MARCONI

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)

MARCONI

Katarzyna Uchowicz

Famiglia di artisti originaria di Mantova, trasferitasi in Polonia nel terzo decennio del XIX secolo. Capostipite fu Francesco, architetto, padre di Giovanni Battista e di Leandro, entrambi architetti e pittori ornatisti.

Giovanni Battista nacque nel 1755 probabilmente a Mantova, dove si formò nella locale Accademia di belle arti e dove nel 1780 divenne assistente di Paolo Pozzo. Sostenitore del ritorno all'antico e dell'uso della grottesca, al fianco di Pozzo lavorò al rinnovamento neocinquecentesco dell'appartamento degli Arazzi in palazzo ducale. Autore del progetto di palazzo Canossa e del palazzo dell'Albergo reale, poi Barbetta, il suo ultimo intervento fu probabilmente nella cripta della chiesa di S. Andrea, dove nel 1818 realizzò la recinzione ottagonale dell'altare maggiore. Con il fratello Leandro lavorò alla decorazione del palazzo d'Arco. Giovanni Battista morì a Mantova nel 1825.

Anche Leandro, nato a Mantova nel 1763, frequentò la locale Accademia di belle arti, dove fu allievo di Pozzo, che gli affidò la decorazione della cappella del Sacramento in duomo. Nel 1788, e per un quinquennio, proseguì la propria formazione a Roma, per poi trasferirsi a Cesena, dove diresse i lavori della chiesa dell'Osservanza e lavorò come architetto e insegnante di disegno fino al 1804, quando andò a Bologna per insegnare ornato nell'appena costituita Accademia di belle arti. Autore del trattato Teoria dell'ombreggiare e metodo di acquerellare (Bologna 1811), viene ricordato anche per il progetto della villa dei marchesi Guidi di Bagno a Savignano, del 1821, la sua opera più conosciuta. Leandro morì a Bologna nell'ottobre 1837.

Figlio di Leandro e della tedesca Eleonora Gerbert, Enrico (Henryk), il personaggio più noto della famiglia, nacque a Roma il 7 genn. 1792. Apprese le prime nozioni di disegno dal padre e continuò gli studi all'Università e all'Accademia di belle arti di Bologna, tra il 1806 e il 1810. Nel 1811 cominciò a insegnare disegno nel liceo di Lugo, dove collaborò anche alla ricostruzione della chiesa di S. Ippolito. A questo periodo risalgono i suoi primi progetti architettonici: una villa neorinascimentale per Ignazio Azzalli a Russi e il progetto per la modifica di porta Saragozza a Bologna. Dal 1815 si occupò esclusivamente di architettura; nel 1820 vinse il II premio "A. Canova" dell'Accademia di S. Luca di Roma con il progetto Fabbrica da potersi adattare in locale opportuno all'Accademia di S. Luca. Nel 1822 Enrico giunse in Polonia su invito del generale Ludwik Pac, con l'incarico di ultimare il palazzo neogotico a Dowspuda (nei pressi di Suwa¢ki), iniziato secondo il progetto dell'italiano P. Bossio. Nel 1824 sposò la scozzese Margareth Heiton (Highton), dalla quale ebbe otto figli, fra cui Karol Antoni, Leandro Jan e W¢adys¢aw, che seguirono le orme paterne. Sempre nel 1824 insegnò prospettiva presso la scuola d'ingegneria delle strade e dei ponti dell'Università di Varsavia e fra il 1851 e il 1858 fu professore di architettura nella Scuola di belle arti di Varsavia. Intanto nel 1826 era diventato consigliere edile; nel 1827 membro del Consiglio centrale edile presso la Commissione governativa degli affari interni e della polizia e presso il Consiglio per l'istruzione pubblica del Regno di Polonia. Fece parte dei comitati per la costruzione del teatro Grande, per la modernizzazione del palazzo Saski e per la costruzione delle condutture d'acqua a Varsavia. Andò due volte in Inghilterra (nel 1830 e nel 1850-51), in Germania e in Francia (1850-51) e in Italia (1857). Fu uno dei più importanti e attivi architetti del Regno di Polonia. Le sue fonti principali d'ispirazione furono il Rinascimento italiano, l'architettura dei palazzi romani del Cinquecento, l'architettura di A. Palladio e di V. Scamozzi, il barocco e il gotico inglese.

