ADRAMITTENO, Manuel

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ADRAMITTENO, Manuel

Domenico Musti

Incerti sono molti dati relativi a questo greco, vissuto nella seconda metà del sec. XV; lo stesso cognome ricorre in forme diverse, ᾿Αδραμυττηνός, ᾿Αδραμυττινός, (cfr. rispettivamente codd. Monac. gr. 321, passim; soscrizione del Vat. Pal. gr. 115 e soscrizione del Par. 1761, dell'Ancien fond, tutti autografi; trascrizione latina umanistica del nome: Adramyttenus; cfr. lettera di Aldo Manuzio al Poliziano, nell'epistolario di quest'ultimo VII, 7). D'altro canto, poiché l'A. si definisce κρὴς τὸ γένος nel codice Vaticano sopra citato, è probabile che egli sia nato ad Adramitto, pur provenendo da famiglia cretese; è difficile invece che l'appellativo risalga a qualcuno dei suoi antenati (cfr. Legrand, Cent-dix lettres..., p. 351, n. 1).

Passò la giovinezza a Creta, come risulta dalla corrispondenza del suo maestro di studi letterari, Michele Apostolo, che lo chiama παῖς, παιδίον;se la cronologia di queste missive va stabilita sulla base dei criteri del Noiret, gli anni giovanili dell'A. coincidono con quelli intorno al 1470. Lo troviamo più tardi in Italia, ma non sappiamo né quando né come vi sia pervenuto. Da una lettera del Merula a Giovanni Pico della Mirandola, che può essere datata al 1482 (v. l'edizione del Dorez, in Giorn. stor. d. letter. ital., XXV [1895], pp. 356 ss.), si apprende comunque che quest'ultimo da poco aveva preso con sé l'A., certo come maestro di greco, portandolo probabilmente da Padova. Alla Mirandola restò almeno fino al luglio del 1483, come si ricava dalla sua corrispondenza; poi passò col suo protettore a Pavia, dove morì nei primi mesi del 1485 (cfr. citata lettera di Aldo Manuzio al Poliziano).

Data di partenza per Pavia e funzione dell'A. in quello Studio non sono precisabili, propendendo lo Schück (p. 5) per la presenza a Pavia all'inizio del 1485 e il Gautier Vignal (p. 48) per il periodo dal 1483 al 1485.

Personaggio minore della storia dell'Umanesimo, l'A. si segnala essenzialmente per le relazioni che ebbe, oltre che con Pico della Mirandola, con Aldo e col Poliziano. Il Manuzio, nella lettera sopra citata, traccia un ritratto dell'uomo e dell'erudito un po' troppo sommario per ricavarne elementi precisi riguardanti la sua vita e la sua opera, ma così positivo da farci intendere in che conto l'A. fosse tenuto in certi ambienti umanistici. Amico del Poliziano, l'A. nutre per la sua dottrina, e in particolare per la sua raffinata conoscenza della lingua greca, un entusiasmo senza limiti, quale traspare nelle due lettere che gli scrive (v. Legrand, pp. 351 ss.; e Zuretti-Castiglioni, pp. 520 ss.); a lui dedica una silloge di oracoli sibillini (come risulta dal ms. n. 11283 della Biblioteca reale di Bruxelles), ove, nell'intento di mostrare come anche nel mondo antico fosse a taluni rivelata la parola di Dio, raccoglie tutti gli oracoli che sembrano alludere alla venuta del Cristo, correggendone, riordinandone e commentandone il testo (cfr. lettera a Manuel di Cappadocia, Legrand, pp. 353 ss.).

Oltre agli scritti sin qui menzionati, si ricordano alcune note su Hermes Trismegistos, da collegarsi probabilmente con gli interessi giovanili di Giovanni Fico della Mirandola, inni alla Vergine e a s. Giovanni Battista, e lettere ad altri studiosi.

Come molti greci del suo tempo, l'A. svolse attività di copista di testi classici; fra i principali codici da lui trascritti, sono particolarmente da menzionarsi il Parisinus 1761 dell'Ancien fond (Imagines di Filostrato, con scoli) e il Vat. Pal. gr. 115 (la Fisica di Aristotele).

Fonti e Bibl.: E. Legrand, Bibliographie hellénique ou description raisonnée des ouvrages publiés en grec par des Grecs au XVe et XVIe siècles, II, Paris 1885, pp. 258 n. 3, 423; Id., Centdix lettres de François Filelfe, Paris 1892, pp. 351 ss.; H. Noiret, Lettres inédites de Michel Apostolis, Paris 1889, pp. 30 s., nn. 48, 90, 106, 107, 108, 120 della corrispondenza inedita; C. O. Zuretti-L. Castiglioni, Una lettera di M. A. ad Angelo Poliziano, in Rendic. d. R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, LXV (1932), fasc. 11-15, pp. 520 ss. (con postilla del Castiglioni, ibid., fasc. 16-18, p. 944). Per i mss. contenenti scritti dell'A., si vedano particolarmente: Monacensis gr. 321, autografo (v. J. Hardt, Catalogus codd. mss. graecorum Bibl. regiae Bavaricae, Monachii 1806, pp. 301 ss.); Matritensis gr. 4672 (v. M. Miller, in Notices et extraits de la Bibl. nationale et d'autres bibliothèques, XXXI, 2, [1884], p. 63); n. 11283 della Biblioteca reale di Bruxelles (v. H. Omont, Catalogue des mss. grecs de la Bibliothèque royale de Bruxelles, Gand 1885, p. 18); v. inoltre S. R. Vieillefond, Complemento al catalogo de manuscritos griegos de la Biblioteca nacional de Madrid, in Emerita, III, 2 (1935), pp. 193-213 (v. Indice, sub voce). Per l'attività di copista, cfr. M. Vogel - V. Gardthausen, Die griechischen Schreiber des Mittelalters und der Renaissance, Leipzig 1909, p. 116. Per il periodo pavese, cfr. J. Schück, Aldus Manutius und seme Zeitgenossen in Italien und Deutschland, Berlin 1862, e L. Gautier Vignal, Pic de la Mirandole, Paris 1937.

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