RHO, Manlio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

RHO, Manlio

Francesco Santaniello

RHO, Manlio. – Nacque a Como il 5 febbraio 1901 da Felice e da Giuditta Grasseni (Rho, 1990, p. 300), titolari di una ditta di passamanerie. Nella città natale, dopo aver frequentato i corsi di lingua francese e teoria musicale presso l’istituto Giosuè Carducci (1912-13), studiò dapprima alle scuole tecniche (1914-17) e poi all’istituto tecnico Caio Plinio Secondo. Nello stesso periodo si dedicò alla sua formazione artistica studiando privatamente pittura sotto la guida di Achille Zambelli e Angelo Bassi e scultura con Pietro Clerici.

Dal 1919 svolse un’intensa attività didattica: cominciò a insegnare pittura e scultura nel corso di arte decorativa presso la Scuola di disegno e arte applicata all’industria di Erba (incarico che mantenne fino al 1937); ottenne la cattedra di disegno alla Scuola di disegno e arte applicata di Tormo, presso Lodi, all’istituto pro cultura popolare Giosuè Carducci e al collegio Baragiola di Como (dove rimase in servizio fino al 1928).

Nel 1920 s’iscrisse al primo corso di disegno tenuto da Eligio Torno presso l’istituto Giosuè Carducci, dove in settembre espose nell’ambito di una collettiva il dipinto intitolato Autunno (Como, collezione privata; ripr. ibid., p. 30).

Nel 1921, ottenuto il diploma in commercio e ragioneria, frequentò il secondo corso di disegno, sempre all’istituto Giosuè Carducci.

Nei primi anni Venti disegnò cartelloni e manifesti pubblicitari e, inoltre, collaborò (dal 1922 al 1924) sia come redattore sia come disegnatore al settimanale satirico-sportivo La zanzara, edito a Como.

Nel corso del 1923 continuò a studiare pittura e modellato sotto la guida di Eligio Torno e il 15 novembre venne assunto in qualità di segretario economo dal Regio Istituto nazionale di setificio di Como.

Nel 1924 iniziò a collaborare con il periodico milanese Tessuti d’Italia, scrivendo articoli di carattere tecnico, e con alcune case editrici musicali (Emilio Gennarelli di Napoli, Benini e Rampoldi di Como, Carisch di Milano), per le quali ideò e realizzò le copertine delle pubblicazioni.

Tra il 1926 e il 1927 diresse i corsi di disegno presso la Scuola professionale Basilio Casnati di Fenegrò (Como). Nel 1927 espose un autoritratto in occasione della «Mostra nazionale d’arte moderna per le onoranze ad Alessandro Volta» a Como, presso l’istituto Giosuè Carducci.

Nel 1928 sposò Letizia Fiocchini, dalla quale ebbe un figlio, Enzo, e prese parte alla Mostra della caricatura pro colonia Dux (Il vice podestà, L’avvocato Sandro Reina, L’avvocato Lanfranconi, Il commendatore Ettore Taroni, tutte ripr. in Caramel, 2003, pp. 59-63) al palazzo del Broletto di Como.

Nel maggio del 1929 propose tre disegni e cinque dipinti, tra cui Venditore di tappeti (ripr. in Rho, 1990, p. 39), alla Mostra di artisti comaschi al palazzo del Broletto. Nel mese di luglio venne assunto dalla tessitura serica Aliverti e Stecchini di Como, come capo del reparto stampa (impiego che mantenne fino al 1942).

Nel 1930 affittò uno studio (in via Cinque Giornate, a Como), dove lavorò a stretto contatto con gli altri protagonisti dell’avanguardia artistica comasca, ai quali fu legato da stretta amicizia: gli architetti Giuseppe Terragni, Luigi Zuccoli e Cesare Cattaneo, i pittori Mario Radice e Carla Badiali, lo scultore Aldo Galli, il filosofo Franco Ciliberti.

Nel 1932 espose per la prima volta a Milano alla III Mostra del sindacato regionale fascista belle arti di Lombardia (Venditore di cavoli, Ritratto del sig. Gianni Mulazzi).

La prima maniera di Rho è improntata al naturalismo e all’accademismo di matrice tardottocentesca, come dimostrano una serie di paesaggi (Alba, 1919; ripr. in Caramel, 2003, p. 34) e, soprattutto, i ritratti (Autoritratto, 1921, Como, collezione privata; ripr. ibid., p. 35). Nelle opere riferibili alla metà degli anni Venti e all’inizio del decennio successivo, l’attenzione dell’artista vira verso la sintesi formale d’ascendenza novecentista, con riferimenti al movimento Valori plastici e al realismo magico per quanto riguarda il marcato linearismo e un certo primitivismo (Nudo femminile, 1933-34, Firenze, collezione privata; ripr. ibid., p. 49).