Negli anni 1824-60 realizzò vari progetti nella capitale polacca, il primo dei quali fu la ricostruzione del palazzo Radziwi¢¢ per il generale L. Pac (1824-28) in stile neorinascimentale e neoclassico. Negli anni 1824-25 trasformò per Anna Dunin-Wąsowicz il padiglione settecentesco cosiddetto Gloriette à la flamande in stile gotico moresco. Seguirono negli anni 1828-30 la modifica dell'interno della cappella di Giovanni III Sobieski nella chiesa dei Cappuccini; nel 1830-35 il carcere Pawiak e il tribunale (versione ridotta del romano palazzo Farnese), distrutti; nel 1834-38 la porta, il tempio dorico e il ponte moresco nel parco di A. Potocki a Natolin, nei pressi di Varsavia; nel 1841 l'ospedale di S. Lazzaro (distrutto); nel 1841-49 la chiesa di S. Carlo Borromeo; nel 1844-45 la stazione della ferrovia Varsavia-Vienna (distrutta), che nella forma si ispirava al palazzo Pitti di Firenze e nei dettagli al palazzo della Cancelleria a Roma. Negli anni 1843-46 costruì in stile neorinascimentale la propria casa, detta casa Marconi (distrutta). Nel 1847 il M. progettò l'Istituto delle acque minerali nel parco Saski ispirato alle terme di Diocleziano. Negli anni 1849-51 progettò il palazzo di W. Pus¢owski (odierno palazzo Kossakowski); nel 1851 la birreria nella casa dell'industriale P. Steinkeller (distrutta); al 1851 circa risale il palazzo per la famiglia Branicki (via Nowy Šwiat) ispirato ai palazzi del Cinquecento romano. Nel 1851 cominciò a lavorare per la costruzione delle condutture d'acqua a Varsavia (la cisterna conservatasi nel parco Saski allude al tempio di Vesta a Tivoli). Agli anni 1851-52 risale la trasformazione in stile neobarocco del palazzo della famiglia Czapski-Krasiński (costruito circa 1790 da J.Ch. Kamsetzer, odierna Accademia di belle arti). Sempre del 1852 è la chiesa evangelica riformata ispirata dalla chiesa romana di S. Rocco. Agli anni 1855-59 e 1876-77 risale la costruzione dell'albergo d'Europa, edificio neorinascimentale, il primo albergo moderno a Varsavia (distrutto nel 1944). Del 1856-58 è l'edificio in stile neorinascimentale per la direzione della Società di credito fondiario (distrutto nel 1944 e ricostruito nel dopoguerra, odierno Museo etnografico), ispirato alle Procure di V. Scamozzi in piazza S. Marco a Venezia. Negli anni 1861-67 e 1874-83 progettò la neorinascimentale chiesa di Ognissanti influenzata da S. Giustina a Padova; nel 1862 lavorò alla decorazione dell'interno della cappella del S. Sepolcro nella chiesa dei Carmelitani (stucchi del fratello Ferrante).

Enrico fu anche autore del rinnovamento interno della residenza barocca del re Giovanni III Sobieski a Wilanów, negli anni 1822-33 e 1857-75 (terminato dal figlio Leandro). Agli anni 1857-70 risale la chiesa neorinascimentale di S. Anna (ultimata, dopo la morte di Enrico, dal figlio Leandro e da J. Huss).

In via Krakowskie Przedmiešcie, a Varsavia, realizzò importanti restauri, tra cui nel 1829 quello della facciata della chiesa dei Cappuccini; nel 1847 della cappella del Gesù nella chiesa delle monache dell'Ordine della Visitazione di S. Maria; nel 1848-55 del palazzo Tyszkiewicz-Potocki (le ultime due in collaborazione con Ferrante).

