MAPPA

Enciclopedia Italiana (1934)

MAPPA (mappa)

Filippo TAMBRONI
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Antichità classica. - Era generalmente un panno, di solito di lino, che serviva o all'uso della tavola, come tovagliolo, o alla toletta e all'acconciatura del capo, come certi fazzoletti da testa delle odierne popolane. Ma nell'uso più comune è la nostra salvietta, e si confonde spesso con il mantele, che è piuttosto la tovaglia o il panno con cui, finito di mangiare, si asciugavano le mani lavate: il mantele era fornito da chi dava il pranzo, mentre la mappa gl'inntati spesso la portavano da casa, e dentro a essa i parassiti portavano via i cibi dalla tavola dei ricchi. Tuttavia il mantele finì col confondersi con la mappa e l'un vocabolo divenne sinonimo dell'altro.

Dalla metà circa del sec. I dell'era volgare data il lusso delle mappae; se ne ricordano a colori, purpuree, dorate (sull'Aventino era una bottega dall'insegna ad mappam auream) e a ricami riproducenti cibi e vivande, come appare anche in alcuni affreschi pompeiani; più che appendersi al petto, si ponevano sulla tavola accanto al piatto, facile preda di qualche cleptomane, come quell'Ermogene, cui Marziale indirizza un gustoso epigramma. Le case degli antichi Romani erano ben fornite di tovaglioli; nei palazzi imperiali esisteva uno speciale servizio, a mappis, per la loro confezione e custodia.

La mappa viene ad assumere un particolare ufficio con l'affermarsi del cristianesimo; la tovaglia e il tovagliolo entrano come elemento di purezza nella liturgia cristiana, sia per avvolger le mani che devono toccare oggetti sacri, sia per ricoprire l'altare, che, forse in memoria dell'ultima Cena, non è altro che una "tavola sacra"; alcune antiche rappresentazioni della Cena ci dànno un letto semicircolare attorno a una tavola coperta di mappa..

La mappa va anche considerata in relazione agli spettacoli dell'anfiteatro (con panni di color rosso, detti mappae, i bestiarî eccitavano nell'arena gli animali, come i toreadori nelle corride), e soprattutto alle corse del circo.

È noto come il presidente dei giuochi o l'imperatore stesso desse il segnale dell'inizio delle corse col gettare un panno nel circo l'atto era significato con la frase mittere signum, ma da Nerone in poi si disse anche mittere mappam "gettar la salvietta", perché, secondo Svetonio e Cassiodoro, sembra che Nerone per primo abbia introdotto questo uso; uso che invece, secondo Quintiliano, rivendicavano a sé i Cartaginesi, sebbene nessun fondamento ci siá per ammettere un'etimologia punica della parola. Nel Museo del Palazzo dei Conservatori a Roma sono due statue di magistrati, d'epoca costantiniana, rappresentati nell'atto di gettare il panno.

Ricordiamo da ultimo che hanno portato il nome di mappae, specialmente nel Basso impero, i libri lintei e gli editti scritti su rotoli di tela.

Topografia. - La parola mappa, che - come si è visto - significa in latino "tovaglia" o "tovagliolo", si trova usata già dagli antichi agronomi a designare ogni rappresentazione grafica di una qualsiasi zona di terreno, comunque vasta (si ricordi la voce della bassa latinità mappamundus); e questo stesso significato gl'Inglesi dànno tuttora alla parola map in contrapposto a chart, "carta marina".

In italiano la parola "mappa" ha assunto un senso più ristretto. Si chiamano mappe le rappresentazioni grafiche di una zona di terreno, quando la scala di riduzione è compresa tra 1 : 500 e 1 : 5000 (quali sono appunto le mappe catastali). Si dicono, invece, piante quelle in scala maggiore di 1 : 500, mentre si chiamano carte topografiche quelle da 1 : 5000 a 1 : 200.000 o anche a 1 : 250.000, carte geografiche quelle in scala ancor minore (v. carta; catasto; topografiche, carte).