SOZZINI, Mariano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SOZZINI (Socini), Mariano

Andrea Vanni

SOZZINI (Socini), Mariano. – Nacque a Siena il 5 luglio 1613 da Alessandro, che apparteneva a una delle famiglie nobili più antiche della città, e dalla contessa Porzia d’Elci, ultimo figlio maschio di una famiglia numerosa.

Ricevette la sua educazione tra le mura domestiche, prima di iscriversi ai corsi di diritto civile e di diritto canonico nell’università della sua città. Ottenne la laurea il 1° ottobre 1635 e venne subito incluso tra i membri del collegio dei giureconsulti. Dopo essere entrato a far parte dell’Accademia dei Filomati (che sarà poi degli Intronati) e aver partecipato alle attività penitenziali della congregazione dei Sacri Chiodi, costituita sul modello dell’oratorio romano di s. Filippo Neri, si trasferì a Roma. In virtù dei contatti della famiglia materna, qui poté stringere importanti relazioni in Curia, in particolare con l’auditore di Rota e i cardinali Pietro Maria Borghese e Luigi Caetani. In questo stesso periodo conobbe anche il nipote del cardinale Francesco Sacrati, il conte Tommaso, prossimo all’ingresso tra i padri oratoriani.

A Roma, oltre a continuare gli studi di diritto, si dedicò alla pratica degli esercizi spirituali, nella casa di noviziato dei gesuiti, presso la chiesa di S. Andrea a Monte Cavallo. Dopo una temporanea interruzione dovuta a un problema di salute, riprese gli esercizi sotto la guida di padre Domenico Vanni, una tappa importante prima della definitiva scelta che lo portò alla conversione alla carità filippina. Terminato il suo soggiorno tra i gesuiti, si trasferì in una casa nelle vicinanze della chiesa di S. Maria in Vallicella, domandò di essere ascritto tra i fratelli dell’oratorio e si rimise alla direzione e ai consigli del preposito Virgilio Spada. In questa veste, iniziò a impegnarsi negli esercizi di pietà propri della congregazione, prestando assistenza negli ospedali, servendo la messa e assistendo alle preghiere comuni. Il 12 maggio 1641 fu quindi ammesso a entrare nell’oratorio romano. Ebbe come guida Pietro Consolini, uno dei discepoli preferiti di Filippo Neri. Dopo la morte di Consolini, avvenuta nel gennaio del 1643, fu seguito nel suo cammino da Federico Savorgnano sotto la cui direzione fu confermato in via definitiva tra gli oratoriani il 16 maggio 1644. Alcuni giorni più tardi, il 21 maggio, ottenne l’abito sacerdotale. Da questo momento l’abnegazione nei confronti della vita della congregazione e della cura delle anime fu talmente totalizzante da fargli rifiutare più volte gli inviti dei fratelli a occuparsi degli affari di famiglia.

Si dedicò allo studio dei testi sacri e dei padri della chiesa, in particolare di Giovanni Crisostomo e di Tommaso d’Aquino. La conoscenza e l’approfondimento della teologia morale lo portarono a essere un direttore spirituale e soprattutto un predicatore particolarmente ricercato e apprezzato, non solo tra i confratelli ma anche al di fuori della casa, sia tra i poveri e i vagabondi della città sia tra i membri di Curia e del palazzo apostolico, tra i quali il segretario del pontefice Agostino Favoriti e i cardinali Pietro Sforza Pallavicino, Francesco Barberini e Alderano Chigi. Fu confessore di molti prelati e presuli, tra i quali il vescovo di Arezzo, Alessandro Strozzi, il vescovo di San Miniato, Michele Carlo Visdomini Cortigiani, e il vescovo di Sarsina, Francesco Crisolini. A partire dagli anni Cinquanta si occupò della cura e della conseguente valutazione triennale dei novizi, requisito indispensabile per il loro definitivo ingresso tra i padri dell’oratorio. Negli anni successivi, fermò l’esperienza derivata dall’insegnamento in un brevissimo trattato di Avvertimenti a quelli che desiderano di essere ricevuti in casa di san Filippo Neri (Roma, Biblioteca Vallicelliana, Mss., P. 211) e in alcune massime scritte Per un prefetto dei giovani (Massini, 1751, pp. 325-333). Ebbe come discepolo Prospero Airoli, morto all’età di 28 anni, del quale scrisse una intensa biografia, ricca di continui riferimenti alle sue qualità e al suo spirito di mortificazione e avente l’obiettivo di tracciare le caratteristiche fondamentali del novizio e del prete filippino.

