CANDIA, Marcello

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)

CANDIA, Marcello

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Nacque a Portici (Napoli) da Camillo e da Luigia Mussato il 27 luglio 1916.

La famiglia, residente a Milano, si trovava nel capoluogo campano dal 1913, quando il padre del C. - già proprietario della Fabbrica italiana di acido carbonico Dott. Candia e C., fondata il 24 febbr. 1906 con un capitale sociale di lire 300.000 - aveva trasformato questa in Società industriale Solona per la fabbricazione dell'acido carbonico (capitale sociale 1.000.000 di lire e stabilimenti a Milano, Napoli e Chiecinella), assorbendo la Società lombardo-napoletana per la fabbricazione ed il commercio dei prodotti farmaceutici ed affini, posta in liquidazione il 6 luglio 1913. Il 30 marzo 194 il capitale fu elevato a lire 1.650.000 e la ragione sociale mutata in quella di Società industriale Candia Solona.

Ritornata la famiglia a Milano, il C. compì gli studi medi in questa città. Nella sua formazione ebbe un'influenza fondamentale la madre, cattolica praticante e attiva benefattrice della S. Vincenzo: da lei e dalla tradizione del cattolicesimo ottocentesco lombardo il C. derivò una concezione tutta prammatica della carità, priva di sovrastrutture ideologiche, su cui si innesterà poi un più moderno efficientismo di stampo manageriale. Egli del resto non frequentò gli ambienti dell'Azione cattolica né, più tardi, i circoli della FUCI, ma iniziò la sua attività caritatevole fin da bambino aiutando i cappuccini di viale Piave a distribuire la minestra ai poveri. Dopo la morte della madre (1933), che rappresentò per lui un momento di crisi, e l'incontro con padre Genesio Premazzi, assistente della FUCI milanese, il C. cominciò a frequentare il circolo dei "Ceppo" da questo fondato nel 1931 con finalità culturali, catechetiche e caritative. Conseguita la maturità classica (1935), si laureò nel 1939 in chimica presso l'università di Pavia, dove l'anno successivo conseguì anche la laurea in farmacia. Nominato già nel 1939 direttore generale dell'azienda paterna, dal luglio all'ottobre 1940 frequentò il corso presso la Scuola per allievi ufficiali di Moncalieri, uscendone sottotenente di artiglieria e, richiamato alle armi nel 1941, fu inviato a Piacenza presso il Servizio tecnico armi e munizioni (STAM), ove rimase fino all'8 sett. 1943. Frattanto la vicinanza a Milano gli permise sia di continuare ad occuparsi dell'azienda paterna sia di prendere una terza laurea in scienze biologiche a Pavia (1943). Dopo l'annistizio, prima si nascose per alcuni. mesi a Ghirla nel romitaggio di s. Francesco a La Selva (una dipendenza del "Ceppo"), ove aiutò a espatriare in Svizzera ebrei e perseguitati politici, poi nel febbraio 1944 ritornò clandestinamente a Milano.

Dopo la Liberazione collaborò con il Comitato di liberazione nazionale nell'assistenza ai reduci dei campi di concentramento tedeschi e, dall'estate 1945, insieme con E. Scarzella Mazzocchi, aprì a palazzo Sormani il Villaggio della madre e del fanciullo, che passò poi all'Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI). Da questa continua attività caritatevole non lo distraevano gli impegni sempre più gravosi nell'azienda paterna di cui aveva in pratica assunto le redini dal 1946-47, divenendo amministratore unico nel 1949 e presidente nel 1950 dopo la morte del padre. Di quest'anno è l'incontro con monsignor A. Pirovano, missionario nell'Amazzonia brasiliana.

