CHIAUDANO, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24 (1980)

CHIAUDANO, Mario

Giovanni Diurni

Nacque da antica famiglia chierese a Roma il 20 nov. 1889, da Giuseppe e da Maria Appiano. Dopo aver frequentato le scuolemedie a Roma, nel 1901, a seguito della nomina del padre a conservatore dell'Armeria reale, si trasferì con la famiglia a Torino, ove frequentò il liceo e la locale facoltà di giurisprudenza, dedicandosi particolarmente allo studio delle scienze economiche e della storia del diritto italiano.

Discepolo contemporaneamente di L. Einaudi e di F. Patetta, nel luglio 1912 conseguì la laurea discutendo la tesi su "La finanza sabauda nel secolo XIII"; unica dissertazione, questa, che l'anno seguente (1913) fu premiata dal Consiglio accademico dell'università di Torino, presieduto da F. Ruffini.

I suoi interessi si rivolsero prevalentemente a temi di storia giuridica relativi al diritto commerciale e al diritto marittimo e all'approfondimento di argomenti di storia economica e finanziaria. Su consiglio dei suoi maestri proseguì presso la medesima facoltà di giurisprudenza gli studi, vincendo per l'anno accademico 1913-14 il posto, messo a concorso, nella scuola di perfezionamento per la scienza delle finanze e il diritto finanziario.

La guerra costrinse, poi, il C. a interrompere l'attività accademica, a cui tornò molti anni dopo (1927).Nel periodo che intercorse tra la fine della guerra fino al conseguimento della libera docenza in storia del diritto italiano (ottobre 1927) e della cattedra della stessa materia nell'università di Sassari (venne ternato nel 1930), il C. svolse un'attività molto intensa in svariati campi: congedatosi nel 1919, venne nominato, quasi contemporaneamente, per la specifica competenza in materia economica e finanziaria segretario generale sia della Società promotrice dell'industria nazionale di Torino sia della Confederazione generale del commercio italiano, carica questa da cui rassegnò le dimissioni (3 genn. 1926) rifiutando l'iscrizione al Partito nazionale fascista.

Nello stesso periodo si occupò della grave crisi economica e sociale causata da una parte dalla nascita di grandi concentrazioni industriali, dall'altra parte dallo spopolamento e impoverimento delle campagne, divenendo, nel 1923 membro del Consiglio superiore della previdenza e delle assicurazioni sociali, del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale delle assicurazioni e del consiglio di amministrazione delle Assicurazioni d'Italia. In qualità di membro della commissione consultiva per il riordinamento definitivo delle imposte dirette si adoperò, anche se con poca fortuna, per l'introduzione nel sistema tributario italiano di un'imposta globale sul reddito, quale primo passo per una maggiore giustizia fiscale.

A questa attività si ricollegano alcuni suoi scritti di diritto positivo: La proprietà commerciale (Roma 1925) e Osservazioni sul contratto di fornitura militare in relazione alla repressione delle frodi (in Riv. penale, XXV [1929], 1).

Le prime pubblicazioni del C. concernenti la storia del diritto incontrarono immediato favore: contengono risultati notevoli per la conoscenza delle fonti giuridiche e per la ricostruzione degli istituti. Il C. aveva pubblicato già nel corso degli studi universitari un articolo su Dante e il diritto romano (in Giornale dantesco, XX [1912], ma le sue ricerche di più ampio respiro datano dal 1925, anno in cui egli diede alle stampe a Torino I contratti commerciali genovesi nel sec. XIII. Nel 1927 il C. pubblicò Le Curie sabaude nel sec. XIII (Torino 1927).

Nei quattro capitoli che compongono l'opera il C., utilizzando diciassette documenti inediti, accuratamente trascritti, e le ricerche effettuate negli archivi di Torino, Chambéry, Digione e Grenoble, traccia le linee dell'ordinamento delle Curie e della loro giurisdizione, soffermandosi in particolare sugli aspetti del processo civile dinanzi a esse, e ricostruendo nei particolari l'amministrazione della giustizia nei domini dei conti di Savoia. Riprendendo, poi, l'argomento della tesi di laurea, il C. nel medesimo anno diede alle stampe Il bilancio sabaudo nel sec. XIII (Torino 1927), studio questo che si fa apprezzare per la chiarezza e la brevità dell'esposizione, per l'accuratezza delle tabelle, che rendono agevole la lettura di un quantità notevole di dati, racchiusi in poche cifre.

