MARIA II Stuart, regina d'Inghilterra

Enciclopedia Italiana (1934)

MARIA II Stuart, regina d'Inghilterra

Florence M. G. Higham

Figlia maggiore di Giacomo duca di York, più tardi Giacomo II d'Inghilterra, e di Anna Hyde, M. nacque il 30 aprile 1662 e ricevette un'educazione protestante. Le rimase per tutta la vita una fede religiosa forte, se anche formale, il cui influsso fu dominato solo dall'amore per il marito, Guglielmo d'Orange, al quale M. andò sposa nell'ottobre 1677. Il matrimonio fu negoziato da Carlo II e dal lord tesoriere Thomas Osborne conte di Danby, contro la volontà del duca di York, per placare il sentimento popolare antifrancese. Per Guglielmo quelle nozze furono una mossa necessaria per distaccare Carlo II da Luigi XIV re di Francia; solo durante gli anni trascorsi in Olanda sorse tra i due coniugi un affetto sincero. Nonostante la tensione determinatasi tra Olanda e Inghilterra dopo l'avvento del padre di M., ella fu felice; e fu tuttavia pienamente d'accordo con Guglielmo quando egli passò nel 1688 in Inghilterra, invitatovi dai whigs. Dopo la fuga di Giacomo II dall'Inghilterra, ella respinse il consiglio dei tories che volevano farle assumere la corona da sola; e poiché la soluzione che ella avrebbe voluto, cioè la reggenza di suo marito, rimase inattuabile, M. accettò l'altra, per la quale Guglielmo e lei divennero re e regina regnanti. Nel febbraio 1689 ella seguì il marito in Inghilterra e nell'aprile furono incoronati. Gravò fortemente su di lei, assistita da un comitato di consiglio, il peso degli affari di stato durante le molte assenze di Guglielmo in Irlanda (1690) e, negli anni successivi, in Olanda. I rapporti di M. con la sorella Anna furono resi difficili dai sospettati intrighi giacobiti di J. Churchill duca di Marlborough. La situazione migliorò nel 1693 allorché Guglielmo poté contare più sicuramente sui whigs e nel 1694 la popolarità di M. fu di nuovo grande; ma il 28 dicembre ella morì.

Bibl.: J. Dalrymple, Memoirs, Londra 1790; R. Doebner, Memoirs and Letters of M., Lipsia 1886.