionico, progettato in una posizione preminente sull’isola di Ortigia, ma rimasto incompiuto. La presenza degli artigiani ionici si accrebbe agli inizi del V sec. a.C. con l’esodo dei Greci dall’Asia Minore in seguito alle conquiste persiane. Il ritrovamento di un elemento architettonico frammentario di marmo attesta l’esistenza anche a Megara Hyblaea di un tempio di ordine ionico, la cui datazione può essere fatta risalire intorno al 530 a.C.

Per celebrare la vittoria sui Cartaginesi, Terone di Agrigento fece costruire il grandioso Olympieion, il più grande tempio dorico della grecità occidentale, ancora incompiuto al momento dell’assedio cartaginese del 406 a.C. La peristasi di colonne era sostituita, secondo un’originale soluzione architettonica, da un muro. In calcare locale erano realizzati i massicci Telamoni, che decoravano gli spazi tra le semicolonne che scandivano il muro esterno del tempio e sostenevano la trabeazione sporgente, la sima a protomi leonine e le composizioni frontonali eseguite ad altorilievo. Nel corso del V sec. a.C. si nota una maggiore adesione dell’architettura templare ai canoni della madrepatria. La costruzione della corona dei templi peripteri nella Valle dei Templi di Agrigento, secondo un progetto coerente e organizzato e con dimensioni più misurate rispetto ai monumenti dell’età della tirannide, dimostra la notevole importanza conferita in età classica al reciproco posizionamento degli edifici templari piuttosto che alle proporzioni maestose. L’adozione di modelli architettonici greci anche nei centri indigeni è testimoniata dal famoso tempio dorico di Segesta, uno degli insediamenti principali degli Elimi, eretto intorno al 430-420 a.C.

Dal IV sec. a.C. diminuisce l’importanza dell’architettura sacra, di pari passo con l’allontanamento degli individui dalla partecipazione attiva alla vita politica, e le grandi opere architettoniche riguardano principalmente l’edilizia civile: stoài funzionali alla sistemazione dello spazio delle agorài, spesso articolate su terrazze a diversi livelli, e teatri, come quelli di Siracusa, Tindari, Solunto e Monte Iato. L’edilizia privata vide la costruzione di lussuose case del tipo a peristilio, con numerosi ambienti disposti attorno a un cortile centrale colonnato, come quelle scavate a Morgantina e Monte Iato. Tra le opere di fortificazione, si segnalano gli innovativi sistemi di difesa eretti a Siracusa sotto i tiranni Dionisio I e Gerone II, con la costruzione della cinta muraria intorno all’altopiano dell’Epipole e del Castello Eurialo.

Bibliografia

D. Mertens, L’architettura del mondo greco d’Occidente, in G. Pugliese Carratelli (ed.), I Greci in Occidente (Catalogo della mostra), Milano 1996, pp. 315-46.

V. De Nittis - T. Crescenzi - F. Costabile, L’architettura samia di Occidente dalla cava al tempio. Siracusa, Locri, Caulonia, Soveria Mannelli 1997.

D. Mertens, Lo ionico dell’architettura dell’Occidente. Problemi e questioni in Magna Grecia e Oriente Mediterraneo prima dell’età ellenistica, in CMGr XXXIX (1999), pp. 519-56.

I. Correa Morales, Note sull’architettura templare del IV e III secolo a.C. in Sicilia, in NumAntCl, 29 (2000), pp. 191- 234.

D. Mertens, L’architettura delle colonie achee d’Occidente, in E. Greco (ed.), Gli Achei e l’identità etnica degli Achei d’Occidente, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Paestum, 23-25 febbraio 2001), Paestum - Atene 2002, pp. 315-22.

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