MARIA LUISA di Borbone, regina d’Etruria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008)

MARIA LUISA di Borbone, regina d’Etruria

Elvio Ciferri

Nacque a Madrid il 6 luglio 1782 da Carlo (poi re Carlo IV di Spagna) e da Maria Luisa di Borbone-Parma. Il 28 ag. 1795 sposò Ludovico di Borbone-Parma, cui dette due figli, Carlo Ludovico nel 1799 e Luisa Carlotta nel 1802. Nell’agosto del 1801 seguì a Firenze il marito, proclamato re d’Etruria in applicazione del trattato di Lunéville. Presto, però, le precarie condizioni di salute di Ludovico costrinsero M. a occuparsi dell’amministrazione dello Stato e ad assumere il 27 maggio 1803, alla sua morte, la reggenza per conto del figlio Carlo Ludovico. Oltre a dedicare particolare cura al risanamento delle pubbliche finanze, M. istituì l’Accademia di religione cattolica e un liceo per l’insegnamento superiore delle scienze a Firenze. Nel 1805 accolse papa Pio VII in visita alla città. Nel 1807, quando il Regno d’Etruria fu occupato dai Francesi e poi annesso all’Impero napoleonico, M. ottenne per sé e per il figlio il compenso formale del Regno di Lusitania di cui non prese possesso.

Lasciata Firenze, fu in Spagna, a Parma e infine a Nizza, dove nel 1809 Napoleone, che da tempo la riteneva ostile ai suoi piani, la fece arrestare. Nel 1811, tentata invano la fuga, dovette subire un processo per aver complottato con l’Inghilterra contro l’imperatore. Evitò la condanna a morte o al carcere che colpì alcuni esponenti del suo seguito, ma fu rinchiusa nel convento di S. Sisto a Roma, dove le fu concesso di tenere con sé la figlia ma non il figlio, che fu affidato ai nonni materni.

Fu liberata nel 1814 da Gioacchino Murat re di Napoli: lo stesso anno, curati da A.-J. Lemierre d’Argy, apparvero a Parigi i Mémoires de la reine d’Etrurie, dei quali fu pubblicata a Londra anche un’edizione in inglese. Quando, nel 1815, il congresso di Vienna stabilì che l’ex imperatrice Maria Luigia d’Asburgo Lorena avesse la sovranità a vita sul Ducato di Parma e Piacenza, a M. e ai suoi discendenti in linea retta maschile venne assegnato il Ducato di Lucca. Nel 1817 un atto addizionale precisò che i Borboni sarebbero tornati a Parma alla morte di Maria Luigia mentre Lucca sarebbe stata riunita alla Toscana.

M. fece ingresso in Lucca il 7 dic. 1817, mantenendo il titolo e la dignità di regina. Ispirandosi ai principî della Restaurazione, mirò a cancellare tutte le innovazioni apportate dal governo francese, ma provvide anche alla realizzazione di numerose opere pubbliche e alla fondazione e riordino di varie istituzioni culturali. Soprattutto introdusse alcune significative novità nella pubblica amministrazione, facendo sì che in base alle disposizioni da lei emanate nel 1818 il Ducato fosse retto da un Consiglio di Stato presieduto dal sovrano, affiancato da un segretario di Stato per gli Affari esteri (con la soprintendenza delle Acque e strade) e da un direttore generale dell’Interno cui erano affidati gli studi, un direttore generale di Finanze e Forze armate, un presidente del Buon Governo e uno di Grazia e giustizia. L’ordinamento giudiziario prevedeva due giudici ordinari, uno civile e uno criminale, un tribunale di commercio e un tribunale supremo. M. volle restituire al clero gli antichi privilegi, cominciando col riconsegnare alla Chiesa, dove possibile, i beni confiscati, riuscendo così a ricostituire un notevole patrimonio ecclesiastico. Forse fu proprio per questa politica ecclesiastica che il progetto di matrimonio di M. con il granduca di Toscana Ferdinando III, che aveva vedute opposte, non ebbe seguito. La restaurazione religiosa da lei voluta comportò vigilanza degli obblighi religiosi, frequenza ai sacramenti e recita del rosario, condizione questa per mantenere l’impiego e per essere ammessi agli esami. Le riforme dei codici mirarono a distruggere l’opera napoleonica, con l’introduzione della pena di morte per i furti sacrileghi, seguita, nei casi più gravi, dalla cremazione del cadavere del condannato nella pubblica piazza: tale disposizione, tuttavia, non fu mai eseguita e l’unico condannato a morte per tale reato ebbe la pena commutata.