Nel 1933 partecipò alla Mostra d’arte moderna al palazzo del Broletto di Como (Figura di ragazzo, Testa di bimba, Nudo femminile) e alla IV Esposizione d’arte di Montecatini Terme (Nudo femminile, Testa di bimba). Sul finire dell’anno realizzò le prime opere astratte (Composizione, Milano, collezione privata; ripr. in Rho, 1990, p. 69).

Nel 1934 venne nominato fiduciario provinciale del sindacato fascista belle arti della Lombardia ed entrò a far parte della commissione igienico-edilizia del Comune di Como.

L’anno seguente, a Milano, prese parte alla «Mostra di Bianco e nero» alla galleria del Milione e alla VI Mostra del sindacato interprovinciale (Composizione n. 2; Composizione n. 3; entrambe ripr. ibid., pp. 81, 84).

Tra il 1935 e il 1938, in qualità di fiduciario provinciale del sindacato, fu nel comitato di redazione del mensile comasco Broletto, diretto da Alberto Savinio e Carlo Perone.

Durante gli anni Trenta Rho fu costantemente presente alle sindacali comasche, e nel 1937, in collaborazione con Mario Radice, curò l’allestimento della sala delle medaglie d’oro e di quella del sacrario dei caduti nella Mostra coloniale celebrativa della vittoria imperiale a Como, a villa Olmo.

Nel 1938 allestì una personale alla galleria Barbera di Milano; mentre a Roma, insieme a Franco Ciliberti, Adriano Ghiron, Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, partecipò alla fondazione del gruppo Valori primordiali.

Nel 1939 due sue opere (entrambe intitolate Composizione) furono esposte tra quelle dei futuristi nelle sale della III Quadriennale nazionale d’arte di Roma.

Con dipinti d’ascendenza futurista fu ammesso nel 1940 alla XXII Biennale internazionale d’arte di Venezia (Aeroritratto di uno stato d’animo n. 81; Aeroritratto di uno stato d’animo n. 95; Aeroritratto di uno stato d’animo n. 67).

Nel 1941, a Milano, partecipò sia alla III Mostra del sindacato nazionale fascista belle arti (con tre dipinti intitolati Composizione), sia alla Mostra del gruppo Primordiali futuristi presso la galleria Ettore Mascioni. Nell’ottobre dello stesso anno, sempre a Milano, firmò con Filippo Tommaso Marinetti, Carla Badiali, Franco Ciliberti, Benedetta (Cappa Marinetti), Cesare Cattaneo, Osvaldo Licini, Pietro Lingeri, Enrico Prampolini, Marcello Nizzoli, Mario Radice, Alberto Sartoris, Giuseppe Terragni, Augusto Magnaghi, Mario Terzaghi, il Manifesto del gruppo Primordiali futuristi Sant’Elia.

Nel 1942 inviò tre opere, tutte intitolate Dinamismo astratto, alla XXIII Biennale di Venezia. In ottobre gli venne affidato l’insegnamento di disegno ornamentale e artistico nella sezione periti disegnatori di tessuti del regio istituto tecnico industriale Paolo Carcano (già Regio Istituto nazionale di setificio) di Como, incarico che mantenne fino alla morte, ottenendo il ruolo soltanto nel 1955.

Nel 1943 fondò la galleria Como, con la finalità di favorire le mostre di pittori nati o residenti nel Comasco. Nello stesso anno fu ammesso alla IV Quadriennale nazionale d’arte di Roma (Composizione, Composizione).

Nel 1946 allestì una personale nelle sedi di Milano e di Bellagio della galleria Bergamini. A cominciare da quell’anno divenne consulente tecnico e artistico della sezione stamperia e alta moda della Tintoria Comense.

In seguito, la sua collaborazione fu richiesta anche dalla SOCOTA (Società Commercio Tessuti Artistici) di Como per la stampa di stoffe d’arredamento, dalla ditta Tessuti Fede Cheti di Milano e dalla Filande e Tessitura Costa di Como.

Tappe fondamentali dell’attività espositiva condotta da Rho sul finire del decennio furono: nel 1947 la partecipazione al II Salon des réalités nouvelles a Parigi e alla mostra «Arte astratta e concreta» al Palazzo reale di Milano; nel 1948 l’ammissione alla XXIV Biennale internazionale d’arte di Venezia (Composizione) e la presenza alla I Mostra nazionale d’arte contemporanea alla villa reale di Milano (Composizione 141; ripr. in Rho, 1990, p. 117).

Nel 1949 fece parte del comitato esecutivo preposto all’organizzazione della I Mostra commemorativa di Giuseppe Terragni (Como, palazzo del Broletto).