Con La riforma monetaria di Emanuele Filiberto (in Lo Stato sabaudo al tempo di Emanuele Filiberto, Casale Monferrato 1928, III, pp. 171-477) e con gli scritti sugli aspetti istituzionali e finanziari e sulle condizioni economiche e sociali di Torino ai tempi di Emanuele Filiberto (articoli e monografie del 1928) e di Carlo Emanuele I (articoli del 1930), il C. attraverso un esame approfondito del cospicuo materiale archivistico offre un buon esempio di ricostruzione storica a tutto tondo di un periodo significativo, in particolare per quanto concerne le vicende della politica finanziaria e monetaria in Italia.

Quasi contemporaneamente all'inizio del suo insegnamento universitario presso l'università di Camerino (1931), il C. pubblicò il volume Studi e documenti per la storia del diritto commerciale nel sec. XIII, Torino 1930, a cui venne assegnato il premio per le scienze storiche dell'Accademia dei Lincei.

Tale scritto non è solo il completamento delle indagini, che già da tempo il C. conduceva sull'argomento, ma rappresenta un contributo notevole allo studio delle origini del diritto commerciale. Il periodo esaminato è quello del consolidamento della nuova classe di mercanti, e l'importanza rilevante che assunse il mos mercatorum e lo sviluppo di nuove figure e istituti giuridici. Il C. pone al centro della sua indagine i mercanti toscani, che egli considera gli iniziatori di una vera e propria economia monetaria ed a cui fa risalire la sostanza e la forma della moderna attività commerciale. Studia con particolare cura un registro relativo ad affari bancari; esamina i documenti dei banchieri al fine di determinare il valore giuridico delle scritturazioni contabili. L'impostazione data dal C. non prescinde dalla visione economicista del Goldschmidt e risente anche per l'impostazione dei problemi degli studi del Segre, dell'Endemann, del Lattes.

L'interesse del C. per temi di diritto commerciale, su cui avrà modo di tornare anche nel periodo successivo con articoli e con monografie su aspetti particolari e su singoli istituti giuridici, lo porterà a istituire insieme al Patetta una collezione di "Documenti e studi per la storia del commercio e del diritto commerciale italiano", a cui dedicherà un interesse particolare. Egli stesso curerà il primo volume in collaborazione con M. Moresco, il secondo (contenenti entrambi l'edizione del Cartolare di Giovanni Scriba, Torino 1935), il decimo in collaborazione con R. Morozzo Della Rocca (Oberto Scriba de Mercato. 1190, ibid. 1938), il sedicesimo (Oberto Scriba de Mercato. 1186, ibid. 1940).

Per tornare alla sua attività accademica, il C. nel 1933 venne chiamato all'università di Catania e dopo due anni passò all'università di Genova, ove rimase fino al 1959. Nell'ultimo anno di insegnamento (1960) fu chiamato alla cattedra di storia del diritto italiano della facoltà di giurisprudenza di Torino, a quella cattedra da cui il Patetta aveva guidato i suoi primi passi nello studio della storia del diritto. Dal 1960 al 1963, infine, il C. ricoprì la carica di direttore dell'Istituto di storia del diritto italiano e dell'annessa Biblioteca Federico Patetta, alla quale volle vincolare una parte cospicua della sua biblioteca personale.

La sua ultima fatica significativa risale al 1963: l'edizione con ampia prefazione del Libro Vermiglio di Corte di Roma e di Avignone del segnale del C della compagnia fiorentina di Iacopo Girolami,Filippo Corlizzi e Tommaso Corlizzi - 1332-1337 (Torino 1963). La sua sperimentata perizia ha prodotto un'edizione accurata, che può paragonarsi al Libro dei conti degli Alberti del Sapori.

Il C. morì in Torino il 27 dic. 1973.

Non esiste un elenco a stampa completo degli scritti del C., la cui produzione è stato copiosissima; presso la Bibl. F. Patetta, comunque, sono conservate tutte le pubblicazioni (anche in estratto) del Chiaudano. La sua attività scientifica si è rivolta anche alle edizioni di testi e documenti inediti, di cartolari notarili dei secc. XIII-XIV, di documenti finanziari del sec. XV, e agli studi di storia del diritto marittimo.

Fonti e Bibl.: Oltre al necrol. in Riv. dist. d. dir. it., XLVII (1974), pp. 102 s., v. B. Paradisi, Apologia della storia giuridica, Bologna 1973, pp. 126, 166, 222, 233; Novissimo Digesto It., II, ad vocem.

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