ANGIÒ, Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANGIÒ, Maria

Giuseppe Coniglio

Figlia di Carlo duca di Calabria, nipote perciò del re Roberto e sorella della regina Giovanna, e di Maria di Valois, nacque a Napoli alla metà di maggio del 1329. Aveva appena due anni quando nel 1331, durante le trattative per le nozze della sorella maggiore con principi ungheresi, si pensò anche a lei per il progetto matrimoniale che mirava a rinsaldare i legami degli Angioini di Napoli con quelli d'Ungheria: avrebbe dovuto sposare il secondogenito del re Caroberto, Andrea, mentre Giovanna sarebbe andata sposa al principe ereditario Luigi.

Poiché questo piano non fu più realizzato per motivi dinastici e politici (si temette che l'unione dei due regni sarebbe stata alla fine dannosa per entrambi), una apposita clausola nel testamento di re Roberto si occupò delle sue nozze: Maria avrebbe dovuto sposare il principe Luigi d'Ungheria o, se ciò non fosse stato possibile, il primogenito di Giovanni duca di Normandia, Carlo (il futuro Carlo V), o, in linea secondaria, il secondogenito del re di Francia, Filippo.

Tutti questi progetti vennero però accantonati per l'ambiziosa politica di Agnese di Périgord, la moglie di Giovanm, conte di Gravina, che, giovandosi dell'affetto della regina-madre Sancia e dell'abile politica di suo fratello, il cardinale Talleyrand de Périgord, riuscì a concludere le nozze di Maria col suo primogenito Carlo di Durazzo.

Queste nozze, sebbene osteggiate aspramente dalla regina Giovanna, furono tuttavia concluse rapidamente: il fidanzamento ebbe luogo il 26 marzo 1343 e il matrimonio il 21 aprile all'Ospizio Durazzesco, grazie all'intervento di Clemente VI, che aveva sollecitamente dato la dispensa necessaria per la stretta parentela fra i due principi. La disobbedienza a Giovanna ebbe come conseguenza il rifiuto da parte della regina di versare alla sorella la ricca dote comprendente trentamila once d'oro, la contea d'Alba in Piemonte e, nell'Italia meridionale, la Valle di Crati e la Terra Giordana. Ne vennero contrasti accaniti, composti, grazie alla mediazione del papa e del suo inviato Ruggero di Vintron, il 14 luglio 1343, con il riconoscimento di tutti i diritti dell'A.; Giovanna ottenne però di conservare la Valle di Crati e la Terra Giordana dietro pagamento di 10.000 once d'oro.

Nella tragica morte d'Andrea d'Ungheria non mancò chi attribuisse a Maria delle responsabilità: certo, quando seppe dell'arresto e poi dell'esecuzione capitale di suo marito, ella fuggì da Napoli, cercando scampo dinanzi all'avanzata degli ungheresi in Avignone presso suo zio.

Rientrata a Napoli, alla fine dell'autunno 1348, Maria tornò ad essere al centro di progetti matrimoniali: alle sue nozze aspirava addirittura lo stesso Luigi re di Ungheria, che era rimasto vedovo alla fine del 1349. Questi progetti vennero però distrutti da un audace colpo di mano di Ugo del Balzo, che obbligò Maria a sposare suo figlio Roberto. Ma, poco dopo, mentre navigava verso la Provenza col marito, la sua nave si fermò a Gaeta ove risiedevano Giovanna ed il secondo marito Ludovico di Taranto. Questi, adirato per l'audacia dei del Balzo, attirò Ugo in un tranello e l'uccise, facendone prigioniero il figlio e liberando Maria che, nel 1354, faceva uccidere il marito Roberto del Balzo, passando a nuove nozze con Filippo di Taranto, fratello del marito di Giovanna. Ma Innocenzo VI non voue, in un primo tempo, concedere la dispensa e fu necessario un viaggio di Filippo ad Avignone, perché si decidesse a farlo. Queste nozze furono causa di guerra, perché Ludovico di Durazzo non volle tollerare che il trono di Napoli divenisse monopolio degli Angioini del ramo dei principi di Taranto: perciò, dopo il rifiuto della sua richiesta, che gli venissero affidate le figlie nate dalle nozze di Maria con suo fratello Carlo, ricorse alle armi provocando l'insurrezione della Puglia facendovi venire due compagnie di ventura, che funestarono il paese con stragi ed uccisioni. Riuscì a porre termine al conflitto Niccolò Acciaiuoli che, corrotte le compagnie di ventura e postele l'una contro l'altra, le costrinse a lasciare il paese. L'A. trascorse gli ultimi anni nella preoccupazione dei matrimoni delle figliole, atle quali, per la mancanza di eredi da parte di Giovanna, toccava la successione regale.

Da Maria e Carlo nacque un figlio, Ludovico, che visse poco tempo, morì il 14 genn. 1345 e fu sepolto in Santa Chiara, e le figlie: Giovanna, Agnese, Margherita, e Clemenza; da Filippo, Maria ebbe un figlio, Pietro, morto pure in tenera età.

L'A. morì il 20 maggio 1366 o il 5 giugno 1367. Il suo sepolcro è in Santa Chiara.

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