La più importante realizzazione fuori Varsavia fu la residenza neogotica (una delle prime in Polonia in questo stile) del generale L. Pac a Dowspuda (1822-23, oggi in rovina). Per lo stesso committente, nel 1824, ristrutturò - nella vicina località Raczki - la chiesa neogotica (progetto di C.P. Aigner) in stile neoclassico, negli anni 1824-38 la chiesa barocca a Ró¶anka (oggi Bielorussia) che trasformò in stile neogotico. Negli anni 1834-43 modificò - per Anna Dunin-Wąsowicz - il palazzo neoclassico di M.J. Poniatowski a Jab¢onna (costruito 1774-78 sul progetto di D. Merlini). Per gli aristocratici polacchi progettò varie residenze in campagna fra cui la residenza neoclassica di A. Wielopolski a Chrobierz (databile tra il 1850 e il 1857-60); la villa di tipo rinascimentale italiano per J. Janasza (Janasch) a P¢ochocin (1854); la residenza neorinascimentale di L. Hirschmann a Przeździatka (1859). Contemporaneamente lavorava a vari progetti per edifici sacri fuori Varsavia: la ristrutturazione della chiesa evangelica a Suwa¢ki (1844); la chiesa evangelica a Turek (1849); la chiesa cattolica a Suchedniów in stile neorinascimentale (progetto del 1835, realizzazione 1852); la cappella sepolcrale della famiglia Orsetti a C⃒ychlin (1854); la chiesa neoclassica a Mykanów (1852, terminata nel 1872).

Fu autore di numerosi progetti per edifici pubblici, dei quali bisogna ricordare: i municipi in stile neoclassico a Aleksandrów ¡ódzki, Brześć Kujawski (ambedue 1824) e Góra Kalwaria (1829-34, in collaborazione con B. Witkowski); terme e aranciera nella stazione termale a Busko Zdrój (1824); l'edificio delle poste, scuderia e rimessa per vetture a cavalli ad Augustów (1828-30); la stazione di cura a Ciechocinek (1845-49, in collaborazione con F. Rejewski); l'ufficio amministrativo di Starosta a Miñsk Mazowiecki (ultimato nel 1853). Progettò anche varie prigioni: in stile neoclassico a Siedlce (1841-43), neorinascimentale a Kalisz (1842-48, in collaborazione con F. Tournelle) e neogotico a P¢ock.

Pubblicò alcune opere teoriche: O porządkach architektonicznych (Sugli ordini di architettura, 1828, 1837) con il supplemento Zbiór ozdób staro¶ytnych (Raccolta di ornamenti antichi, 1828, 1831); Saggio sugli ordini di architettura (1831), Ornamenti antichi (1832), Zbiór projektów architektonicznych (Raccolta di progetti architettonici, 1838-42, in 12 fascicoli), Dwór wiejski (La villa in campagna, in Dziennik Politechniczny, 1860, p. 49).

Fu membro dell'Accademia di S. Luca di Roma, dell'Accademia nazionale di belle arti di Bologna e membro corrispondente dell'Accademia imperiale di belle arti di Pietroburgo e dell'Accademia di belle arti di Firenze; in Polonia fu insignito della medaglia di S. Stanislao di III grado.

Enrico morì il 21 febbr. 1863 a Varsavia e fu sepolto nel cimitero di Powązki.

Una cospicua raccolta dei progetti e dei disegni di Enrico è conservata presso l'Archivio statale di Varsavia (AGAD) e presso il Museo nazionale a Varsavia, molti disegni si trovano anche nelle raccolte del Museo del castello di Kórnik e nell'archivio dell'Accademia di S. Luca a Roma.