Nel 1950 fu di nuovo a Parigi al V Salon des réalités nouvelles (Composizione 141) e a Venezia alla XXV edizione della Biennale (Composizione).

Nel febbraio del 1951 espose alla mostra «Arte astratta e concreta in Italia - 1951», che venne allestita alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. A marzo, presso la milanese galleria Bompiani, partecipò alla Mostra storica dell’astrattismo italiano e alla successiva «Concretisti italiani». A maggio, inoltre, fu invitato alla rassegna «Cinquante peintres italiens d’aujourd’hui» alla galerie La Boëtie - Centre d’art italien di Parigi e all’Exposition internationale d’art abstrait del Principato di Monaco. A dicembre, infine, fu ammesso alla VI Quadriennale nazionale d’arte di Roma, dove espose due opere, tra cui Composizione 50/218 (Como, Musei civici).

Approdato all’astrazione, Rho propose rigorosi schemi compositivi con superfici geometriche originate dalla costante intersezione perpendicolare di linee rette e campiture uniformi di colori puri, in esplicito riferimento alla sintassi neoplastica e, in modo particolare, ai lavori di László Moholy-Nagy (Composizione 14, 1935, Milano, collezione privata; ripr. in Rho, 1990, p. 86). In seguito, nel corso degli anni Quaranta, ricercò una più complicata articolazione spaziale-strutturale delle linee e delle forme-colore, analizzando gli effetti percettivi delle relazioni tra sfondo (sempre uniforme) ed elementi geometrici. Dopo il 1948, con l’adesione al MAC (Movimento per l’Arte Concreta), sviluppò il suo linguaggio attraverso accenni prospettici, piani posti su più livelli, l’inserimento di forme circolari e linee diagonali e il ricorso a colori sfumati digradanti per saturazione luminosa, al fine di ottenere effetti di tridimensionalità (Composizione 564; ripr. ibid., p. 186).

Nel 1953 entrò a far parte del comitato esecutivo preposto all’organizzazione delle mostre di villa Olmo e, su incarico della presidenza dell’Istituto tecnico industriale di setificio, progettò l’allestimento di due sale del Museo serico.

Nel 1954 fu nominato membro sia della commissione incaricata di curare la scelta e la presentazione della produzione tessile nazionale alla X Triennale di Milano, sia della commissione giudicatrice del concorso internazionale disegni per tessuti stampati da arredamento SOCOTA. In giugno inviò quattro dipinti (tra i quali Composizione 303, Milano, Civico Museo d’arte contemporanea) alla XXVII Biennale di Venezia. Nello stesso mese prese parte alla II Mostra nazionale di pittura contemporanea - premio Mazzotta di Milano; successivamente partecipò al premio nazionale di pittura F.P. Michetti a Francavilla al Mare.

Nel 1955, a Milano, ottenne una menzione d’onore al premio Rinascente - Compasso d’oro per un raso stampato. Sempre nel capoluogo meneghino espose nel mese di maggio alla collettiva MAC «Espace. Esperimenti di sintesi delle arti», presso la galleria del Fiore, e a dicembre alla XIX Biennale nazionale. Nello stesso anno partecipò alla mostra «Le mouvement dans l’art contemporain» (Losanna, Musée cantonal des beaux-arts) e alla VII Quadriennale romana (Composizione 564).

Nel 1956 venne invitato alla XXVIII Biennale internazionale d’arte di Venezia (Composizione 55-12, Composizione 56-3, Composizione 56-6) e alla mostra «Arte e costume» organizzata a palazzo Grassi (Composizione AR/316/C, Composizione AR/316/D, Composizione AR/316/E, Composizione AR/316/F).

Nel 1957 partecipò alla I Rassegna nazionale d’arte concreta MAC «Espace» alla milanese galleria Schettini; mentre a Como, in qualità di membro del comitato esecutivo, collaborò all’organizzazione dell’esposizione «Colori e forme nella casa d’oggi», a villa Olmo, e vi presentò alcuni pannelli decorativi nelle sezioni «Casa per vacanza» e «Stanza dei bambini».

Morì a Como il 7 settembre 1957.

Fonti e Bibl.: M. R. Catalogo della mostra retrospettiva (catal.), a cura di A. Longatti - L. Caramel, Como 1966; La ragione della natura. 20 opere inedite di M. R. (catal., galleria d’arte Il Salotto), Como 1987; R. Catalogo generale, a cura di L. Caramel, Milano 1990; L’astrattismo di M. R., Roma 1991; La pittura in Italia. Il Novecento/2, 1945-1990, a cura di C. Pirovano, I, Milano 1992, pp. 97, 99, 107, 418, 434, II, 1993, p. 844; L. Caramel, M. R. Tra figurativo e astratto, Como 2003.

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