Pròbo, Marco Valerio (lat. M. Valerius Probus). - Filologo latino (n. Berito, od. Beirut, nella seconda metà del sec. 1º d. C.). Si dedicò specialmente allo studio della letteratura latina arcaica rimettendola in onore, in contrasto con le tendenze grammaticali modernistiche avviate da Remmio Palemone. Pubblicò poco; fu tenuto in gran conto da Aulo Gellio e da Marziale fu detto critico temuto. Fu grammatico e critico del testo: Svetonio c'informa di una messe di osservazioni critiche di P. sulla lingua latina arcaica e sappiamo che curò edizioni critiche di Lucrezio, Virgilio, Orazio, Terenzio e Persio. La sua autorità fu grande, tanto che gli furono attribuite varie opere (fra cui la vita di Virgilio, che è medievale) che non sono sue o che con lui hanno rapporti discutibili (la vita di Persio e il commentario alle Bucoliche e alle Georgiche); sono forse autentiche solo le Notae iuris, probabile riassunto di un trattato sulle abbreviazioni. Apocrifa l'Appendix Probi, preziosa per le notizie che dà sulla pronuncia.
pròbo agg. [dal lat. probus], letter. – 1. Di persona che opera con rettitudine, con integrità di coscienza, con onestà: era un uomo mite e morigerato, probo cittadino (Bacchelli); per estens.: persona d’animo probo; coscienza probo, una vita proba. 2....
probe ‹prë′ub› s. ingl. [dal lat. tardo e mediev. proba «prova»: v. prova] (pl. probes ‹prë′ub∫›), usato in ital. al femm. – Termine equivalente all’ital. sonda, e con questo sign. usato talora anche in Italia nel linguaggio scient. e tecnico.