Ferrante, figlio di Leandro ed Eleonora Gerbert e fratello di Enrico, nacque a Bologna nel 1798. Dopo aver studiato all'Accademia di belle arti di Bologna, nel 1828 partì per Varsavia, su invito del fratello Enrico con cui iniziò una fruttuosa collaborazione: la sua attività di decoratore fu strettamente legata infatti alle realizzazioni architettoniche del fratello.

A Varsavia esordì nel 1829-30 con la decorazione del teatro Grande (progetto di A. Corazzi, 1825-33; frammenti della decorazione presso il Museo storico della città di Varsavia); nel 1830 eseguì gli stucchi della cappella di Giovanni III Sobieski nella chiesa dei Cappuccini. Prima del 1837 eseguì vasi e rilievi in terracotta (distrutti) per il palazzo di Wilanów a Varsavia e nel 1838 realizzò le decorazioni della sala dei mosaici. Nel parco di Natolin eseguì nel 1834 i modelli dei mascheroni sulle arcate del ponte, quattro leoni di terracotta per il ponte moresco (nel 1846 sostituiti con statue di cemento); nel 1838, con Ludwik Kaufmann, realizzò il gruppo in terracotta del Toro Farnese e la decorazione della porta moresca. Negli anni 1841-43 eseguì, sempre a Varsavia, le decorazioni (perdute) della sala da pranzo nel palazzo della famiglia Tyszkiewicz-Potocki (odierna sede del ministero dei Beni culturali). Nel 1847 collaborò al rinnovo della decorazione della cappella del Gesù nella chiesa delle monache dell'Ordine della Visitazione di S. Maria. Negli anni 1856-59 decorò l'albergo d'Europa a Varsavia (distrutto nel 1944 e ricostruito nel dopoguerra); nel 1858 le decorazioni del distrutto edificio della Società di credito fondiario. Negli anni 1859-62 lavorò alla decorazione interna della cappella del S. Sepolcro nella chiesa dei Carmelitani sempre a Varsavia.

Ferrante morì l'11 marzo 1868 a Varsavia, dove venne sepolto nel cimitero di Powązki. Dalla prima moglie Dorota El¶bieta Hampl aveva avuto sei figli, fra cui Leonard, che seguì le orme paterne; sposò in seconde nozze Karolina El¶bieta Thies da cui ebbe il figlio Ferrante.

Karol Antoni Tytus, figlio di Enrico e di Margareth Heiton, nacque l'11 nov. 1826 a Varsavia. Si sposò con Emilia Gaw¢cka, dalla quale ebbe tre figli; cominciò a studiare la pittura a Varsavia, nel 1842, nello studio del pittore milanese M. Chiarini; per proseguire la propria formazione andò in Italia dove conobbe il poeta polacco A. Mickiewicz e, nel 1848, si arruolò nella legione polacca da questo creata, prendendo parte ai combattimenti in Lombardia e, l'anno successivo, alla difesa di Roma. Lasciata la legione l'8 giugno 1849, tornò a Varsavia, dove lavorò principalmente al seguito del padre.

