FOSCARINI, Marco

Enciclopedia Italiana (1932)

FOSCARINI, Marco

Roberto Cessi

Quart'ultimo doge veneziano, nato nel 1695, morto il 31 marzo 1763. Tempra di pensatore, quale lo rivelano i primi studî e meditazioni (Ragionamento politico sulla perfezione della Repubblica), e di erudito minuzioso e preciso, egli non è un solitario, raccolto soltanto nella grave fatica dello studio. Anche quando, dopo una laboriosa vita pubblica, egli si ritirò nella quiete e nella solitudine della villa di Pontelongo, tanto spiacente e insopportabile all'inseparabile compagno, Gasparo Gozzi, il pensiero della vita pubblica non lo abbandona. Fu non solo storico e letterato, ma politico e diplomatico, che attraverso tutta la gerarchia delle cariche, da quella di Savio agli ordini nel 1721 a quella di procutatore di S. Marco e infine alla dignità ducale nel 1762, fu artefice di gran parte della vita politica di un quarantennio. Restano memorabili le sue legazioni a Vienna (1732-35), a Roma (1736-40), a Torino (1741-42), e la sua attiva partecipazione all'elezione di Benedetto XIV. Nella vita interna egli assume talora l'iniziativa del riformatore, come provano i vigorosi discorsi sopra il governo della Dalmazia e per la riforma della pubblica finanza, suscitando non poche ostilità, ma non è il novatore della schiera di Angelo Querini e di Alvise Zen; anzi in occasione della correzione del 1762, scaturita dalla propaganda di questi, è acerrimo e irriducibile oppositore di ogni novità, e trionfa in questa sua opposizione, che doveva portarlo senza competitori all'agognata e sollecitata dignità ducale, da lui troppo brevemente tenuta per esser palestra di un'attività politica vigorosa e originale. Ebbe un' inestimabile raccolta di codici e rarità bibliografiche, cedute dagli eredi al governo austriaco e ora conservata alla Biblioteca nazionale di Vienna. Alla morte del Garzoni (1735) fu designato a succedergli nella carica di pubblico istoriografo della Repubblica. Ampia e larga fu la preparazione per assolvere il compito, poichè il F. si proponeva di segnare nella storiografia veneziana un metodo nuovo; ma nulla concluse, sì che il suo nome nel campo della critica resta legato all'opera Della letteratura veneziana, pur essa rimasta incompiuta, e al frammento sui viaggiatori veneziani, nelle quali opere la scarsa vigoria di critica letteraria è compensata dalla mole erudita, che le rende assai preziose.

Bibl.: Sibiliato, De eloquentia Marci Fuscareni Venetorum Ducis, Padova 1765; L. Arnaldi, Delle lodi del Serenissimo doge Marco F., Bologna 1765; E. Morpurgo, M. F. e Venezia nel sec. XVIII, Firenze 1860; F. Gandino, Ambascieria a Roma di M. F., in Miscellanea della Dep. ven. stor. pat., II; Ambascieria a Torino di M. F., ibid.; Ambascieria a Vienna di M. F., ibid.

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