Nel 1659 l’eperienza che aveva accumulato nei confronti dei poveri e dei vagabondi che mendicavano per le strade lo portò a richiedere, in un Memoriale indirizzato all’attenzione di papa Alessandro VII, una maggiore attenzione e un maggiore controllo nei loro confronti, anche attraverso una riforma degli ospizi e degli alberghi. Il 29 luglio 1662 fu eletto preposito degli oratoriani, titolo che mantenne fino alla morte. Con questo incarico si preoccupò di dare carattere omogeneo e razionale alla vita nelle case e alle attività dei padri. Nonostante gli impegni, non abbandonò mai le attività di apostolato. All’interno di questa tensione caritativa, nel 1673 fondò, presso la chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini di Roma, l’ospizio dei Convertendi, che doveva agevolare la conversione dei protestanti cattolicheggianti, a suo avviso meritevoli di aiuto a causa della solitudine cui li aveva portati la loro scelta. Con questa finalità scrisse le costituzioni e le istruzioni dell’istituto, destinate a influenzare, soprattutto nel secolo successivo, le strategie di accoglienza e di proselitismo della chiesa di Roma.

In quello stesso periodo, all’interno di un progetto di moralizzazione dei costumi, fu incaricato da Innocenzo XI di curare i rapporti con i banchieri. Elaborò a questo proposito un responso, pubblicato postumo nel 1682, che rifacendosi alle tesi dei canonisti intendeva regolamentare la questione, soprattutto in materia di usura. Nel ribadire che tale pratica era un crimine, paragonabile alla rapina e all’omicidio, esortava i regnanti ad adoprarsi con ogni mezzo per contrastarla. In particolare, sollecitava il ricorso dei poveri ai sacri Monti di pietà, suggerendo l’abolizione dei banchi degli ebrei, rispetto ai quali, in linea con il clima del papato Odescalchi, invocava un maggior controllo e una maggiore subordinazione alle leggi dello Stato pontificio. Divenne uno dei collaboratori più stretti del pontefice, al quale destinò un Memoriale, attraverso il quale invocava una maggiore osservanza dei canoni tridentini per porre un freno alla decadenza dei costumi, ai disordini e agli abusi del clero e ripristinare il ruolo di primo piano del vescovo nella pastorale. Nel 1676 fu nominato dal papa membro della congregazione per la scelta dei vescovi. L’anno successivo fornì ai confratelli dell’oratorio di Firenze alcuni consigli su un progetto di riorganizzazione delle attività musicali.

Trascorse gli ultimi anni della sua prepositura affetto da gravi e invalidanti disturbi fisici che già nel 1674 lo portarono, ma senza successo, all’idea di rinunciare all’incarico. Morì a Roma il 7 settembre 1680 ed ebbe il titolo di venerabile.

Opere. Brescia, Biblioteca civica, Mss., B.IV.12, cc. 121r-150v: Christiani documenti ad un religioso promosso nuovamente al cardinalato descritti dal padre Mariano Sozzin; Lettera ad un abate; B.IV.17, cc. 157r-177r: Lettera scritta dal padre Sozini nella sede vacante di Clemente X che è l’avviso al futuro pontefice d’ovviare à gl’inconvenienti da provedere alle publiche utilità temporali e spirituali della Chiesa; Genova, Biblioteca universitaria, Mss., A.I.29, cc. 1r-26v: Avvisi per un soggetto che si sente chiamato da Dio alla Congregazione dell’Oratorio; E.IV.8, cc. 185r-201v: Lettera che contiene avvisi da aversi in considerazione del nuovo papa prima di sua elezione, nel tempo dell’elezione e dopo di sua elezione al pontificato; Roma, Biblioteca nazionale, Santa Maria della Vittoria, ms. 73, cc. 1r-48r: Breve raguaglio delle singolari virtù, che rilussero nella vita esemplare della sig.ra Flaminia Papini ne’ Milvii, la quale passò da questa a miglior vita in età d’anni 43 alli 16 del mese d’ottobre in giorno di venerdì l’anno di nostra salute 1671 (a stampa Lucca 1719 e Roma 1758); Archivio della Congregazione dell’Oratorio, P.I.5, Lettera di Mariano Sozzini a padre Zanobi Gherardi (1657); Biblioteca Vallicelliana, Mss., P.211, f. I, cc. 1r-17r, II, cc. 2r-13r: Ammaestramenti utilissimi per un padre di famiglia per bene educare i suoi figlioli, e regolare con prudenza cristiana la sua famiglia dettati dal venerabile padre Mariano Sozzini prete della congregazione dell’Oratorio di Roma; Avvertimenti del venerabile padre Mariano Sozzini dell’Oratorio di Roma a quelli che desiderano di essere ricevuti in casa di san Filippo Neri; Alcune memorie per conforto di una giovine novizia nella religione (copia a Vicenza, Biblioteca civica, Mss., 1098); P.210: Lettere scritte da Mariano Sozzini; S. Borr., F.VI, ms. 50: Memorie della vita del padre Prospero Airoli della congregazione dell’Oratorio; Udine, Biblioteca civica, Joppi, capsula XXXIII, f. 627: Dissertazioni, prediche, istruzioni di catechismo.

Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Ospizio apostolico dei Convertendi, voll. 1, cc. 21r-43r, 294r-333v; 36, cc. 20r-23v; Archivio di Stato di Roma, Archivio Odescalchi, b. II, L.12, n. 17: Lettera di Giambattista Magnante a Marco Antonio Odescalchi, Aquila 7 giugno 1659; Congregazioni Particolari Deputate, tomo IV, cc. 753r-756v; Roma, Biblioteca Vallicelliana, Mss., K.48: Vita del padre Mariano Sozzini scritta dalla chiara memoria del cardinale Colloredo (anche, incompleta, nel ms. O.118); O.114, c. 191r: Lettera di Giambattista Magnante a Mariano Sozzini, Aquila 12 novembre 1663.

C. Massini, Vita del venerabile servo di Dio M. S., prete della congregazione dell’Oratorio di Roma, scritta da un padre della medesima congregazione. Seconda edizione. Con giunta d’alcuni documenti lasciati in iscritto dal servo di Dio, e delle memorie del padre Prospero Airoli sacerdote della predetta congregazione, come pure della nobildonna Flaminia Papi, scritte dallo stesso padre Mariano, Venezia 1751; C. Gasbarri, L’oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Roma 1962, p. 176; M.T. Bonadonna Russo, I problemi dell’assistenza pubblica nel Seicento e il tentativo di M. S., in Ricerche per la storia religiosa di Roma, III (1979), pp. 255-280; C. Donati, La Chiesa di Roma tra antico regime e riforme settecentesche (1675-1760), in Storia d’Italia, Annali 9, La Chiesa e il potere politico dal Medioevo all’età contemporanea, a cura di G. Chittolini - G. Miccoli, Torino 1986, pp. 721-767 (in partic. pp. 722-726); A. Morelli, Il tempio armonico. Musica nell’oratorio dei Filippini in Roma (1575-1705), Laaber 1991, p. 185; Id., La circolazione dell’oratorio italiano nel Seicento, in Studi musicali, XXVI (1997), pp. 105-186 (in partic. p. 111); S. Pagano, L’ospizio dei Convertendi a Roma fra carisma missionario e regolamentazione ecclesiastica (1671-1700), in Ricerche per la storia religiosa di Roma, X (1998a), pp. 313-390; Id., L’archivio dell’ospizio apostolico dei Convertendi all’Archivio Segreto Vaticano. Inventario, Roma 1998b; M.T. Bonadonna Russo, Gregorio Barbarigo e la spiritualità oratoriana: influenze e rapporti, in Gregorio Barbarigo patrizio veneto, vescovo e cardinale nella tarda controriforma (1625-1697), Atti del Convegno di studi, ... 1996, a cura di L. Billanovich - P. Gios, Padova 1999, pp. 315-338 (in partic. p. 335); L. Antonucci, Scrivere la santità.«Vite esemplari» di donne nella Roma barocca, in Storia d’Italia, Annali 16, Roma, la città del papa, a cura di L. Fiorani - A. Prosperi, Torino 2000, pp. 649-676; E.A. Cerrato,Terzo centenario della morte del Cardinale Leandro Colloredo, in Annales Oratorii, VIII (2009), pp. 109-113; S. Ehrmann-Herfort, Rom und Wien. Bernardo Pasquinis Römisches Oratorium Santa Agnese am Wiener Kaiserhof, in Wiener Musikgeschichte. Annäherungen, Analysen, Ausblicke. Festschrift für Hartmut Krones, a cura di H. Krones et al., Wien-Köln-Weimar 2009, pp. 87-110 (in partic. p. 97); R. Matheus, Gli oratoriani e i protestanti: concetti e pratiche di conversione a Roma (XVI-XVIII secolo), in Rivista di storia del cristianesimo in Italia, VII (2010), pp. 107-123 (in partic. pp. 117-121); I. Fosi, Convertire lo straniero. Forestieri e Inquisizione a Roma in età moderna, Roma 2011, pp. 217-227; C. Procaccia, Banchieri ebrei a Roma. Il credito su pegno in età moderna (1521-1682), in Judei de Urbe. Roma e i suoi ebrei: una storia secolare. Atti del Convegno, ... 2005, a cura di M. Caffiero - A. Esposito, Roma 2011, pp. 155-180 (in partic. pp. 178-180); M. Béla Vilmos, Thuránszky Tamás Antal, egy magyarországi konvertita a római Ospizio dei Convertendiben. 1674–1675-ben (Antal Thuránszky, un convertito ungherese presso l’Ospizio dei Convertendi di Roma 1674-1675), in Lymbus. Magyarságtudományi Forrásközlemények (Lymbus. Fonti scientifiche ungheresi), 2014 (ma 2015), pp. 83-96.

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