Nella casa di famiglia, ora distrutta, eseguì le decorazioni pittoriche in stile pompeiano e neorinascimentale (1850 circa). In collaborazione con S. Leati ed E. Sitkowski decorò gli interni della casa dell'industriale P. Steinkeller; eseguì le decorazioni murali della villa dell'industriale L. Kronenberg e il quadro a olio La danza delle Grazie. Negli anni 1858-59 decorò gli interni del distrutto albergo d'Europa: nella sala al piano terra dipinse Amore con Ebe e Ganimede, nel salone al I piano le decorazioni in stile pompeiano e i medaglioni con ritratti dei membri delle famiglie Marconi e Kolberg (in collaborazione con A. Kolberg); la sala da pranzo fu decorata con arabeschi e scene di caccia e di banchetto. Il suo incarico più importante fu comunque la decorazione della sala delle riunioni della Società di credito fondiario (in collaborazione con A. Kolberg, odierno Museo etnografico), dove eseguì gli affreschi Il re Casimiro il Grande conferisce lo statuto di Wiślica e Lo zar Alessandro I conferisce lo statuto alla Società di credito fondiario e anche le scene inerenti all'agricoltura: Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, Condanna al lavoro, La manna nel deserto, Giuseppe distribuisce il grano ai fratelli, Romolo definisce i confini di Roma con l'aratro, Demeter insegna a Triptolemo l'uso dell'aratro, Licas morendo ammonisce i figli, La parabola sulla vendemmia, La parabola sulla messe, La parabola sulla zizzania, La parabola sui servitori buoni e cattivi. Nel palazzo del re Giovanni III Sobieski eseguì probabilmente le decorazioni del Gabinetto etrusco e i cartoni per gli affreschi nella cappella della chiesa di S. Anna (in collaborazione con A. Kolberg). Cartoni, disegni, acquerelli e tavole con i modelli degli ornamenti di Karol sono conservati a Varsavia nelle raccolte dell'Archivio centrale degli atti antichi e del Museo nazionale e nella Biblioteca polacca di Parigi, dove si trova il manoscritto delle Memorie sulla pittura con i suoi appunti sulle pitture e sull'architettura di Cracovia, Varsavia, Vienna, Firenze e Roma.

Karol Antoni Tytus morì il 25 ott. 1864 a Firenze, dove soggiornava dal 1863, e fu sepolto nel cimitero di San Miniato.

Leandro Jan Ludwik, figlio di Enrico e di Margareth Heiton, nacque il 23 apr. 1834 a Varsavia. Sposato con Bronis¢awa Osikowska, dalla quale ebbe i figli Henrietta e W¢adys¢aw, studiò al ginnasio reale di Varsavia, nel 1854 superò l'esame di costruttore edile di I classe, nel 1856 di II classe. Nei suoi progetti è evidente il riferimento alle forme rinascimentali (italiane e francesi) e al neoclassicismo polacco dell'epoca di Stanislao Augusto Poniatowski. Le sue principali realizzazioni furono ville e palazzi per privati a Varsavia e dintorni.

Si ricordano in particolare la villa dell'industriale W.E. Rau (1865-68); il palazzetto di A. Scholtze (tra 1874 e 1877, distrutto); la villa di W. Wernicki (1875-77, demolita nel 1960); il palazzetto di F. Sobański (1876). Negli anni 1875-79 costruì il palazzo della famiglia Branicki nei giardini di Frascati a Varsavia (poi sede dell'ambasciata di Francia, distrutto nel 1944). Al 1878 risale il palazzo del conte K. Zamoyski in stile rinascimentale francese. Progettò inoltre alcuni edifici pubblici tra cui la neorinascimentale Banca del commercio (1873-74, tra le vie Czackiego, Traugutta e Mazowiecka, distrutta nel 1944) e la sinagoga neoclassica (1875-76, distrutta nel 1943). Tra il 1857 e il 1875 collaborò con J. Huss alla costruzione della chiesa neorinascimentale di S. Anna a Wilanów e alla trasformazione degli interni del palazzo del re Giovanni III Sobieski. Nel 1885 ultimò la neobarocca villa, cosiddetta del Carciofo, di viale Ujazdowskie. Fuori Varsavia gli si attribuiscono tre palazzi neorinascimentali: della famiglia Rembieliński a Krośniewice (1870); dei Przeździecki a Policzno nei pressi di Kozienice (1880 circa) e del conte J. Zamoyski (tra 1866 e 1878) a Stara Wieś nei pressi di Ko¢biel, e la ristrutturazione (1879) della residenza neoclassica di Rozalia Rzewuska, a Rozalin.

Leandro Jan Ludwik morì l'8 ott. 1919 a Montreux in Svizzera.