Fin dal 1946 il C. si batteva per lo sviluppo di un laicato missionario in Italia, aiutando F. Canova nella fondazione del CUAMM (Collegio universitario aspiranti medici missionari) e appoggiando l'azione dell'AFI (Ausiliarie femminili internazionali): in particolare egli organizzò, insieme con Tina Belgiojoso, in via Kramer, presso la sede del "Ceppo", un ambulatorio medico con lo scopo di fornire nozioni di medicina ai giovani che si apprestavano a partire per le missioni e che fece funzionare prima sotto l'egida della sezione milanese dell'Unione medico missionaria italiana (UMMI), fondata nel 1933, poi, dal 1952, come emanazione dell'ALAM (Associazione laici in aiuto alle missioni) da lui stesso costituita in quell'anno. Dall'anno accademico 1950-51 venne aperta presso l'Università cattolica di Milano una scuola infermieristica triennale, che rilasciava un diploma internazionalmente valido. All'attività dell'ambulatorio il C. affiancò la fondazione dei periodico La Missione (luglio 1948), che - pur senza regolarità - visse fino al novembre del 1963. Ormai noto negli ambienti missionari, nel 1950 - nel quadro delle iniziative promosse in occasione dell'Anno santo - egli fu invitato a Roma a tenere. una relazione al Congresso missionario internazionale promosso da Propaganda Fide e dalle Pontificie Opere missionarie (Verso un Segretariato internazionale dei movimenti missionari laici, in La Missione, IV [1951], n. 6-7, pp. 18-29). In quell'occasione furono creati il Secrétariat international du laicat missionaire (SILM) e l'Union catholique de cooperation internafionale (UCCI), di cui il C. divenne segretario, svolgendo negli anni seguentì (nonostante i gravi problemi economici e giudiziari causati dalla distruzione del nuovo stabilimento di Milano della società Candia, avvenuta nell'ottobre 1955 per lo scoppio di un serbatoio di acido carbonico che aveva anche provocato due vittime) una intensa attività per il coordinamento delle iniziative missionarie dei laici. Tra l'altro lavorò alla costituzione del Collegio internazionale per gli studenti d'oltremare (1958), realizzato - per impulso dell'arcivescovo di Milano G. B. Montini - ad opera dell'ALAM, della FUCI e del Movimento laureati di Azione cattolica di Milano.

Sempre più desideroso di un diretto impegno come missionario, il C. si recò in Amazzonia nel 1957 ideando la costruzione di un ospedale a Macapá, di cui fu lui stesso finanziatore e coordinatore di ulteriori offerte, e curando il trasporto, gratuito di cospicui materiali grazie alla disponibilità della Carbo-Flotta. Dopo l'avvio di questa iniziativa, il C., ceduta nel 1964 l'azienda industriale, nel 1965 partì per il Brasile, accolto dalla prelazia di Macapá come missionario laico. Si dedicò tutto al completamento dell'ospedale: nel 1967 fu aperto l'ambulatorio pediatrico, il 1° genn. 1968 il Centro di ricerche per malattie tropicali e il 7 febbr. 1969 fu inaugurato ufficialmente l'intero complesso.

Alla morte del C. questo contava 118 posti letto (tre reparti: maternità, pediatria e clinica medica) e oltre duecento dipendenti, poteva far fronte a quasi cinquemila ospedalizzazioni annue, era fornito di una scuola infermieristica ed aveva inoltre un Centro dermatologico annesso.

Ma l'attività dei C. non si fermò all'organizzazione dell'ospedale, che prese il nome di SS. Camillo e Luigi (dai nomi dei genitori dei C.) e di cui egli fu in pratica il supervisore. Le sue assidue cure andarono in quegli anni anche al lebbrosario di Marituba, che, in stato di abbandono fino oltre la metà degli anni Sessanta, fu trasformato in un attrezzato centro di cura e di recupero degli hanseniani.

Prima della morte, nel 1982, egli costituì la Fondazione Dottor Marcello Candia con il compito di fornire assistenza finanziaria a tutte le istituzioni di cui egli si era occupato in Brasile. Oltre all'ospedale di Macapá e al lebbrosario di Marituba, si possono ricordare: la Casa de Ospidalidad di Santana per ragazzi handicappati, il lebbrosario dei Prata nello Stato di Pará, l'ospedale di Grajaú nel Nord-Este, l'ospedale di Balsas, il centro sociale della Favela do Borel a Rio de Janeiro, il centro di assistenza sociale e religiosa del villaggio di Calqoene nella diocesi di Macapá, le comunità di base di Rio Branco, l'associazione caritativa La Cruz; liriada di Macapá.

Già malato di cuore per i postumi di due infarti subiti nel 1967 e 1977, ammalato di cancro, il C. rientrò in Italia all'inizio di agosto 1983: ricoverato in clinica a Milano, vi morì il 31 ag. 1983.

Fonti e Bibl.: Per una esauriente ricostruzione della biografia del C. è sufficiente P. Gheddo, Marcello dei lebbrosi, Milano 1984 (ove si trovano ricche indicazioni di fonti e bibliografia).

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