CARNÉ, Marcel

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

CARNÉ, Marcel (App. II, i, p. 510)

Giovanni Grazzini

Regista cinematografico francese, morto a Parigi il 31 ottobre 1996. Salutato fra i maggiori per le sue opere degli anni Quaranta, dopo Les enfants du Paradis realizzò film ancora ispirati ai temi del destino, dell'amore impossibile, delle passioni fatali ereditati dallo sceneggiatore, il poeta J. Prévert: del 1946 è Les portes de la nuit (Mentre Parigi dorme), con Y. Montand, noto per la canzone Les feuilles mortes. Seguirono pellicole di diseguale qualità, con le quali C. manifestò il suo valore e il suo sforzo di rinnovarsi, ma che ebbero scarso successo commerciale, in gran parte accusate dalla critica della nouvelle vague di tradire uno psicologismo senza nerbo poetico.

Seguirono: La Marie du port (1949; La vergine scaltra), da G. Simenon, con J. Gabin; Juliette ou la clef des songes (1951; Juliette o la chiave dei sogni), con G. Philippe; Thérèse Raquin (1953), dall'omonimo romanzo di É. Zola, con S. Signoret e R. Vallone, Leone d'argento a Venezia; L'air de Paris (1954; Aria di Parigi) con J. Gabin; Le pays d'où je viens (1956; Il fantastico Gilbert), una commedia con G. Bécaud. Documentò i costumi delle nuove generazioni in due film sul teppismo adolescenziale: Les tricheurs (1958; Peccatori in blue-jeans), che riecheggia la stagione dell'esistenzialismo, e Terrain vague (1960; Gioventù nuda). La fase discendente del cinema di C. si ebbe con Trois chambres à Manhattan (1965; Tre camere a Manhattan), ancora da un romanzo di Simenon (che tuttavia procurò ad A. Girardot la Coppa Volpi a Venezia), con Les jeunes loups (1967; I giovani lupi), e con Les assassins de l'ordre (1971; Inchiesta su un delitto della polizia), dettato da un serio impegno civile e inserito senza estro nel filone giudiziario. Un'incursione nel fantastico, La merveilleuse visite, (1973; La visita meravigliosa) passò inosservata. La carriera di C. si concluse con un documentario in forma di oratorio, La Bible, (1976; La Bibbia) sui mosaici del duomo di Monreale, e il regista non riuscì a realizzare i suoi numerosi progetti, fra i quali Mouche, preparato nel 1992 e tratto dalla novella di Maupassant. Non gli mancarono tuttavia lusinghieri riconoscimenti: dal Leone d'oro alla carriera (1984) al premio Imperiale del Giappone (1990).

Nel 1975 pubblicò La vie à belles dents: souvenirs (trad. it. Gusto di vita, 1982) e nel 1996 Ma vie à belles dents: mémoires.

Bibl.: J. Queval, Marcel Carné, Paris 1952; R. Nepoti, Marcel Carné, Firenze 1980; M. Perez, Les films de Carné, Paris 1986; E.B. Turk, Child of Paradise, Cambridge (Mass.) 1989; G. Sellier, Les enfants du Paradis: Marcel Carné et Jacques Prévert, Paris 1992, 1996².

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