Leonard, figlio di Ferrante e di Dorota El¶bieta Hampl, nacque il 6 ott. 1835 a Varsavia. Nel 1867 sposò Józefa Narcyza Faleńska, dalla quale ebbe sette figli. Svolse i primi studi sotto la direzione del padre e in seguito nella scuola di belle arti di Varsavia. Agli anni di scuola risale il gruppo scultoreo Due gladiatori in lotta e il busto dell'attore J. Komorowski, molte volte replicato. Nel 1859 studiò a Roma, all'Accademia di S. Luca dove frequentò le lezioni di A. Tavolini e partecipò con successo ai concorsi della Congregazione artistica pontificia dei Virtuosi al Pantheon. Dopo il ritorno a Varsavia, nel febbraio del 1862, aprì con il padre un'officina di scalpellino e stuccatore, successivamente in società con A. Pruszyński.

A Varsavia realizzò molte sculture, in gran parte distrutte, tra quelle superstiti si ricordano le figure dei giovani con la frutta e i fiori sulla facciata del palazzo di K. Granzow (1866) e le allegorie della Fisiografia, della Medicina, della Legge e della Letteratura sulla casa Natanson (1868). Nel 1866 lavorò alla fontana in ghisa progettata da J. Or¢owski e A. Grotowski (oggi nella piazza Bankowy). Nel 1867 prese parte alla decorazione della villa di W.E. Rau, progettata da Leandro, per la quale eseguì le allegorie dell'Architettura, della Scultura, della Pittura e della Meccanica. Negli anni 1872-73 decorò in stucco il soffitto della sala centrale della biblioteca nel palazzo di Wilanów. Nello stesso anno lavorò alle decorazioni scultoree del palazzo di J. Or¢owski e del palazzo a Skierniewice (in collaborazione con A. Pruszyński). Nella chiesa di Ognissanti a Varsavia (piazza Grzybowski, 1886) scolpì il Cristo Crocifisso per l'altare centrale e la decorazione interna in stucco (distrutta); nella chiesa di S. Anna a Wilanów decorò i tre altari, l'ambone, gli epitaffi dei membri della famiglia Potocki e fece il ritratto in bassorilievo del papa Pio IX (1869-70). Negli anni 1875-76 eseguì, con K. Klosse, l'epitaffio di F. Chopin per la chiesa di S. Croce a Varsavia. Per il cimitero di Powązki a Varsavia realizzò numerose opere tra cui il busto dell'industriale J. Fraget; il Cristo Redentore per la tomba di L. Lasocki; la tomba di I. Krysiński con la statua femminile del Ricordo (1871); per la famiglia Naimski progettò una cappella neogotica con le pareti a mosaico di marmo colorato (1872). Nel cimitero evangelico progettò il medaglione con il ritratto di L.A. Leo (1869).

Nell'agosto del 1873 fu chiamato a ricoprire il ruolo di professore straordinario per la cattedra di disegno ornamentale e di modellazione del Politecnico di Leopoli (oggi Ucraina), incarico che mantenne fino alla morte. A Leopoli collaborò con l'architetto J. Zachariewicz: al progetto dell'edificio stesso del Politecnico per cui eseguì le personificazioni dell'Ingegneria, dell'Edilizia e della Meccanica sul frontone e la decorazione delle scale e della biblioteca. Sempre a Leopoli realizzò la decorazione scultorea di alcuni edifici pubblici, tra cui la sede del Governatorato, la facciata della sede della Dieta della Galizia e la sala della Dieta e dei dibattiti; il gruppo con il Trionfo della Giustizia per la facciata del Tribunale nazionale. Collaborò inoltre alla facciata del Museo dell'industria di Francesco Giuseppe (1899-1904).

Fuori Leopoli, a Brze¶any, realizzò il Monumento al re Giovanni III Sobieski (1883) e ristrutturò la cappella palatina (1878); nel palazzo di Raj (nei pressi di Brze¶any) progettò l'altare nella cappella e il camino; per la sinagoga di Czerniowce progettò, in collaborazione con J. Zachariewicz, le decorazioni dell'interno; per la cittadina di Trembowla eseguì il modello del monumento ad A.D. Chrzanowska (1878).