Tali eccessi di zelo religioso furono contenuti anche grazie alla saggezza politica del ministro Ascanio Mansi che, mentre M. si preoccupava di abbellire il palazzo ducale, si impegnò a realizzare un buon numero di opere pubbliche. Furono costruite fontane, la viabilità fu migliorata e nel 1819 fu riformata l’istruzione superiore. M. operò molto per lo sviluppo di Viareggio, che nel 1820 dichiarò città, facendovi costruire una nuova darsena e concedendo gratuitamente alcune aree per la costruzione di nuove abitazioni esentate dalle tasse per 25 anni.

Negli anni in cui regnò M., che continuò a governare direttamente il Ducato anche dopo il raggiungimento della maggiore età da parte del figlio, le condizioni economiche di Lucca migliorarono notevolmente. Nel 1820 fu sul punto di concedere una costituzione, della cui redazione aveva incaricato il giurista Paolo Malfatti, ma mutò presto idea e lo stesso Malfatti fu esiliato. Il sospetto di congiure e rivolte la portò, nel maggio 1823, a emanare una legge severissima contro le società segrete.

Ammalatasi gravemente, M. morì a Roma il 13 marzo 1824.

Il corpo, imbalsamato, raggiunse su un vascello Viareggio il 10 aprile e dopo la celebrazione dei funerali nella cattedrale di Lucca fu trasportato in Spagna a bordo di una corvetta sarda. A Lucca rimasero i precordi, sepolti nella chiesa dei Cappuccini.

Fonti e Bibl.: Le carte su M. conservate nell’Arch. di Stato di Lucca sono descritte in S. Bongi, Inventario del R. Arch. di Stato in Lucca, Lucca 1872-88, II, p. 204; III, pp. 26 s., 37-46, 51-59, 79-81, 106, 127 s., 179, 243, 273, 299, 356, 395 s., 411; IV, p. 7. D. Bertini, Solenni esequie di M.L. B., Lucca 1824; A. Zobi, Storia civile della Toscana, III, Firenze 1851, pp. 474 ss.; B. Chifenti, Ricordi storici intorno alla tentata fuga della regina di Etruria dal territorio francese, Firenze 1869; C. Massei, Storia civile di Lucca, II, Lucca 1878, pp. 170 ss.; G. Sforza, La regina d’Etruria, in Nuova Antologia, 1° genn. 1893, pp. 78-112; 16 genn. 1893, pp. 244-267; 16 febbr. 1893, pp. 720-737; C. Sardi, Lucca e il suo Ducato dal 1814 al 1859, Firenze 1912, pp. 10 ss.; F. Normand, Marie Louise de Bourbon reine d’Étrurie, 1782-1824, Paris 1913; G. Sforza, Velleità costituzionali della duchessa di Lucca nel 1820, in Rass. stor. del Risorgimento, VIII (1921), pp. 1-24; W. de Villa Urrutia, La reina de Etruria, Madrid 1923; S. de Bourbon, La reine d’Étrurie, in La Revue de Paris, XXXV (1928), vol. 1, 1, pp. 5-30; 2, pp. 280-309; 4, pp. 570-595; C. Spellanzon, Storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia, Milano 1933, I, pp. 285 s.; II, pp. 162-166; G. Drei, Il Regno d’Etruria 1801-1807, Modena 1935, passim; A. Mancini, Storia di Lucca, Lucca 1999, pp. 321-328; F. Quilici, M.L. di B.: gli affari ecclesiastici nel Ducato di Lucca (1818-1824), Lucca 1999; Ist. stor. lucchese, Fine di uno Stato: il Ducato di Lucca 1817-1847. Atti del Convegno… 1997, I-IV, Lucca 1997-2000, ad nomen.