Leonard morì il 1° apr. 1899 a Leopoli. Sue opere sono conservate nei musei nazionali di Cracovia e di Varsavia e nella Pinacoteca di Leopoli.

W¡adys¡aw, ultimo figlio di Enrico e di Margareth Heiton, nacque a Varsavia il 29 febbr. 1848. Frequentò il ginnasio reale di Varsavia; successivamente studiò all'Accademia imperiale di belle arti di Pietroburgo dove vinse due medaglie d'argento di secondo grado (1872 e 1874) e la medaglia d'argento di primo grado (1873) e nel 1876 ottenne il titolo di architetto di terza classe. A Varsavia collaborò alla costruzione della sinagoga neoclassica di Leandro e realizzò la casa della Comunità ebraica (1887, entrambe distrutte). Nel 1880 sposò la nipote Kazimiera Eleonora Kolberg dalla quale ebbe otto figli.

Negli anni 1898-1900 progettò l'edificio della Società per le assicurazioni Rosja (via Marsza¢kowska, oggi l'esterno è completamente modificato). Sempre a Varsavia all'inizio del XX secolo progettò due ville in stile neorinascimentale, per S. Dziewulskiego (1900 circa, odierna ambasciata di Bulgaria) e per J. Fruziński, per quest'ultimo progettò anche l'edificio della fabbrica di cioccolato in via Polna. Tra i suoi migliori progetti per la città di Varsavia si ricordano l'albergo Bristol in stile neorinascimentale (1890-1902) e la casa di A. Strza¢ecki, cosiddetta dei Giganti (1904-07).

Eseguì numerosi progetti per le residenze dei privati: nel 1893 a Obory trasformò il palazzo barocco della famiglia Wielopolski e costruì la cappella per la famiglia Potulicki. Nel 1897 progettò la residenza di Dobiecki a ¡opuszno; nel 1902 la villa di Šwierzawski a Ho¢ub; nel 1906 il palazzo per Borejko a Nowa Sieniawka; negli anni 1907-08 progettò il palazzo dei Czetwertyński a C⃒o¢udek (oggi Lituania), realizzato alcuni anni più tardi. Al 1911 è datata la villa di Józef Kruszewski a Borchów.

Fu molto attivo anche come restauratore di monumenti: agli anni 1893-1906 risale il restauro del palazzo di Giovanni III Sobieski a Wilanów, al 1897 quello del palazzo della famiglia Tyszkiewicz-Potocki (odierno ministero della Cultura e dell'Arte). Ristrutturò anche le case di Fukier e dei principi Mazowiecki nella piazza del Mercato della città vecchia di Varsavia. Fuori della capitale si occupò del restauro del castello a Pieskowa Ska¢a, presso Cracovia.

W¢adys¢aw morì a Varsavia il 4 giugno 1915.

Presso il Museo nazionale di Varsavia si conservano alcuni dei suoi progetti presentati ai concorsi organizzati dalla Società per l'incitamento alle belle arti di Varsavia, tra cui quello per la chiesa nella località industriale C⃒yrardów (1878), per il palazzo Szlenkier a Varsavia (1880), per il teatro estivo a Ciechocinek (1884, II premio) e per la chiesa di S. Floriano nel quartiere Praga di Varsavia (1887).

Fu uno dei membri fondatori della Società per la protezione dei monumenti storici e organizzatore della delegazione degli architetti presso la Società del sostegno dell'industria e del commercio, trasformata successivamente in circolo degli architetti. Fu membro anche della Società fotografica di Varsavia, del Museo dell'artigianato, del comitato per la costruzione del monumento ad A. Mickiewicz e del ponte J. Poniatowski a Varsavia. Coeditore delle riviste architettoniche: Przegląd Techniczny (Rassegna tecnica, dal 1897) e Architekt (Architetto, dal 1900-01), fu insignito della medaglia di S. Stanislao di III grado.

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